Zac: non ci sono altre strade oltre la solidarietà nazionale di Alberto Rapisarda

Zac: non ci sono altre strade oltre la solidarietà nazionale Il dibattito politico non tocca il governo Cossiga Zac: non ci sono altre strade oltre la solidarietà nazionale Andreotti conferma: alleanze col pei nelle giunte locali - La direzione socialista approva un documento sulle «cose che il governo deve fare» - Craxi annuncia una più stretta collaborazione con il psdi - Nota del pri sull'economia ROMA — Zaccagnini non esclude che il pei possa in futuro diventare alleato della de; Andreotti insiste nel proporre per la prossima primavera governi regionali formati da democristiani e comunisti e il doroteo Gava, sul Popolo di oggi, pur criticando questa soluzione, lascia intendere che non gli dispiacerebbe poi tanto. Sul tema dei governi dc-pci negli enti locali, il dibattito interno democristiano sta diventando più concreto. Al prossimo congresso di gennaio non è escluso che questo diventi l'elemento centrale del confronto tra le varie cor- renti. L'alleanza della de col pei nelle giunte è vista, dai suoi sostenitori, come un passo avanti per far tornare il pei nella maggioranza di governo senza ottenere però posti di ministro. Il più chiaro di tutti in proposito è l'ex presidente del Consiglio, Andreotti (uno dei più quotati candidati alla segreteria de), il quale ha scelto questa linea: «La migliore furbizia è dire la verità». E la verità di Andreotti è — secon-" do quanto riferisce Panorama che «fasciare agli organi regionali del partito maggiori poteri nel risolvere i problemi delle giunte non significa affatto un sovvertimento di linea politica. Se continuassimo nella strada delle allearne del pei con gli altri parliti democratici e contro la de, potremmo avere conseguenze assai gravi*. L'ingresso del pei in giunte regionali con la de permetterebbe, secondo Andreotti, la ripresa, «senza opposizioni ultimative, di un qualche effettivo rapporto di solidarietà nazionale- (pei nella maggioranza di governo, ndr). Zaccagnini ha colto l'occasione per rilanciare ponti verso i comunisti, parlando ad un comizio in provincia di Modena. Il tono complessivamente duro e critico verso i socialisti e i riconoscimenti dei meriti del pei offrono la chiave per cogliere vari segnali che il segretario democristiano propone al suo partito. «Noi crediamo nella politica di solidarietà nazionale e crediamo che essa debba ancora esprimere le sue migliori potenzialità- è la premessa di Zaccagnini. Altre soluzioni non se ne vedono, quindi non rimane per la de che questa strada con due limiti: niente governi che facciano pensare al compromesso storico e niente soluzioni che comportino «prezzi esosi- per la de (riferimento alla richiesta socialista della presidenza del Consiglio). Il passrggio più controverso del discorso è quello che riguarda il pei. Cosi come hanno fatto per i processi di Praga, i comunisti debbono essere chiari sul problema della pace in Europa. «Sono questi i nodi (...) che esso deve autonomamente sciogliere se vuole davvero presentarsi domani come un alleato e dopodomani come una alternativa alla de-. E' una frase che ha fatto sorgere il dubbio che Zaccagnini pensi ad una possibilità diretta di governo con il pei, ipotesi finora sostenuta apertamente solo da Galloni nell'area zaceagniniana. La terza integrazione al discorso che con un filo unitario si snoda da Andreotti a Zaccagnini, l'ha data il doroteo Gava, responsabile per gli enti locali. Gava scrive sul Popolo che, tra l'altro, il pei può arrivare al governo «attraversando il guado, ossia portando a termine il già iniziato processo di evoluzione e rendendo così realizzabili coalizioni die oggi sono impossibili-. Mentre si sviluppa questo dibattito all'interno della de, gli altri partiti si sono di fatto impegnati a «non disturbare il manovratore», e cioè il governo Cossiga, fin dopo il congresso democristiano e probabilmente fino alle elezioni amministrative di primavera Ma tutti si stanno già preparando per il dopo. I repubblicani hanno sollecitato ieri da Cossiga una risposta al loro polemico docu¬ mento sulla politica economica del governo. I socialisti, a conclusione di una direzione durata due giorni, hanno approvato una lunga serie di risoluzioni sui problemi più pressanti per il governo. In pratica, il governo viene pungolato con numerose critiche, ma senza alcuna intenzione di metterlo in crisi. Più che altro, sembra che i socialisti abbiano voluto definire la base delle loro richieste per quando dovranno trattare per formare il governo che succederà a Cossiga. La conclusione immediata è che i margini di manovra dell'esecutivo si sono ristretti. A conclusione della direzione socialista, il segretario Craxi ha constatato «la sostanziale unità- di tutta la direzione sui problemi esami-: nati ed ha confermato per novembre un incontro tra psi e psdi per raggiungere una maggiore collaborazione tra i due partiti. Alberto Rapisarda

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