Nuovo decreto sull'energia varato domani dal governo

Nuovo decreto sull'energia varato domani dal governo Non ci sarà il «buco» petrolifero che si temeva Nuovo decreto sull'energia varato domani dal governo Sostituirà le norme bloccate dall'ostruzionismo dei radicali - In pratica, il provvedimento sarà uguale a quello già accantonato ROMA — Il prezzo della «super» non scenderà da 600 a 550 lire il litro; lo stanziamento di 50 miliardi per l'acquisto sui mercati internazionali del gasolio mancante in Italia non salterà; la disciplina per gli orari di accensione degli impianti di riscaldamento resterà in vigore. Il governo ha preso le contromisure e domani approverà un decreto legge «gemello» (seppur diverso in qualche particolare) di quello bloccato (e quindi destinato a cadere) dall'ostruzionismo radicale e missino alla Camera. Non ci sarà vuoto legislativo e all'atto pratico per altri 60 giorni tutto filerà liscio. I problemi, semmai, torneranno a galla al momento del dibattito parlamentare sul nuovo decreto. Gli esperti e i tecnici dei ministeri dell'Industria e delle Finanze si sono tenuti a stretto contatto in questi giorni per elaborare il nuovo provvedimento, che, a termini di legge, dovrà comunque presentare differenze rispetto a quello originario che decadrà il 14 novembre. L'orientamento sarebbe quello di presentare due distinte misure: 1 Un decreto legge che ribadìsce l'aumento di 50 lire il litro del prezzo dèlia benzina; l'istituzione di un fondo di 50 miliardi quale aiuto alle compagnie petrolifere a reperire sul mercato «spot» (quello libero) le circa 500-550 mila tonnellate di gasolio mancante; le disposizioni per regolare l'esercizio degli impianti di riscaldamento. 2 Un disegno di legge relativo all'utilizzazione dei ricavi derivanti dal rincaro della benzina (circa 1100 miliardi) per favorire gli investimenti nel settore energetico. Non ci sarà, quindi, 11 «buco» petrolifero, paventato da più parti nei giorni scorsi. Senza il contributo dello Stato, le compagnie sostengono di non essere in grado di acquistare gasolio ai prezzi praticati sui mercati internazionali. In tal caso, sono pronte a sospendere le importazioni. Con la riconferma del fondo di 50 miliardi gli approvvigionamenti dovrebbero proseguire con regolarità. Un «nodo» ancora da sciogliere riguarda i fondi di dotazione dell'Enel. La Camera ha ridotto da 400 a 100 miliardi i finanziamenti per 1*80 disposti nel vecchio decreto. L'Enel e il governo ritengono che 100 miliardi siano una cifra irrisoria rispetto allo sviluppo del settore con conseguente pericolo di paralisi nella distribuzione di elettricità. E' ora da vedere se il Consiglio dei ministri tornerà domani stesso alla carica, reinserendo nel decreto lo stanziamento di 400 miliardi, oppure preferirà temporeggiare mettendo in discussione la proposta nel disegno di legge. Un'altra importante questione è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di domani: il problema degli euromissili, in vista della riunione del Comitato tecnico della Nato, il 14 novembre all'Aia, cui parteciperà il ministro della Difesa, Ruffini.

Persone citate: Ruffini

Luoghi citati: Italia, Roma