I sindacati: «Facciamo una questione di metodo e non di merito: il decreto andava rispettato»

I sindacati: «Facciamo una questione di metodo e non di merito: il decreto andava rispettato» I sindacati: «Facciamo una questione di metodo e non di merito: il decreto andava rispettato» Il decreto del pretore del lavoro ha avuto, per 1 sindacati, il sapore di una vittoria. «Afa — ha precisato Franco Oheddo, segretario generale Cisl della città — è una vittoria della legge ed una sconfitta per chi ha tentato di sovrapporsi alla legge decidendo per conto suo*. Alle 18, improvvisa e, forse, del tutto inattesa, la reazione della Fiat al provvedimento del magistrato: conferma del licenziamento • motivato* per tutti 1 sessantuno dipendenti. Per Corrado Ferro, segretario provinciale Uil, 11 problema che si è posto, fino dall'inizio della vicenda, è di -metodo*. Non intende -muovere guerra* all'azienda pronunciandosi nel «merito» dei licenziamenti. Precisa: -La Fiat presenti le prove di ciò che i lavoratori avrebbero fatto. Certo, se si fosse rispettato il decreto del dott. Converso anziché ribadire i licenziamenti si sarebbe potuto valutare più serenamente l'intera questione*. Anche per Fausto Bertinotti, segretario regionale Cgil, l'at¬ teggiamento della Fiat va considerato un •attacco al potere di contrattazione del sindacato*. • La vicenda — prosegue — ètutt'altro che conclusa, sia dal punto di vista giuridico che politico, ma il primo atto (l'ordinanza di riassunzione)premia l'iniziativa del sindacato e la sua capacità di ricorrere con fermezza e precisione alla magistratura, forte anche della sua posizione politica contro violenza e terrorismo*. Dunque, sostanzialmente una •conferma alla validità e alla coerenza della linea espressa dal sindacato unitario*. Secondo Oheddo, la Fiat ha lasciato •spazio al potere giudl- ziario solo nel corso della seconda fase, a condanna eseguita, cioè dopo aver licenziato i lavoratori*. Le organizzazioni sindacali non possono che •confermare il giudizio positivo per l'operato del pretore e confermare tutte le valutazioni fitte in questi ultimi tempi sul tipo di rapporti esistenti in fabbrica e sui modi con cui il sindacato fa crescere ed organizzare la forza delle maestranze*. Osservando questo rapporto nella sua Interezza, «é chiaro — aggiunge Bertinotti — che la Fiat non è in grado di dare risposte concrete sui temi: condizione operaia, Mezzogiorno e politica industriale*. Precisa: «Gli operai licenziati non sono che un atto dello scontro che vede di fronte Fiate lavoratori*. Ma 11 *passo falso della direzione aziendale, sconfessato dal decreto del pretore, va colto come sfida e su di esso il movimento sindacale, per essere forte, deve rapidamente costruire iniziative che costringano la Fiat a pronunciarsi sulle grandi questioni*. In sostanza l'atteggiamento del sindacato è duplice. Da un lato difende 11 suo potere di contrattazione opponendosi ad un metodo «inaccettabile» di agire, dall'altro riapre 11 confronto per sollecitare una risposta proprio su quegli argomenti che qualificano tutta la sua lotta. Corrado Ferro, In particolare, pone l'accento sul fatto che •anche la Fiat deve rispettare le leggi*. Il magistrato ha chiesto 1 motivi del licenziamenti, la Fiat, che 11 ha confermati, deve fornire le prove. •La magistratura — conclude ancora Ferro — non si è fatta influenzare dalla campagna di stampa sul fatto che non siamo in presenza di una lotta santa contro il terrorismo ma in presenza di una violazione di contratti*. La Firn non ha preso finora posizione ufficiale sul «secondo atto», ha annunciato un documento per oggi. Carlo Novara

Persone citate: Bertinotti, Carlo Novara, Corrado Ferro, Fausto Bertinotti, Franco Oheddo