Khomeini, implacabile, respinge l'appello del Papa di Igor ManFilippo Pucci

Khomeini, implacabile, respinge l'appello del Papa Khomeini, implacabile, respinge l'appello del Papa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TEHERAN — Dai sotterranei dell'ambasciata americana esce un documento drammatico: la lettera di un ostaggio. Si chiama Kevin Hermening, scrive alla famiglia che vive a Oak Creek, nel Wisconsin. Pensiamo sia dovere del cronista riprodurla pressoché integralmente; il lettore saprà trarne la giusta lezione. •Cara mamma, Ken e famiglia, salve. Siamo sempre prigionieri ma siamo trattati molto bene. Non ci fanno del male. Proprio adesso sono stato interrogato dai leader che ci tengono nelle loro mani. Ci hanno sottoposto un foglio da. firmare, sempre che volessimo farlo. Un foglio in cui si chiede al governo degli Stati Uniti di rispedire qui lo Scià in cambio della nostra liberazione. Io ho firmato e son contento di averlo fatto. Non verremo liberati finché lo Scià non sarà consegnato all'Iran e più rimaniamo in queste condizioni, più crescono le possibilità che accada qualcosa di terribile. •Noi — prosegue la lettera, A PAGINA 4 Carter espelle dagli Usa gli studenti iraniani non in regola con il visto scritta in stampatello, come usano fare molti americani — giacciamo, notte e giorno, mani e piedi legati. Forse qualcuno o qualcosa potrebbe finalmente convincere Carter a curarsi più della sua gente piuttosto che di uno stupido Scià. Allora potremo tornare a casa sani e salvi. Ora debbo lasciarvi, ma voglio dirvi che vi amo infinitamente. Kevin». C'è un post scriptum: «Non sono stato forzato a scrivere. Credetemi». La lettera porta la data di venerdì 9 novembre, è stata distribuita in fotocopia ai giornalisti convocati dagli «studenti che seguono la linea di Khomeini», nel giardino dell'ambasciata americana, ieri alle 5 della sera. A me l'ha consegnata una miliziana in chador, dal viso innocente, insieme con un altro foglio fotocopiato: in testa questa scritta in un inglese incerto: « Chiediamo alla nostra nazione la consegna dello Scià al governo iraniano. In questo caso ci libereranno». Seguono 33 firme e una nota in calce: «Gli studenti hanno chiesto a trentacinque ostaggi di firmare. Trentatré hanno firmato. Domani interrogheremo gli altri». Gli ostaggi sono in numero di sessanta. Tra di essi dodici marines e l'addetto militare (che avrebbe rifiutato di fir¬ mare). Ieri, inopinatamente, hanno ricevuto la visita dell'ambasciatore di Svezia, dell'ambasciatore d'Algeria, dell'ambasciatore di Siria, dell'incaricato d'affari francese. I quattro diplomatici sono giunti alle 3 del pomeriggio, facendosi largo a stento tra la folla che bivacca notte e di davanti all'ambasciata, intasando via Taleghani chiusa al traffico. Altoparlanti diffondono nenie struggenti che dicono «dell'immenso amore delle masse per Khomeini», scandiscono slogan che vengono ripetuti con voce irosa: «Morte a Carter»; «Morte alle spie»; «Né destra, né sinistra: Islam». Sul lungo muro che recinge l'ambasciata corre la scritta: «americani non dimenticate il Vietnam», si vedono ovali in fotocolor di Khomeini insieme con Arafat. Il cancello è guardato da impuberi armati di mitraglietta. Consegniamo attraverso le sbarre le tessere di riconoscimento ma solo dopo due ore d'attesa veniamo chiamati, uno per uno. Varcato il cancello ci perquisiscono, però senza rudezza. Le miliziane in chador hanno disposto poltroncine in quattro file, un tavolo adorno di fiori gialli. Una foto di Khomeini, un cartello: «L'America è satanica, lo testimonia il Vietnam». Quando i quattro diplomatici prendono posto al tavolo, la folla al di là del cancello si tace. Nell'aria vortica il profumo dei fiori mischiato all'odore della carne arrostita, delle barbabietole lesse vendute da improvvisati ristorantini mobili. Parla per tutti l'ambasciatore di Svezia, Sunnberg, ed è il solo vestito di scuro, l'unico a tradire emozione. «Siamo Igor Man (Continua a pagina 2 In terza colonna) A PAGINA 5 Il Papa propone la completa riabilitazione di Galileo Galilei di Filippo Pucci

Persone citate: Arafat, Galileo Galilei, Kevin Hermening, Khomeini