Le lettere di licenziamento già spedite ai 60 della Fiat

Le lettere di licenziamento già spedite ai 60 della Fiat Con nuove articolate motivazioni del provvedimento Le lettere di licenziamento già spedite ai 60 della Fiat Per i sindacalisti anche la seconda formula non sarebbe soddisfacente TORINO — Le raccomandate di «sospensione cautelativa» con le nuove motivazioni dovrebbero essere recapitate ai 60 lavoratori Fiat entro oggi e domani. Perché il licenziamento diventi effettivo dovranno trascorrere i sei giorni previsti dal contratto durante i quali gli interessati hanno facoltà di presentare le loro controdeduzioni. Poiché già in occasione delle precedenti lettere i lavoratori e il sindacato hanno rinunciato a questa facoltà è prevedibile che i sei giorni non rappre I sentino altro che una formali I & burocratica, al termine del- la quale scatteranno 1 nuovi licenziamenti. Ormai tutta la vicenda dei «sessanta» sembra correre sui binari burocratlco-giuridici e in questa chiave può essere letto l'atteggiamento delle parti che si muovono senza emozione, seguite e consigliate, ad ogni passo, dai rispettivi collegi legali. E' un'atmosfera ben diversa da quella carica di tensione e di timori vissuta un mese fa, quando la Fiat annunciò la prima volta 1 licenziamenti. In tutte le aziende del Gruppo Fiat ieri si è lavorato regolarmente e il sindacato per ora non ha preso iniziative di agitazione. I dirigenti dell'azienda non hanno reso noto il testo delle lettere -perché gli interessati non le conoscono ancora» e il direttore delle relazioni esterne Fiat, Luca di Montezemolo, si è limitato a dichiarare: «Le lettere contengono motivazioni molto più precise e molto più articolate, ma ci tengo a ribadire che anche in questa seconda fase di lettere noi non produrremo né nomi né prove testimoniali, perché riteniamo in questa maniera di salvaguardare l'incolumità dei testimoni, in un clima in cui salvaguardare l'incolumità è molto importante se non decisivo, ma li esibiremo solo nella sede più logica che è quella del tribunale». •Se le cose fossero così — ha commentato ieri il segretario nazionale della Firn, Silvano Veronese, che si occupa in prevalenza del settore Fiat — non muterebbe sostanzialmente la nostra opposizione. Ancora una volta la Fiat non metterebbe in condizione i lavoratori accusati di potersi di- fendere, mancando nelle lettere riferimenti precisi in termini di date, parti lese, luoghi degli eventuali addebiti». Comunque lunedi si riuniranno a Torino i legali dei due collegi di difesa (quello sindacale per 50 lavoratori e quello «alternativo» per 10) con i segretari nazionali della Firn. Veronese, Sabatini e Morese, per definire l'atteggiamento da tenere. E' annunciata per lunedi anche una riunione del Coordinamento sindacale del Gruppo Fiat «c/te probabilmente deciderà azioni di lotta contro la nuova mossa della Fiat». U segretario generale della Uil, Giorgio Benvenuto, ieri ha definito «non convincente» il nuovo atteggiamento della Fiat ed ha aggiunto: •Non accettiamo che ci siano licenziamenti senza motivazioni Nella polemica è intervenuto il vice presidente della Confindustria, Buoncristiani che ha dichiarato: •Riportare un clima di governabilità e di normalità all'interno delle imprese è condizione indi spensabile non solo per il mantenimento di un'attività produttiva, ma è fondamentale per il ripristino di un clima di civile convivenza». «Tate obiettivo — secondo Buoncristiani — è perseguibile solo con la possibilità di adottare provvedimenti nei confronti di coloro che si rendono responsabili di atti di violenza e di intolleranza». La vertenza dei «sessanta corre ormai sui binari legali ma le relazioni industriali tra Fiat e sindacati come vanno? •Praticamente — ci ha risposto ieri il segretario generale della Firn, Vincenzo Mattina — sono interrotte da oltre un mese, ma credo che non sia interesse di nessuno proseguire in un sistema di rapporti che passi solo per le aule dei tribunali». Mattina ritiene che •dopo la tempesta si debba ritrovare un terreno di confronto tra la maggiore azienda italiana e il maggior sindacato, cioè la Firn». Chi dovrebbe fare il «primo passo»? Alla domanda Mattina ha risposto: «£' stata la Fiat a fare la fri ina mossa con i licenziamenti; tocca alla Sergio Devecchi (Continua a pagina 2 In sesta colonna)

Persone citate: Buoncristiani, Giorgio Benvenuto, Morese, Sabatini, Sergio Devecchi, Silvano Veronese, Veronese, Vincenzo Mattina

Luoghi citati: Torino