Una platea di critici per Chaplin di Gianni Rondolino

Una platea di critici per Chaplin Una platea di critici per Chaplin «Chapliniana. Chaplin e la critica», a cura di Guido Oldrini. ed. Laterza, pag. XXII-285. lire 4500. A poco meno di due anni dalla morte di Charlie Chaplin. dopo l'apparizione di numerosi saggi critici, articoli commemorativi e alcuni libri — tra i quali va segnalata l'ampia e informata biografia chapliniana di John McCabe. pubblicata nel 1978 —, ecco l'uscita dì questa antologia di scritti su Chaplin. che rimette in discussione questioni critiche e di metodo e fornisce materiale interessante e utile per ripercorrere la fortuna del grande regista. Si va dal saggio del 1921 di Luis Delluc alle recensioni di Guido Aristarco di Luci della ribalta e ài Un re a New York, rispettivamente del 1953 e del 1957. al contributo crìtico di John Howard Lawson del 1964. attraverso una serie di interventi, spesso illuminanti, firmati da studiosi come Elie Faure. Umberto Barbaro. Vsevolod Pudovkin. Pierre Leprohon. Luigi Chiarini. André Barzin. Harry Grace. Aleksandr Lejtes. In realtà non si tratta di un libro nuovo, ma della ristam- pa di un'opera divenuta famosa e da molti anni esaurita, Chaplin e la critica di Glauco Vìazzi, uscita da Laterza nel 1955. Guido Oldrini ne ha fatto una nuova edizione, to¬ gliendo qualche testo da luì ritenuto inutile e aggiungendone un paio (di Lawson e di Aristarco), sfoltendo abbondantemente la preziosissima bibliografia redatta da Viazzi e aggiornandola, sommariamente, al 1979 (ma vi manca il libro citato di McCabe). L'operazione, come ogni operazione antologica e di revisione, può sollevare le più ampie riserve, anche perché, cosi scorciata e non sufficientemente integrata con saggi più recenti, l'antologia perde molto del suo valore. Ma tant'è. Ciò che importa è che sono nuovamente a disposizione del lettore italiano testi rari e di ormai difficile reperimento. E se ci pare azzardata l'affermazione di Oldrini che «il realismo di Chaplin, in guanto arte, si è spinto più avanti della sua critica, si è trovato a un certo punto in contrasto con l'irrealismo di essa-, è indubbio che, da un lato, alcune delle linee fondamentali della critica chapliniana sono già contenute in questi scritti, molto «datati»; dall'altro i contributi più recenti — totalmente trascurati da Oldrini — si muovono ancora in am¬ biti alquanto ristretti. Tanto che le indicazioni di Viazzi del 1955. per una critica «che rifiuti la genericità, l'indeterminazione, l'apologia, le predilesioni soggettive, e l'arbitrio delle interpretazioni parziali», sono in gran parte tuttora valide. Ciò significa che, nonostante alcune ricerche di notevole interesse condotte in questi ultimi tempi con gli strumenti della semiologia e della psicanalisi, che hanno aperto nuove e stimolanti prospettive critiche sull'intera opera chapliniana, è quanto mai necessario riportarci ai testi — cioè ai singoli film e agli scritti di Chaplin — indagandoli in rapporto sia alla loro genesi, struttura e interdipendenza reciproca, sia al cinema americano e più ancora alla società e al momento storico in cui sono stati prodotti e recepiti da un pubblico vastissimo. Come dire che i pregi del cinema di Chaplin possono essere colti e valutati criticamente soltanto se lo si storicizza. Il che può essere una banalità, se non fosse che molta recente critica cinematografica si muove in direzione opposta. Gianni Rondolino Charlol visto da Fernand I<égvr

Luoghi citati: New York