Uno sciopero della fame degli agenti dell'Asinara

Uno sciopero della fame degli agenti dell'Asinara Protesta contro «le disumane condizioni di lavoro» Uno sciopero della fame degli agenti dell'Asinara DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SASSARI — I duecentoventldue agenti di custodia del «supercarcere» dell'Asina-1 ra fanno da giovedì sera lo sciopero della fame e sono decisi ad andare avanti fino a quando non andranno all'Asinara il comandante generale del Corpo ed un ispettore del ministero e non verrà trasferito il direttore, il dott. Luigi Cardullo colpevole, ai loro occhi, di aver eccessivamente rallentato la sorveglianza ai detenuti, mettendo in pericolo la stessa incolumità degli agenti, e di non assicurare alle famiglie degli agenti alcuni indispensabili servizi come la scuola, i trasporti, ecc. Oli agenti accusano infine il direttore di attuare una serie sistematica di trasferimenti, favoriti dalla mancar za dei servizi, in modo da allontanare dall'Asinara tutti 1 civili e consentire cosi al direttore di avere un nucleo di agenti di custodia non legato a problemi materiali e quindi di totale disponibilità. Nella mattinata di ieri si è recato all'Asinara il giudice di sorveglianza del tribunale di Sassari dott. Mario Esposito. Ma la sua competenza non si estende ai problemi del personale di custodia; è quindi da ritenere che egli abbia voluto controllare la situazione che, in questo stato di cose, po¬ trebbe precipitare con conseguenze gravissime. La protesta degli agenti di custodia dell'Asinara doveva manifestarsi con uno sciopero della fame 11 12 settembre, giorno della festa del Corpo, ma non ebbe luogo perché non tutti erano d'accordo. C'è voluta la «battaglia» del 2 ottobre, cioè la rivolta dei terroristi rinchiusi nella sezione speciale di «Fornelli» che hanno fatto uso di potenti ordigni esplosivi confezionati dentro caffettiere, in cui gli agenti hanno visto minacciata la loro stessa vita e non soltanto lesa la loro dignità, a convincere i più tiepidi a unirsi alla protesta e ad invocare provvedimenti radicali. Tutto il loro malcontento le guardie carcerarle lo avevano manifestato pubblicamente una settimana dopo quella terribile notte. «5e.Ce un lager all'Asinara — fecero sapere con telefonate al giornali e alle agenzie di informazione —non è per i brigatisti che godono di un trattamento speciale, ma per gli agenti di custodia». Responsabile di questo trattamento, a loro avviso, è il direttore Cardullo che aveva posto in atto anche per i brigatisti alcune disposizioni ministeriali di tolleranza. Cosi erano scomparsi i vetri divisori nel parlato!, non veniva ap- ; plicata la perquisizione siste< manca dei famigliari dei terI roristi prima e dopo i loro irii contri, ai colloqui non assist ej va nessuno perché l'agente che avesse voluto presenziare veniva minacciato di morte ed eguali minacce venivano I proferite nei confronti dei suoi famigliari. Da quando il carcere di «Fornelli» è stato messo a I soqquadro, poco più di un mej se fa, diciassette o forse più {detenuti «pericolosi» sono stati trasferiti nel «bunker» di Cala d'Oliva. Vengono sorvegliati da agenti di custodia che come i detenuti vivono in condizioni «assolutamente disumane». Il sottosegretario alla Giustizia on. Raffaele : Costa nella sua recente visita all'Asinara aveva chiesto che { il «bunker» venisse eliminato; il ministero ha disposto ultrimenti. •I problemi sono tanti — di- : ce un agente che ha fatto pervenire ima lettera ad un gior- ; naie locale — ma a questo ì punto soltanto il trasferimen- ; to del direttore potrà cambia-! re qualcosa. Finora abbiamo sopportato, sperando che alcuni provvedimenti fossero provvisori, ora ci siamo accor-1 ri che la segregazione e le umi- . nazioni per noi agenti sono \ una regola». Antonio Pinna

Persone citate: Antonio Pinna, Cardullo, Luigi Cardullo, Mario Esposito

Luoghi citati: Sassari