L'ultimo erede di un impero di Leopoldo Pirelli

L'ultimo erede di un impero L'ultimo erede di un impero Quello che succede in casa Pirelli solleva sempre un grande interesse nel mondo imprenditoriale internazionale: è naturale, quindi, la ridda di congetture e di voci che hanno sottolineato l'abbandono da parte di Leopoldo Pirelli di ogni attività operativa con le dimissioni da presidente delle -Industrie^ Pirelli Spa' che comprendono tutte le attività industriali e commerciali del gruppo nel nostro paese. La riconversione in atto dei maggiori gruppi industriali italiani è tutt altroché terminata. Dopo i casi clamorosi che hanno interessato i maggiori gruppi chimici, siamo ora di fronte ad alcune improrogabili esigenze che coinvolgono vecchie imprese che godono, tuttora, di larga fama internazionale. Nonostante le iniezioni di liquidità negli ultimi anni, le -Industrie Pirelli Spa- hanno recentemente fatto ricorso alla legge 787 per la costituzione di uno speciale consorzio finanziario che dovrebbe far uscire la società dalle secche in cui è rimasta incagliata. Ora l'ultimo erede della famiglia che da tre generazioni ha impersonificato l'aggressività imprenditoriale italiana ne! inondo, concentrerà la sua attività nella gestione delle diverse partecipazioni, che spaziano in molti paesi, e che fanno capo alla -Pirelli Italiana- e alla -Pirelli Internazionale», senza alcun impegno manageriale. Se da un lato è questa la logica conseguenza dell'evoluzione ìnoderna di imperi industriali multinazionali, dall'altra non mancano gli interrogativi. Dal dopoguerra in poi. la Pirelli ha perso terreno nei confronti dei vecchi agguerriti concorrenti, come la Michelin. e di nuovi che in certi settori hanno mostrato maggiori qualità sotto il profilo tecnologico La necessità e la volontà di mantenere l'intero gruppo sotto uno stretto controllo familiare ha forzatamente pesato sui programmi di sviluppo e sull'adozione di strumenti più sofisticati che imponevano mezzi finanziari ingentissimi. Basti pensare alla rivoluzione ne! campo dei cavi mediante l'utilizzo delle fibre ottiche, che in avvenire dovrebbero soppiantare i prodotti tradizionali e che per la loro fabbricazione richiedono investimenti colossali. Altro punto debole è quello dei pneumatici sia per la crisi energetica, e di conseguenza dell'automobile, sia per il ritardo con cui la Pirelli ha messo a punto i nuovi modelli. Le difficoltà delle industrie Pirelli erano poi ulteriormente aumentate dalla delicata situazione, politico-sociale che angustia il mondo imprenditoriale, e da tempo diventava urgente una ristrutturazione di (ondo die è assai più facile da fare quando dal lato della proprietà non vi é un esponente della famiglia. Si può parlare dell'inizio di un disimpegno in Italia dei Pirelli? Sì e no. Molto dipenderà da quanto accadrà nel prossimo futuro soprattutto in vista della costituzione di un consorzio per rimettere in sesto le industrie Pirelli E' da prevedere, comunque, che il rilancio del settore gomma e cavi richiederà l'intervento di nuovi soci e il potere della Pirelli Italiana potrebbe essere spartito In questo caso scomparirebbe dalla scena uno dei protagonisti di maggiore immagine dell'industria italiana. Non bisogna dimenticare la posizione di primissimo piano occupata, per diversi decenni, da Alberto e Piero Pirelli che. direttamente o indirettamente erano, assientv al senatore Giovanni Agnelli, i maggiori imprenditori del paese Renato Cantoni

Persone citate: Giovanni Agnelli, Piero Pirelli, Renato Cantoni

Luoghi citati: Italia