Roma: agente ucciso dalle Br lavorava presso via dei Volsci di Sandra Bonsanti

Roma: agente ucciso dalle Br lavorava presso via dei Volsci L'agguato compiuto da un commando di cinque terroristi Roma: agente ucciso dalle Br lavorava presso via dei Volsci Accompagnava a casa la fidanzata - Aveva 24 anni, era siciliano - Doveva sposarsi tra un mese - La polizia non esclude un rapporto tra l'attentato e le operazioni di controllo sugli autonomi - L'assassinio rivendicato con una telefonata ROMA — Michele Granato, 24 anni, di Lercara Friddi in provincia di Palermo, figlio di un ex minatore, agente di Pubblica Sicurezza: è stato ucciso da un commando di cinque terroristi mentre entrava nella casa della fidanzata, in una strada dì edifici popolari, parallela alla via Tiburtina. Un quartiere di operai e piccoli commercianti, un quartiere che porta sui muri 1 segni del nostro tempo: a pochi metri dal portone dove è caduto 11 ragazzo siciliano una scritta rossa « Onore a Lo Muscio» è stata corretta in « Onore a Guido Rossa». La fidanzata, Ornella Ornetti, ha appena 18 anni ed è la figlia del portiere dello stabile al numero 58 di via Donati. Avrebbero dovuto sposarsi tra un mese, un legame che durava da giugno. Adesso è lei la testimone principale a carico degli assassini di Michele Granato. Michele, come ogni giorno quando il servizio glielo permetteva, era andato a prenderla a scuola, l'Istituto tecnico Villa Paganini, e la riaccompagnava a casa. Hanno parcheggiato la Renault dal lato opposto della strada, hanno attraversato e si sono diretti verso il portone. Appoggiata a un'auto c'era una coppia di giovani abbracciati, sembravano intenti a scambiarsi gesti d'amore, proprio come quelli che assistevano Prospero Gallinarl poco prima della sparatoria in via di Porta Metronia. Ornella precedeva il fidanzato, vestito in borghese, allegro come lo era sempre, felice come quando poteva passare qualche ora fra le mura di ùnacasa vera; da quando sei anni fa era en- trato nella polizia. Granato viveva in caserma. •Sono entrata prima io — ha raccontato Ornella —e appena dentro ho sentito dei colpi, mi sono girata e l'ho visto disteso a tetra, davanti al portone. L'uomo sparava con una pistola col silenziatore, la donna con un 'altra pistola. Mi hanno sentito urlare, hanno visto che mi avvicinavo a Michele. Allora la donna mi ha detto: "Ferma, non ti avvicinare e non gridare se no ammazzo anche te". Sono fuggiti, sparando ancora, addosso a Michele che pareva già morto. Mi è morto fra le braccia. Perché?.. La coppia di terroristi ha raggiunto una «125» bianca con tre uomini sopra. L'auto —rubata il 2 novembre scorso — si è dileguata nelle strade che attraversano la Tiburt ina ed è stata ritrovata più tardi a un chilometro di distanza. Alle 17 precise una voce di donna telefona all'Ansa. Dice: ^Abbiamo giustiziato La frase viene interrotta mentre 11 centralino tenta di passare la telefonata alla cronaca. Un'ora dopo, squilla il centralino d'un quotidiano. Un'altra voce annuncia: «Rivendichiamo noi l'attentato. Segue volantino. Brigate rosse». Appena arrivato a Roma, Michele Granato era stato in servizio presso il commissariato di Ponte Milvio. Ma da quattro anni il suo posto era tra gli agenti della squadra giudiziaria del Commissariato di San Lorenzo, dal quale dipende la zona più «calda» di Roma. Nel cuore della città universitaria, a poche centinaia di metri dal Policlinico, dalle sedi dei gruppi estremisti, vicino anche a via dei Volsci, quartier generale degli autonomi romani. Dopo l'arresto a Ortona di Daniele Pifano e degli altri due dipendenti del grande ospedale, il commissariato San Lorenzo era stato il primo ad esser «allertato». La squadra giudiziaria aveva compiuto perquisizioni in via dei Volsci. a Radio Onda Rossa, aveva perlustrato l'università. C'è un legame fra l'esecuzione di Granato e le opera¬ zioni di «controllo» sugli autonomi? Si è trattato di una risposta, di una intimidazione precisa contro gli agenti impegnati in prima fila nella lotta contro 1 fiancheggiatori del terrorismo? La polizia sembra orientarsi in questo senso. Tra i compagni di Granato, al commissariato San Lorenzo, c'è una rabbia difficile da' contenere. Raccolgono le cose del ragazzo, i suoi tesserini, i vestiti, il borsello. Dicono: «Era uno che dormiva con noi, che viveva con noi». E non hanno dubbi sulle cause della morte di Michele : era tra i più conosciuti nella zona e t terroristi sapevano tutto di lui Che viveva in caserma e quindi dovevano colpirlo altrove; che era fidanzato e quasi tutti 1 giorni andava in via Donati. La famiglia di Ornella, per lui lontano da tutti, era diventata la sua. Ieri la futura suocera fissava la pozza di sangue sulla porta di casa. «Povero figlio, che t'hanno fatto... Sandra Bonsanti (Continua a pagina 2 In sesta colonna) Michele Granalo

Luoghi citati: Lercara Friddi, Ponte Milvio, Roma