Carter ha ordinato l'espulsione dagli Stati Uniti degli studenti iraniani non in regola con il visto di Ennio Caretto

Carter ha ordinato l'espulsione dagli Stati Uniti degli studenti iraniani non in regola con il visto Carter ha ordinato l'espulsione dagli Stati Uniti degli studenti iraniani non in regola con il visto Mentre a Washington si diffondono notizie secondo le quali Arafat incontrerebbe l'ayatollah Komeini domani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Carter ha ordinato l'espulsione dagli Stati Uniti degli studenti iraniani con visti scaduti, irregolari, o residenti in violazione delle leggi sull'immigrazione. Lo ha annunciato ieri il portavoce della Casa Bianca, Jody Powell, proprio mentre le iniziative diplomatiche per la liberazione degli ostaggi dell'ambasciata americana a Teheran sembravano dare qualche sia pur incerto frutto. «Quanti si trovano nel Paese illegalmente — ha detto Powell — saranno sottoposti al previsto procedimento giudiziario». Il portavoce ha precisato che il Ministero della Giustizia ha già preparato un piano di controllo per -concludere l'operazione al più presto». Tutti gli studenti iraniani, circa 65 mila,' dovranno presentarsi ai locali uffici dell'immigrazione e alle scuole e università. Powell ha giustificato il provvedimento con l'urgenza di stroncare le dimostrazioni di protesta degli studenti -che non sono nell'interesse del nostro obiettivo. Non sappiamo quanti si trovino negli Stati Uniti abusivamente, ma li rintracceremo-. Il provvedimento è il terzo che Carter prende in risposta all'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran, e non investe la massa degli studenti iraniani negli Stati Uniti (sebbene possa essere esteso in un secondo tempo) ma coloro considerati potenzialmente più pericolosi. Le misure precedenti, adottate giovedì, sono l'embargo alle forniture di munizioni e ai pezzi di ricambio per le armi dell'esercito iraniano, e il boicottaggio delle navi e degli aerei di Teheran (deciso dei sindacati, ma non revocato da Carter) per cui questi mezzi sono costretti ora a dirigersi in Canada. Hanno fatto contrasto con questa atmosfera di rabbia crescente le rassicurazioni e i consigli di temporeggiare del mondo arabo. Secondo le rap presentanze dell'Olp e le mis sioni diplomatiche dell'Iran negli Stati Uniti, un gruppo di ostaggi americani dell'ambasciata a Teheran, forse 12, sarà rilasciato nelle prossime ore o nei prossimi giorni. Il leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, Arafat, incotrerebbe l'ayatollah Khomeini domani per concordare l'iniziativa. « Vi sono segni — ha detto l'incaricato d'affari iraniano a Washington, Ali Agah — che il consiglio rivoluzionario islamico è disposto a trattare sulla base della semplice espulsione dell'ex Scià dagli Stati Uniti e della confisca sei suoi beni». Ieri Khomeini aveva avvertito che per 48 ore non avrebbe incontrato nessuno. La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato hanno accolto con estrema cautela queste dichiarazioni di apertura. -Le nostre notizie — ha detto il portavoce Hodding Carter — sono diverse. Il nostro incaricato d'affari a Teheran Bruce Laingen è in contatto col nuovo ministro degli Esteri iraniano Sadr. Continuano le. mediazioni dell'Olp, dell'Algeria, della Siria, del Pakistan e di numerosi altri Paesi. Ma le trattative vere e proprie non sono ancora incominciate. Gli Stati Uniti fanno affidamento sulla mobilitazione dell'opinione pubblica mondiale, riassunta dall'appello congiunto di venerdì del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma considerano la situazione tuttoramolto delicata». Il governo americano ha confermato che l'ambasciatore svedese a Teheran Sunnberg e diplomatici francesi, algerini e siriani hanno visitato gli ostaggi ieri, e hanno poi discusso il loro rilascio al ministero degli Esteri con gli studenti che li detengono. -Sunnberg ci ha trasmesso un messaggio con le firme di 33 prigionieri che chiede di allontanare l'ex Scià — ha detto Hodding Carter —. Afa non siamo affatto certi della sua validità. Non sappiamo se le firme sono autenticlie, se esso è stato scritto dietro violenza. Non capiamo neppure se chieda l'estradizione di Reza Pahlavi in Iran o la sua espulsione». Gli ostaggi, ha precisato il portavoce, sono tenuti legati, ma ricevono tre pasti al giorno: «Le loro condizioni psichiche non sono buone» ha concluso. L'atteggiamento della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato non sembra preludere a cedimenti nei confronti dell'ayatollah Khomeini. Carter e il segretario di Stato Vance paiono anzi convinti che il tempo giochi a loro favore. Hodding Carter ha fatto osservare che a Teheran gli studenti sarebbero già divisi, una parte vorrebbe un -tangibile segno di buona volontà» verso gli Stati Uniti, l'altra vi si oppone. Questa divisione si rifletterebbe anche nel Consiglio rivoluzionario e nel governo in formazione. Per questo motivo, il presidente ha ieri invitato ufficialmente gli americani ad abbandonare le dimostrazioni di protesta contro l'Iran: -C'è oltraggio. C'è frustrazione. C'è ira — ha detto Carter in un comunicato — ma c'è anche l'orgoglio e il coraggio di coloro che sono in pericolo e la partecipazione al loro dramma e a quello delle loro famiglie. Ci aspettiamo die ogni americano eviti azioni che potrebbero aggravare i pericoli per gli ostaggi a Teheran». Il presidente ha condannato le battaglie di venerdì in numerose città, che hanno portato a centinaia di arresti, soprattutto in California. Quali proposte la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato stiano preparando non è dato sapere, almeno per ora. Un indizio potrebbe venire dall'offerta del presidente egiziano Sadat all'ex Scià diaccoglierlo come rifugiato politico in Egitto, e farlo curare da medici americani. Reza Pahlavi, che ha avuto un colloquio in ospedale con l'ambasciatore di Sadat all'Onu, Ashraf Gharbal, ha detto che -esaminerà l'offerta coi chirurghi e i familiari». La partenza da New York renderebbe più facile la soluzione del problema per Carter e Vance, ma li danneggerebbe per le elezioni dell'anno prossimo. La consegna dei beni Pahlavi al regime di Khomeini sarebbe considerata poi una resa. Ennio Caretto