Operazione pulizia sul Po e sul Volga

Operazione pulizia sul Po e sul Volga Un confronto di risultati Operazione pulizia sul Po e sul Volga Problemi analoghi per gli scarichi industriali e urbani - L'impianto torinese di potabilizzazione, uno dei migliori d'Europa Sotto ogni latitudine i problemi si rincorrono. Torino e 11 Piemonte combattono con l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, ma Volgograd e la sua regione non ne sono immuni. Mentre l'assessore all'ecologia del Comune di Torino, Marzano, annuncia che l'Inquinamento atmosferico è tenuto costantemente sotto controllo in citta e che In questi ultimi anni si è ridotto del 50%, 11 prof. Barsokov dell'università di Volgograd comunica che nella sua città il controllo è fatto da 133 postazioni e costa 5 milioni di rubli l'anno. Aumenta la circolazione automobilistica, cresce l'inquinamento da controllare e annullare. Cosi, con annunci da una parte e dall'altra, descrizioni di realizzazioni fatte e di problemi da affrontare, si è svolta ieri la tavola rotonda aperta dal presidente della Provincia, Salvetti. Il tema era l'acqua e 1 suoi usi, ma si è andati oltre. L'operazione «Volga pulito» descritta dalla prof. Doskina e dall'ing. Kusnlciov capo del dipartimento depurazione acqua di Volgograd corrisponde, in grande, all'operazione «Po pulito» che il presidente del Consorzio Po-Sangone. Garberogllo. e l'assessore all'ecologia della Provincia, Fenoglio, hanno Illustrato. Solo che sul Volga è cominciata già nel 1930 e prosegue con la costruzione di grandi impianti di depurazione (ne erano previsti 30 entro l'80, ha detto la Doskina, ne sono già in funzione 26), a Torino i primi passi li ha mossi da poco, comunque 11 primo modulo dell'impianto è già stato appaltato. A Torino sono coinvolti il capoluogo e altri 10 Comuni per un totale di 1 milione 350 mila abitanti (più altrettanti «equivalenti» che corrispondono agli scarichi industriali); sul Volga è compreso tutto il corso che va da Kalinln fino ad Astrakan. Problema del Volga sono gli scarichi di petrolio, ma anche, come in Piemonte, quelli industriali (per esemplo oli emulsionati) e quelli domestici i quali con azoto e fosforo provocano problemi di «eutrofizzazione», vale a dire «fertilizzano» troppo l'acqua rendendola inquinata. I depuratori risolveranno anche questa situazione; ma quello dello smaltimento dei fanghi continua ad essere un problema. Da Marzano viene una notizia interessante: 728 chilometri e mezzo di fognature di Torino ricevono una portata «nera» di 718 mila metri cubi al giorno di cui 260 mila di origine industriale. L'analisi chimico-fisica ha accertato in essi la presenza di 45 chili di rame, 18 di manganese, 36 di piombo, 370 di ferro, 32 di nichel, 425 di zinco. Una vera e propria miniera da sfruttare. Come? La risposta è allo studio. I fiumi sono anche una fonte sempre più importante di approvvigionamento di acqua potabile: per la sete dei 950 mila abitanti di Volgograd (diventeremo 1 milione 800 mila entro 11 Duemila, ha detto con orgoglio l'architetto Karacenko) e per 11 milione e mezzo di abitanti di Torino e altri 6 Comuni. L'acquedotto russo dà ora 700 litri prò capite di acqua, sterilizzata con cloro; quello di Torino —ha precisato il suo presidente, Tosi — arriverà a fornire, entro 11 2015 una popolazione di 1 milione 780 mila abitanti. L'impianto di potabilizzazione capace di 3000 litri al secondo, funziona con sterilizzatore a ozono, ed è uno del più importanti d'Europa. d. garb.

Persone citate: Fenoglio, Marzano, Salvetti, Tosi