Il caso Boulin è chiuso di Bernardo Valli

Il caso Boulin è chiuso Il caso Boulin è chiuso (Segue dalla l'pagina) me ha affermato il primo ministro. I gollisti, con maggior cautela, criticavano invece la tattica adottata dal presidente della Repubblica. Con il suo ritiro tra le montagne dell'AIvernia Giscard ha cercato di presentarsi come un capo di Stato che si rivolge alla Francia sana, quella della provincia profonda, per capire lo stato d'animo del Paese, lontano dai miasmi politici parigini. E dopo avere interrogato gli uominipuri, estranei ai complotti della capitale, avrebbe capito che essi, come Cristo, desiderano che «si lascino i morti seppellire i morti». Questo tentativo di contrapporre il Paese reale alla società politica non è certo nuovo. De Gaulle, nei momenti di crisi, ricorreva ai referendum popolari o alle elezioni anticipate. Ma egli non fu mai coinvolto personalmente dagli scandali. La posizione di Giscard è diversa. Non poteva permettersi tanto. Non poteva sconvolgere il calendario politico, né aprire un dibattito che sarebbe apparso come un avvio anticipato della campagna presidenziale. Sul piano politico, avrebbe corso il rischio di vedere la sinistra riprendere quota, nonostante essa sia divisa. Chiudendo brutalmente il dossier («lasciando i cadaveri nell'armadio», dicono i socialisti), il presidente della Repubblica ha interpretato i sentimenti di gran parte della società politica, della maggioranza come dell'opposizione. Quasi tutti i partiti osservavano con una certa apprensione le nubi! annuncianti la tempesta. Accusati apertamemte di avere divulgato le notizie che avrebbero spinto il ministro Boulin al suicidio, i gollisti di Chirac preferiscono che la vicenda rimanga nell'ambito giudiziario. In definitiva il capo dello Stato ha concesso loro una tre¬ gua, o addirittura un armistizio. Boulin era un gollista prestigioso, avversario di Jacques Chirac, e quindi un personaggio scomodo. Nominato primo ministro avrebbe messo in crisi il «Rpr», il movimento neogollista, favorendo la manovra giscardiana tendente a domare Chirac. Se quindi si cerca un movente, la pista conduce verso una direzione precisa. Temendo di essere messi sul banco degli imputati, i gollisti avevano lanciato nelle ultime ore qualche minaccia. I notabili del movimento avevano dichiarato di non temere «il verdetto del popolo». Avevano cioè lasciato capire di essere decisi a mettere in crisi il governo e di essere pronti ad affrontare elezioni anticipate. Giscard li ha rassicurati, chiudendo appunto il dossier, almemo per ora. Fin dal primo momento, i comunisti si erano schierati contro «la stampa gangster», contro i giornalisti che avevano denunciato gli scandali, quindi in favore di Giscard d'Estaing. Ancora oggi Roland Leroy, direttore delVHumanitè, si scaglia contro «le campagne diffamatorie dei giornali, le calunnie, le insinuazioni». Pur di non vedere domani un candidato socialista vincere le elezioni, il pcf preferisce l'attuale' presidente. I socialisti, dopo molte perplessità, hanno deciso ieri di presentare un'interrogazione in Parlamento, e di aprire così una campagna politica. Ma anche loro si muovono con prudenza, come se dubitassero delle reazioni del Paese, probabilmente poco disposto a una crisi. Bernardo Valli

Persone citate: Chirac, De Gaulle, Giscard D'estaing, Jacques Chirac, Roland Leroy

Luoghi citati: Francia