Macchine agricole, si esportano di più ma il parco interno è fermo da due anni
Macchine agricole, si esportano di più ma il parco interno è fermo da due anni Inaugurata da Marcora la rassegna internazionale di Bologna Macchine agricole, si esportano di più ma il parco interno è fermo da due anni BOLOGNA — Quasi un milione di trattori, 30.600 mietitrebbie, 400 mila motofalciatrici, 305 mila motocoltivatori, 300 mila zappatrici, più un altro mezzo milione di macchi-: ne agricole varie: questo è il «parco» della meccanizzazione agricola italiana alla fine del 1978. Lo ha reso noto ieri all'inaugurazione dell'Elma (Esposizione internazionale di macchine agricole) il presidente dell'Unacoma (Unione nazionale costruttori macchine agricole), Pietro Laverda, avvenuta alla presenza del ministro dell'Agricoltura, Marcora. Dopo le annate agrarie '75-76 e '76-77, risultate abbastanza favorevoli, con acquisti di macchine su livelli normali, nel '78 c'è stata inversione di tendenza, perché le macchine base della meccanizzazione agricola, cioè le trattrici, hanno avuto un calo, sia pur lieve, delle immatricolazioni (026%). Gli agricoltori italiani hanno acquistato anche meno motofalciatrici (10,88%), motocoltivatrici (12,35%), motozappatrici (18,16%), motori agricoli (37,72%). Sono invece aumentate le iscrizioni delle mietitrebbiatrici (328%), e delle motoagricole (3,97%). Un altro elemento rilevante è l'ulteriore incremento della potenza media delle trattrici, passato in un anno da 59,15 a 60,50 Hp, con un incremento del228per cento. Quali sono le prospettive per il futuro? Lo abbiamo chiesto a Laverda. «Anche se i costruttori di macchine agricole possono guardare al futuro con cauto ottimismo — ha detto il presidente dell'Unacoma — bisogna fare molta attenzione ad alcuni problemi, che si stanno già delineando e che potranno avere ripercussioni sul nostro settore industriale, quali, ad esemplo, quello dell'impiego delle fonti alternative di energia». «Nella loro qualità di imprenditori responsabili — ha aggiunto Laverda — i costruttori italiani di macchine agricole non dimenticano che, nel quadro della nuova realtà europea e nell'ambito di un'economia di mercato, il compito da assolvere è quello di aumentare la ricchezza economica, per mantenere la crescita e, soprattutto, per garantire l'occupazione». Il direttore dell'Unacoma, Ambrogi, ci ha indicato un altro grave problema che assilla, i costruttori di macchine agri- cole: la scarsità di credito agevolatopergli agricoltori. Nel 1971 la produzione italiana di macchine agricole è stata di 350 miliardi di lire, di, cui 267 miliardi sul mercato intemo (fra macchine italiane e straniere); in quell'anno il Fondo di rotazione per la meccanizzazione agricola aveva avuto stanziamenti per 116 miliardi, pari al 43,4% della produzione. Dopo sette anni, la situazione è precipitata: la produzione (fine 78) è salita a 2100 miliardi, di cui 1600 relativi alle vendite sul mercato interno, ma il Fondo di rotazione è stato di appena 135 miliardi, rappresentando così l'8,5% della produzione. Ciò è molto grave, perché gli agricoltori, per acquistare trattori e altre macchine debbono attingere a prestiti a tasso quasi normale (11-12%), mentre il tasso del Fondo di rotazione è del 5% scalare in 5 anni. Come finirà il 1979? chiediamo ad Ambrogi. Ci auguriamo che chiuda come il 78, risponde. Dopo l'impennata del 76,. il mercato italiano va avanti praticamente sul rinnovo di macchine vecchie e sulla sostituzione di quelle superate con altre più sofisticate o specifiche. E rinnovi e macchine più moderne sono gli elementi che ci fanno sperare di chiudere il 79 sui livelli dell'anno scorso. E' anche l'opinione delling. Giancarlo Vezzalini, amministratore delegato e direttore generale della Fiat Trattori, il quale ha ricordato, in una conferenza stampa tenuta martedì sera, che il settore Trattori Agricoli, con un fatturato consolidato di 774 miliardi 300 milioni di lire neU 1978 e una previsione di incremento per l'esercizio in corso, si colloca, nell'ambito del Gruppo Fiat (valutando solo il fatturato verso terzi), al 4° posto, preceduto solamente da tre settori: Fiat Automobili! Veicoli industriali, Ingegneria Civile e Territorio. E' una posizione di tutto rispetto, conquistata quasi esclusivamente con un solo prodotto: il trattore. «Il nostro lavoro — ha proseguito Vezzalini — ha un peso notevole anche sulla bilancia commerciale del settore, che presenta un saldo attivo di circa 524 miliardi e 329 milioni; le sole esportazioni Fiat Trattori superano il valore dell'import totale di macchine e trattori agricoli, pari a 204 miliardi e 541 milioni di lire». «La Fiat Trattori — conclude Vezzalini — si presenta alla soglia degli Anni 80, un decennio denso di prospettive, con una gamma di trattori estesa dai 28 ai 350 CV e con caratteristiche tecniche di avanguardia, che ci permettono di confrontarci ad armi pari con la concorrenza più agguerrita». Livio limato
Persone citate: Ambrogi, Giancarlo Vezzalini, Marcora, Vezzalini
Luoghi citati: Bologna
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