Tassa di bollo sulla coscienza di Giorgio Martinat

Tassa di bollo sulla coscienza Tassa di bollo sulla coscienza Al liceo classico Alfieri sono state respinte (e accettate solo dopo la protesta) alcune domande di esonero dall'istruzione religiosa presentate «dopo l'inizio dell 'anno scolastico», nei primi giorni di lezione. Può la disposizione di un preside, pur dettata da comprensibili ragioni organizzative, porre limitazioni di tempo a uno dei più importanti diritti della persona umana? Al «X liceo scientifico», il modulo ciclostilato per la domanda richiedeva di precisare «i motivi». Ma nessuno, secondo la Costituzione, può essere inquisito sulle ragioni delle proprie posizioni religiose o areligiose. Alla scuola media «Pacinotti» era richiesta la firma di entrambi i genitori: è il caso forse più comprensibile, visto che il nuovo diritto di famiglia attribuisce a padre e madre la patria potestà, ma ciò non toglie che complichi una consuetudine ormai quarantennale. Ma il caso più vessatorio è quello dell'Istituto Sommeiller. La domanda di uno studente maggiorenne è stata respinta perché (motivazione finora mai espressa) non in carta da bollo, come tutte le istanze rivolte al preside. All'obiezione che non di «istanza» si tra tava, ma della comunicazione relativa all'esercizio di un diritto riconosciuto dalla legge e costituzionalmente garantito, la dichiarazione è stata inviata (sempre come «istanza») all'ufficio Bollo e Demanio e lo studente invitato dal preside ad andarla a ritirare e ripresentarla •previo versamento di quanto dovuto». Lo studente, con grave disagio personale, ha preferi to cambiare scuola. I quattro casi sono stati presentati dal pastore valdese Franco Giampiccoli al Provveditore, perché questi provveda a una «regolamentazione uniforme in tutte le scuole» secondo i diritti costituzionali. Può sembrare che i valdesi, scottati fino a non mollo tempo fa dall'acqua calda, temano oggi anche l'acqua fredda e facciano gran caso di fastidi burocratici che toccano, più o meno, a tutti i cittadini. Ma cosi non è, per almeno due motivi. Primo, perché da diversi anni non accadevano episodi simili e c'é da chiedersi se. oggi, non nascondano una precisa volontà di scoraggiare il rifiuto all'istruzione religiosa. Intenzione nemmeno tanto nascosta nel caso del preside che intende assoggettare uno dei diritti inalienabili dell'uomo a tassa governativa. Secondo, perché questi contrasti burocratici sono soltanto apparentemente di forma. In realtà investono questioni di coscienza ed è giusto che provochino irrigidimenti di principio. Non dovrebbero essere lasciati agli umcri o ai malumori di un qualsiasi piccolo o grande burocrate. Ma l'esposto del pastore Giampiccoli al Provveditore ha ottenuto la tipica risposta burocratica: non esiste, nella montagna di circolari ministeriali sui più svariati e talvolta futili motivi, nulla che regoli questa semplice ed elementare faccenda di diritti costituzionali nella nostra Repubblici pluralista e democratica. Bisognerà interpellare Roma. Giorgio Martinat

Persone citate: Alfieri, Franco Giampiccoli, Giampiccoli, Pacinotti

Luoghi citati: Roma