L'esplosione dli Parma di Francesco Fornari

L'esplosione dli Parma L'esplosione dli Parma (Segue dalla l'pagina) tutta la parte terminale dell'edificio.. Ancora una testimonianza, è di un'infermiera che non riesce a trattenere le lacrime. • Ero vicino alla finestra del mio reparto, proprio di fronte a quello di cardiochirurgia. Ho visto una lingua di fuoco uscire dalle finestre della sala chirurgica, poi l'edificio si è gonfiato ed è andato in pezzi con un boato pauroso». Ancora sotto choc, la donna ripete: • Una cosa spaventosa, le mura si sono gonfiate in fuori, sembrava che tutto l'edificio diventasse più largo. Poi è crollato, si è sbriciolato». L'allarme è rimbalzato in un baleno in citta, sono accorsi tutti 1 Vigili del Fuoco di Parma, rinforzi sono arrivati da Reggio Emilia e Piacenza. Ai primi soccorritori si è presentato uno spettacolo agghiacciante. «Afai visto niente di simile in tutta la mia vita — dice un pompiere che era appena sceso da una scala Porta issata al terzo piano dell'edificio —. Stiamo cercando di buttare giù i muri pericolanti per poterci inoltrare nell'interno. Chissà che cosa troveremo sotto queste macerie». Quattro cadaveri sono stati recuperati quasi subito: sono due infermieri del reparto di cardiochirurgia e due donne delle pulizie dell'impresa «Pullscoop». Cinque degenti del centro di rianimazione sono stati ritrovati illesi: erano ricoverati in una sala al lato opposto del reparto distrutto e non hanno riportato nessuna ferita. Altri otto del reparto di cardiochirurgia risultano salvi. Secondo il primario di cardiochirurgia, prof. Gaetano metri, nel suo reparto erano ricoverati ventidue ammalati, di questi quattordici mancano all'appello. Si presume che nel crollo siano anche stati travolti •almeno due visitatori». Dei sette ricoverati nel centro di rianimazione, cinque sono salvi, due sono scomparsi sotto le macerie, insieme con un infermiere e un visitatore. In totale, dunque — secondo un primo e provvisorio bilancio — i dispersi sarebbero ventiquattro: sedici ammalati, cinque dipendenti dell'ospedale e tre visitatori. Difficile per ora indicare le cause dell'esplosione: appare molto probabile che sia stata originata da una fuga di gas che avrebbe saturato l'ambiente (la sala operatoria) innescandosi per una scintilla scoccata quando una delle apparecchiature per la sterilizzazione dell'ambiente si è. messa automaticamente in funzione. Sembra che nel giorni scorsi 1 degenti ricoverati nei reparti distrutti si fossero lamentati perché si sentiva un forte odore di gas. Ma esiste un'altra possibilità altrettanto valida: 1 Vigili del Fuoco hanno trovato tracce di ossido di etilene, un gas che viene usato per l'anestesia e questo gas, a contatto dell'aria, forma una pericolosa miscela esplosiva. Ma c'è anche chi parla di una fuoriuscita di gas metano; alcuni amministratori dell'ospedale accennano ad una grossa bombola di ozono o altro gas (perché in quel settore non vi sarebbero condutture) e si dice infine che lo scoppio sia stato dovuto a un'imprudenza mentre si travasava gas da una bombola all'altra. L'esplosione è stata violentissima: il caso ha voluto che si verificasse proprio al secondo plano, a metà altezza del padiglione, perciò ha avuto effetti disastrosi perché si è sfogata in tutte le direzioni. I tre piani dell'edificio sono stati ingoiati dentro il centro di rianimazione a pianterreno, macerie sono finite un po' dappertutto lungo i viali dell'ospedale, abbattendo alcuni dei platani secolari. Racconta Armando Neri, che transitava sul viale parallelo al padiglione alla guida del suo camioncino: •L'automezzo si è alzato all'improvviso, mi è sembrato di volare. Poi è ripiombato per terra. Subito dopo ho sentito l'esplosione: le macerie mi sono piovute addosso, tutto il viale ne era pieno. Sono vivo per miracolo». Per tutta la notte si è lavorato ancora con ritmo frenetico alla luce di cellule fotoe¬ lettriche. E' stato decretato il lutto cittadino, le amministrazioni provinciale e comunale hanno aperto una sottoscrizione a favore delle famiglie delle vittime, la Regione ha assicurato un finanziamento immediato per il ripristino del padiglione, che era stato costruito soltanto dieci anni fa. Nella stessa zona, cinquantanni fa, si era verificata una sciagura simile: nell'esplosione di un deposito di benzina ventisette persone avevano perso la vita. Francesco Fornari Parma. Una veduta del crollo dell'Ospedale Maggiore subito dopo lo scoppio (Telefoto Ansa)

Persone citate: Armando Neri

Luoghi citati: Parma, Piacenza, Reggio Emilia