«Contro l'inflazione accordo con il pci» di Arrigo Levi

«Contro l'inflazione accordo con il pci» La strategia politico-economica del presidente della Confindustria «Contro l'inflazione accordo con il pci» " Nel discutere i problemi dell'economia italiana, in un momento difficile per il quadro mondiale. Guido Carli tende più che mai a passare dall'analisi economica a quella politico-economica, o semplicemente politica. La sua interpretazione dei fenomeni monetari è come sempre raffinata e penetrante; ma il pensiero gli corre irresistibilmente alle grandi scelte politiche, che giudica determinanti per curare i mali dell'economia, a partire dall'inflazione che è quello fondamentale: un male non solo italiano, giacché l'Italia «è oggi molto meno diversa dagli altri Paesi di quanto pensino gli italiani». Quando Carli predica il ritorno alla politica della «solidarietà nazionale», dalla de al pel, lo ja perché non vede altra strada per schiacciare l'inflazione: e questa è la priorità assoluta della politica economica di tutto l'Occidente, se si vuole evitare una grande crisi mondiale. «Reprimere l'inflazione con il solo impiego di strumenti monetari non è impossibile — dice — ma produce lacerazioni profonde. Una strategia "thatcheriana", neoliberista e monetarista, offre una risposta al problema, a condizione però che si accetti quanto di autoritario essa comporta: ogni soluzione di questo tipo ha inesorabilmente un forte quantum autoritario. Se l'Italia non può tollerare tale scelta, la sola alternativa è una forma contrattuale di politica economica». Carli tende a minimizzare la misura del suo dissenso dalla politica economica del governo Cossiga. Mi ricordo quanto mi ha detto giorni fa il ministro del Bilancio Nino Andreatta, nell'annunciare la decisione di difendere a tutti i costi il proposto disavanzo pubblico massimo dì 40 mila miliardi, contro qualsiasi ulteriore imposizione di spesa, parlamentare o sindacale: «Su questa linea — mi aveva detto Andreatta — noi teniamo, bisogna tenere: proprio perché siamo stati moderatamente espansionistici, non intendiamo cambiare il mix della nostra politica economica, che cambierebbe significato se saltasse il quadro di riferimento, il sistema di prezzi e disavanzi previsti. La nostra politica monetaria, già piutto- sto restrittiva, diventerebbe allora pesantemente restrittiva: la nostra politica di bilancio perderebbe la sua carica moderatamente espansiva. Su questo siamo fermi. Ciò vuol dire che se il Parlamento passasse i provvedimenti di spesa che temiamo, noi il giorno dopo aumenteremmo le imposte: il Parlamento deve sapere che è questo ciò che noi facemmo». Carli condivide questi coraggiosi propositi; ma non può non chiedersi quanti siano coloro che credono veramente che il governo avrà la forza per restare ad essi fedele. «Non vi è un contrasto assoluto tra me e Andreatta — dice —. Riconosco che non ha torto quando sostiene che l'uso dei sistemi monetari contro l'inflazione (come io li usai con successo, da governatore della Banca d'Italia, nel 1963-64 e nel 1973-74). oggi non si può più fare: certo non in queste condizioni politiche. Allora i sistemi monetari funzionavano, sia perché ci si muoveva nell'era del piccoli numeri, sia perché quella era una società economica meno civilizzata e la pressione delle misure monetarie veniva recepita senza sofisticazioni. Nel 1963-64 era una società bambina; lo era già assai meno nel 1973-74, e infatti le conseguenze della strategia monetaria furono allora assai più laceranti». «Riconosco — dice ancora Carli — che se fossi chiamato a pronunciarmi in pubblico nella posizione istituzionale che occupa Andreatta, sarei molto esitante a fare qualcosa di diverso da quello che egli fa. Ma io sono convinto — e questa potrebbe essere la divergenza tra noi — che quando l'inflazione si innesta strutturalmente su un sistema economico, come si è innestata sul nostro, allora l'infla Arrigo Levi (Continua a pagina 2 In quinta colonna)

Persone citate: Andreatta, Carli, Cossiga, Guido Carli, Nino Andreatta

Luoghi citati: Italia