Ecco i motivi del licenziamento per i 60 che domani si presenteranno ai cancelli di Francesco Bullo

Ecco i motivi del licenziamento per i 60 che domani si presenteranno ai cancelli Ieri il pretore ha reintegrato in fabbrica anche gli ultimi 13 Ecco i motivi del licenziamento per i 60 che domani si presenteranno ai cancelli Tra gli altri: «aver abbandonato il posto»; «aver invitato gli operai alla lotta dura in spregio agli accordi sindacali»; «aver istigato all'autoriduzione della produzione e tenuto d'abitudine un comportamento minaccioso»; «causato la fermata del ciclo produttivo» - Il sindacato: «Sono accuse generiche» Le nuove lettere di sospensione ai 47 licenziati Fiat, reintegrati dal pretore, sono state ieri al centro di una giornata frenetica: telefonate, riunioni segrete, consultazioni con i legali. Tutto coperto da silenzi e reticenze. Solo in serata, separatamente, gli avvocati della Flm e quelli del «collegio alternativo» hanno fornito stralci delle accuse, anticipando la linea di difesa. In sostanza, sostengono che ancora una volta gli addebiti sono generici. Questa la cronaca. In mattinata, mentre il giudice Converso depositava il decreto che dichiara «provvisoriamente nullo» il licenziamento dei 13 operai restanti (gli altri 47 erano stati reintegrati giovedì) ordinando all'azienda di riammetterli in fabbrica, nella sede della quinta lega venivano portate dai licenziati le nuove lettere di «sospensione cautelare». Ogni operaio ne ha ricevute due: «In ottemperanza al decreto del pretore di Torino — dice la prima uguale per tutti — abbiamo provveduto a inviare al suo legale le retribuzioni maturate dal 9 ottobre all'8 novembre (n.d.r. dalla sospensione al provvedimento di Converso). In conseguenza della revoca del licenziamento per vizio formale il suo rapporto di lavoro deve ritenersi ripristinato, salvi restando il rinnovo del procedimento disciplinare e la sospensione cautelare die abbiamo disposto con lettera a parte». Queste ultime contengono i singoli addebiti. Quali? Il sindacato si è rifiutato di dirlo. Contemporaneamente al cinema Falcherà dove era in corso l'assemblea nazionale del movimento autonomo di classe (circa 600 partecipanti provenienti da tutta Italia) venivano presentate le lettere dei licenziati difesi dal «collegio alternativo». Gli avvocati hanno fatto due esempi di accuse mosse ai lavoratori: «Avere in più occasioni arbitrariamente abbandonato il posto fornendo di conseguenza una prestazione di lavoro insufficiente» e «Avere in più occasioni invitato gli operai alla lotta dura, in spregio degli accordi sindacali». E hanno annunciato che i loro dieci assistiti hanno già risposto con lettera alla Fiat e all'Anima: «Ritengo il contenuto della nuova sospensione cautelare giuridicamente nullo, improponibile e perciò inefficace (tamquam non esset, cioè, come se non esistesse). Comunque vi è noto che gli addebiti formulati sono infondati generici e pretestuosi. Conseguentemente resto in attesa e vi diffido ad ottemperare al noto decreto pretorile». Su questo fronte dunque lo scontro ricalcherà le orme del precedente licenziamento. «E' evidente — commentano gli avvocati dei dissidenti — il tentativo dell'azienda di eludere la decisione del giudice con provvedimenti inficiati dalle stesse e da ulteriori nullità. Proprio la Fiat sceglie la via del ricorso alla forza». In serata gli avvocati della Firn hanno portato altri esempi di accuse: «Avere istiga to i colleghi di lavoro all'autoriduzione della produzione e tenuto d'abitudine un comportamento minaccioso e intimidatorio nei confronti dei superiori e dei colleghi di lavoro»; «aver arbitrariamente e frequentemente interrotto il lavoro arrecando intralcio al regolare svolgimento dell'attività lavorativa»; «avere in più occasioni, con altri, bloccato le fosse di convergenza causando la fermata del ciclo produttivo, come successivamente emerso, il 2 maggio, il 28 giugno, il 3 luglio del 1979». La strategia difensiva dei 50 sarà decisa domani dai vertici locali e nazionali Flm e dai legali, insieme alle «tnistotive di contestazione, orientamento, mobilitazione di massa». Il sindacato anticipa alcune linee denunciando che le accuse più gravi «sono formulate con genericità e non riferite a fatti circostanziati», tali quindi da impedire i diritti di difesa. «L'iniziativa della Fiat — dice un comunicato congiunto Cgil, Cisl, Uil, Flm —rappresenta, anche con elementi di non veridicità, un attacco al movimento sindacale e sottolinea la scelta del padronato di perseguire una svolta nelle relazioni industriali». Secondo 1 sindacalisti alcuni addebiti riguardano fatti lontani nel tempo, contestati tardivamente «in violazione del principio di immediatezza, con conseguente illegittimità», altri si riferiscono a «situazioni di conflittualità e ad arresti della produzione determinati da rivendicazioni dei lavoratori o di parte di essi». Se le motivazioni siano sufficienti o no, dovranno stabilirlo i giudici del lavoro esaminando caso per caso. Domani intanto i licenziati si presen- ] teranno ai cancelli chiedendo di essere riammessi negli stabilimenti di Rivalta, Mirafiori, Lancia di Chivasso. Il collegio di difesa della Firn valuterà la risposta per la Fiat. Alle 15 il «caso Fiat» sarà discusso a Palazzo Civico dove in questi giorni non sono mancate le polemiche sulla possibilità o meno di dare la parola ai licenziati. Francesco Bullo

Persone citate: Converso

Luoghi citati: Chivasso, Italia, Rivalta, Torino