La direzione dc rinuncia a «processare» Andreotti

La direzione dc rinuncia a «processare» Andreotti Alcuni leader hanno disertato la riunione La direzione dc rinuncia a «processare» Andreotti Donat-Cattin: «Il partito deve assumere un atteggiamento preciso sul problema delle pensioni» - Il pri rilancia il «patto sociale» ROMA — Si è svolta ieri a Piazza del Gesù la direzione de ma il «processo» ad Andreotti per le giunte dc-pci non c'è stato. La riunione è stata disertata da molti capi storici ed è filata via liscia, senza contrasti e polemiche. Si è parlato di problemi statutari e congressuali; l'assise nazionale è stata confermata per il 25-29 gennaio a Roma. Solo il vice-segretario Donat Cattin (che ha attaccato nuovamente Andreotti, ma in un altra sede) ha sollevato un problema: quello delle pensioni. ~Su un argomento tanto delicato — ha detto Donat Cattin — il nostro partito deve assumere un atteggiamento preciso e determinato; non può continuare a rimanere spiazzato rispetto ad altre forzepolitiche». Il «processo» ad Andreotti dunque, non si è fatto e forse non si farà mai in una sede tanto solenne ed ufficiale come la direzione del partito. Del resto, questa era la linea della segreteria, che non è mai voluta entrare direttamente nella polemica tra favorevoli e contrari alla proposta di Andreotti. Donat. Cattin, invece, ha ribadito, in un discorso tenuto nel pomeriggio a Belluno, i suoi attacchi ad Andreotti: «Chi ha parlato finalmente senza perifrasi — ha detto —; ha il merito dì eliminare gli' equivoci. Ha però anche il demerito di aver esposto la de alla sprezzante risposta del partito comunista. La risposta del pei è tuttavia la giusta replica ad una posizione pragmatica, di puro potere, senza principi: tale è la formulata proposta di alleanze negli enti locali». 'Su questo terreno — ha precisato Donat Cattin —; aspettiamo di sentire ì fratelli separati di Forze nuove e gli amici morotei per sapere se siano egemonizzati dà qualcuno e come risolvono evidenti contraddizioni. Essi hanno negato sino a ieri che la linea fosse quella. Il manzoniano don Ferrante, che negava l'esistenza della peste, mori di peste. Vogliamo sperare che non abbia ancora oggi, ingenui o no, allievi e seguaci». ■ In verità, proprio 24 ore prima del discorso di Donat Cattin, uno dei più autorevoli «fratelli separati», l'on. Guido Bodrato, aveva spiegato bene la linea degli amici di Zaccagnini in una intervista. Bodrato afferma «di non aver mai pensato che la solidarietà nazionale debba portare al compromesso storico. Ritenia-, mo però die sia una linea ca-pace di rendere più governabile il Paese». Anche Craxi pensa che l'unica scelta per dare al Paese un governo stabile sìa quella della solidarietà nazionale. Sino alle elezioni di primavera, però, il leader socialista ritiene che non sia il caso di provocare una crisi di governo. Lo dirà oggi alla direzione del psi, anche se in modo più sfumato e problematico di quanto non abbia detto mar-, tedi nel suo incontro con Pietro Longo. 'Nella situazione attuale è difficile fare previsioni impegnative — ha dichiarato ieri a Strasburgo Craxi — siamo consapevoli, tuttavia, dei rischi di una brusca accelerazione. Tutti sanno che nei prossimi mesi si giocheranno le sorti della ottava legislatura». I repubblicani sono intanto decisi a rilanciare il «patto sociale». Spadolini, nel corso di una riunione congiunta dei senatori e dei deputati repubblicani, ha sottolineato che il pri attende 'ancora dal governo quegli interventi di risanamento adeguati alla gravità crescente della crisi». Spadolini ha dichiarato che «i repubblicani non intendono rivolgere ultimatum al governo perchè non vogliono essere coinvolti in giochi di potere e di corrente talvolta abbastan-: za ambigui ed indecifrabili. Tuttavia ci sono problemi drammatici die non consentono dilazioni o ritardi. L'inflazione deve essere affrontata con una energia die finora è mancata: la spesa pubblica deve essere arrestata; un limite deve essere posto alle rivendicazioni caotiche e contraddittorie di fronte alle quali l'esecutivo è sembrato privo di una qualunque linea». I*

Luoghi citati: Belluno, Roma