Veterinaria, facoltà con pochi iscritti ma la laurea non garantisce il lavoro
Veterinaria, facoltà con pochi iscritti ma la laurea non garantisce il lavoro Viaggio nell'Università: quali prospettive per gli studenti Veterinaria, facoltà con pochi iscritti ma la laurea non garantisce il lavoro Cinque anni di corso, 53 esami, 4500 ore di esercitazioni - Il preside: «Non sono studi facili, nei primi anni molti abbandonano» - Grande attesa per la riforma sanitaria Cinque anni di corso, 48 esami fondamentali e 5 complementari, esercitazioni teoriche e pratiche per 4500 ore, frequenza non obbligatoria, ma indispensabile per 11 conseguimento della laurea in tempo utile. Queste le caratteristiche e 1 primati della facoltà di medicina veterinaria i cui iscritti (a Torino nell'anno accademico '78-79 erano 1256) hanno un obiettivo comune: svolgere nella vita un lavoro coerente alla specializzazione. Veterinaria è una delle facoltà con meno iscritti e con un alto numero di presenze alle lezioni. La laurea non garantisce l'occupazione, ma con un po' di' buona volontà e pazienza un impiego si trova. Dal 72 in base agli accordi intercorsi fra 1 Paesi aderenti al Mec si è adeguata allo standard europeo e il veterinario italiano oggi può anche trovare lavoro all'estero. Fra gli studenti adesso c'è molta attesa per la riforma sanitaria che dovrebbe aprire nuovi sbocchi professionali nell'ambito degli enti locali e regionali, nei servizi d'igiene, nell'in- dustria mangimistica e farmaceutica. Sempre meno ambita la libera professione per la pletora dei veterinari che lavorano in proprio e degli ambulatori privati. La scelta del corso di laurea da parte della matricola non avviene mal per caso perché alle spalle di ogni aspirante dottore in veterinaria c'è quasi sempre un bagaglio culturale preciso o la passione per gli animali. Spiega il preside, prof. Franco Monti: «Sono le uniche ragioni che giustificano l'impegno nello studio. La nostra non è una facoltà facile e le defezioni nei primi anni sono molte». Ecco le prove. Michelangelo Rosso. 5" anno, di Villafalletto (Cuneo): «Mio padre ha un allevamento di bovini e la figura del veterinario mi ha sempre affascinato. So che non sarà un mestiere comodo, ma sono certo che mi darà soddisfazioni. Probabilmente farò il libero professionista nella mia zona». Eva Ferro, 23 anni, Torino, figlia di un tassista, una delle tante ragazze che frequentano la facoltà: «£' chiaro che amo moltissimo gli animali altrimenti avrei scelto un altro indirizzo: 53 esami sono tanti. Mi specializzerò in chirurgia e cercherò lavoro in una clinica. Vorrei svolgere la libera professione in campagna ma è troCiEgasiocofacodecostpici,taranipifagrsevestciaustpadorapopevedilestinPpr troppo faticosa per una donna. Ci vogliono anche le braccia». Eva Ferro approfitta per spiegare che le donne nella professione sono discriminate: »I concorsi per le condotte non ce li fanno mai vincere e il contadino continua a guardarci con diffidenza. Per queste ragioni siamo costrette a rivolgerci alle industrie o agli enti statali Solo per i piccoli animali possiamo imporci, ma gli ambulatori sono già tanti perché conviene di più curare una gatta che una bovina». La laurea in veterinaria all'U-» niversità di Torino è una delle più qualificate del mondo. La facoltà è conosciuta per l'alto grado di specializzazione ed è seconda solo a quella di Hannover. Il preside: «Sono molti gli stranieri che vengono da noi e ciò aumenta l'affollamento nelle aule. Il nostro problema sono le strutture ferme a 10 anni fa. Non parliamo poi del problema dei docenti: manca il ricambio e il rapporto con gli allievi è sproporzionato. Carente anche il personale qualificato a tutti i livelli, dall'infermiere al tecnico di laboratorio». Nonostante la crisi strutturale a Veterinaria continua ad esistere quel rapporto ideale fra gli insegnanti e gli studenti. Gian Piero Oandolfo di Genova: «7 professori ci conoscono perso¬ nalmente e ogni giorno li incontriamo nei corridoi. E' ancora una facoltà all'antica dove i docenti sono considerati maestri e non funzionari che stanno dietro la scrivania». Emanuele Monta Anno "71-'72 '72-'73 "73-'74 '74-'75 '75-'76 '76-'77 77-78 '78-'79 1 141 122 200 187 262 323 370 341 2 — 103 104 152 158 202 237 279 3 — — 79 80 139 140 173 211 4 — — — 66 68 126 120 159 5 — — — — 55 66 106 123 Fuori corso 30 33 58 73 49 38 37 143 Totale Iscritti — — — — 731 895 1.043 1556
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