Un favoloso 007 del 1912

Un favoloso 007 del 1912 Il giallo di Sir Buchan anticipatore di Fleming Un favoloso 007 del 1912 John Buchan: «I trentanove gradini», ed. Rizzoli, pag. 160. lire 5000. Fu nell'inverno 1914 che Sir John Buchan, responsabile del Dipartimento Informazioni, sì ammalò per qualche settimana. Gli era sempre piaciuto leggere i romanzetti «sensazionali» da poche lire, pensò di divertirsi a scriverne uno, e mise giù la storia veloce di un complotto spionistico ani inglese, di un testimone involontario, di una lunghissima caccia e fuga attraverso quasi tutto il paese, fino allo scioglimento finale. Sapeva, Sir John, di scrivere un piccolo classico e non solo del poliziesco? Ecco il libro, impoverito da una traduzione mediocre del¬ la sua lingua chiara e semplice e dunque elegante. Ingredienti: un ingegnere reduce dalle colonie, un misterioso agente del controspionaggio quasi subito assassinato, un terzetto di spie tedesche una delle quali ha la facoltà di «incappucciare gli occhi come un falco-, un capo dell'Intelligence - alter ego dello scrittore. Sospettato del delitto l'ingegnere fugge al Nord: ha con sé un taccuino cifrato affidatogli dalla vittima, cerca tempo per discolparsi e per comprendere. Sale su un treno diretto al Nord e noi con lui, ed è cosi che Sir John ci trasporta improvvisamente in un vagabondaggio «fatato» di lente colline coperte di erica, strade bianche, cespugli di ribes, greggi, vividi fiumi e trenini campagnoli, fattorie, locande, in una dolce Inghilterra agricola minacciata dai draghi-aeroplani degli inseguitori, da automobili-mostri che si avventano nella pace. Siamo, dice il romanzo, nel 1912; la guerra è dunque ancora lontana, è solo una nuvola malevola che a tratti oscura la luce. Come una antinatura, un misterioso e malefico regno di tenebra acquattati nel sole. Come un «eroe della spada» l'inseguito è anche un inseguitore. Cerca la tana del male e la trova una prima volta in un quieto villino nella brughiera: c'è un omino rotondo che assomiglia a Pickwick, ma «incappuccia gli occhi» e la Casina da favola salta per aria. Allo stesso modo, nei fioriti orrori delle fiabe l'innocente natura nasconde sempre la morte; solo un occhiale magico permette di vedere come in realtà i boschi siano lebbrosi nemici, i fiori serpenti velenosi. Un quieto pescatore del Sud nasconde, cosi, il principe buono. E due parole magiche, «Pietranera» e «Trentanove gradini», la chiave per la tana dell'orco. Ma si potrebbe, anche, leggere tutto come una prima, folgorante anticipazione delle avventure, cacce, meccanismi e futuri di James Bond 007 e del suo autore Ian Fleming: anche lui alto funzionario, anche lui scrittore per passatempo, anche lui elegante oxf ordiano nazionalista. Perché la cifra psicologica di questa favola è la stessa: San Giorgio e il Drago, l'Inghilterra in crisi ed i suoi nemici. Come ai tempi di Re Artù e di Mago Merlino. I trentanove gradini sono — in questa allegoria a chiave — anche i denti di un ingranaggio che sta dietro le cose, che scatta pagina dopo pagina come un meccanismo inesorabile e preciso? E' nascosto dagli ultimi orifiamma della Pace, della Natura, della Virtù, del Sacrificio. DeUa Vittoria, finalmente. L'impassibile orologeria dei film di Hitchcock è già pronta. Claudio Savonuzzi

Persone citate: Buchan, Fleming, Hitchcock, Ian Fleming, James Bond, John Buchan, Mago Merlino, Pietranera

Luoghi citati: Casina, Inghilterra