La voce delle Br simile a quella di Toni Negri? di Sandra Bonsanti

La voce delle Br simile a quella di Toni Negri? Depositate le perizie: indiscrezioni La voce delle Br simile a quella di Toni Negri? Ma un perito di parte dice: «La voce del terrorista che telefonò il 30 aprile non può essere di Negri» Oggi la documentazione agli avvocati della difesa "ROMA — Anche i periti incaricati di esaminare le voci dei telefonisti delle Brigate rosse durante il caso Moro hanno finito il loro lavoro. Da Ieri mattina le conclusioni degli esperti si trovano sul tavolo del consigliere istruttore Achille Oallucci: più di cinquecento pagine per le relazioni dei periti che hanno lavorato in Italia (i professori Ibba, Piazza e Paolo ni) e del professor Oscar Tosi, che si è servito dei laboratori dell'Università di East Lansing, nel Michigan. E' stato un lavoro lungo (gli incarichi furono affidati il 7 maggio scorso) caratterizzato da una serie di contrastanti indiscrezioni sui risultati definitivi della ricerca. Le ultime in ordine di tempo risalgono a ieri pomeriggio e sono state raccolte negli ambienti della procura di Roma, senza trovare alcuna conferma uffi¬ ciale. Secondo queste fughe di notizie, i periti italiani e il professor Tosi, pur lavorando con metodi diversi e del tutto indipendenti gli uni dagli altri, sarebbero giunti a conclusioni concordanti. A loro avviso, la voce del brigatista che il 30 aprile telefonò in casa Moro e parlò con la signora Eleonora ha caratteristiche simili alla voce di Antonio Negri. Subito dopo questa affermazione, i periti avrebbero però aggiunto una precisazione: il particolare carattere della prova fonica (consistente In una registrazione telefonica) non può portare alla certezza che fu proprio Toni Negri ad effettuare quella telefonata. Il risultato dei periti ufficiali, se le indiscrezioni saranno confermate, non avrà comunque valore di prova a carico di Negri, ma solo quello di un indizio. Diversa sembrerebbe inve-' ce la conclusione della perizia ufficiale sulle telefonate contestate a Giuseppe Nicotri. Nel caso del giornalista del «Mattino» di Padova, incarcerato il 7 aprile e successivamente messo in libertà, non, sarebbero state ravvisate quelle somiglianze registrate| per Negri. I magistrati roma-' ni avevano chiesto ai periti se poteva attribuirsi a Nicotri «/a voce di colui che telefonò all'utenza 358.7049 i giorni 8 e 9 aprile e 9 maggio '78 parlando con il professor Franco Tritio e all'utenza358.5400per due volte il 5 maggio '78 parlando con il sacerdote don MenninU. Soltanto oggi. però, dopo che anche gli esperti linguisti Tullio De Mauro e Walter Belardi avranno consegnato la loro ricerca, le perizie potranno esser prese in visione dalla difesa degli imputati. Ci sono da registrare, intanto, accanto alle prime indiscrezioni, alcune affermazioni di un perito di parte, l'ingegner Antonio Federico, esperto in elaborazione elettronica dei dati. «La voce del brigatista del 30 aprile — ha detto Federico — non può essere quella di Negri per tre ragioni: il telefonista non è padovano; le prove di gruppi d'ascolto dimostrano che la voce di Negri si distingue da quella del brigatista; infine, l'analisi spettrografica dà i medesimi risultati negativi». La polemica tra periti sorta sulla scia delle prime indiscrezioni avrà inevitabilmente toni accesi. Già nel passato gli esperti nominati dalla difesa di Negri avevano preannunciato una loro opinione secondo la quale la telefonata del 30 aprile fu fatta da qualcuno nato nella zona di Senigallia, con forti influenze «trentine» dovute al fatto di aver studiato a Trento. Giunti alla fine della loro relazione i perif 1 ufficiali hanno deciso di rinunciare a una conclusione in termini «di percentuale di possibilità». Hanno invece espresso un giudizio vero e proprio, non esposto al rischio di interpretazioni soggettive, e «accessibile» a tutti: un giudizio, cioè, che non si nasconde dietro a complicate espressioni tecniche. Resta il problema dell'alibi di Negri: il professore padovano, quando i giudici gli contestarono la telefonata in casa Moro (il primo ad aver riconosciuto la sua voce era stato Emilio Alessandrini), rispose che in quei giorni, tra il 29 aprile e il primo maggio, non si mosse da Milano e chiese che fossero sentiti almeno due testimoni: Paolo Pozzi e Roberta Tomassini. ricercatrice presso l'Università di Padova. Non risulta però che gli inquirenti abbiano mai sentito Paolo Pozzi. Ieri è saltata fuori improvvisamente un'auto appartenente ad Adriana Faranda. E' stata trovata nelle prime ore del pomeriggio dalla Digos in via Tacito, dove era rimasta in sosta. La segnalazione è stata fatta da un cittadino che l'aveva notata da tempo.' Si tratta di una «A-112» bicolore, targata Roma H 52891. intestata alla Faranda. Sandra Bonsanti

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