Senza le Unions di Mario Ciriello

Senza le Unions Senza le Unions (Segue dalla l'pagina) ire* Thatcher sta imponendo iuna brutale «legge della giunta». Altri avvertono: Homo nomini lupus. Il premier ripudia queste iperboli, ma non è un mistero che, a suo avviso, soltanto una dolorosa terapia d'urto può arrestare il declino britannico. Ogni forza sociale deve tornare ad essere consapevole delle proprie «responsabilità» (la parola prediletta del premier), per cui gli imprenditori devono fare profitti, i sindacati devono proteggere i propri uomini e il governo difendere l'interesse collettivo. Le aziende inferme per propria colpa non saranno puntellate. Ma in politica come nella vita anche i piani più brillanti cozzano contro ostacoli imprevisti. Si sapeva che le frustrazioni sindacali avrebbero cercato sfogo in più accanite battaglie per ricuperare il terreno salariale perso durante le varie politiche dei redditi degli ultimi anni; ma né Margaret Thatcher né i suoi consi¬ glieri immaginavano che tanti settori industriali avrebbero ceduto a tutte o quasi le richieste delle Unions. Si sono visti aumenti del 20, del 30 e del 40 per cento. Si giunge così al punto cruciale di ogni discussione sulla «terapia Thatcher», ed è un grande punto interrogativo. Non dovrà piegarsi anche Maggie alle costrizioni economiche, riaprire la porta di Downing Street alle Unions e concordare una qualche politica dei redditi? E' possibile, forse probabile. Ma anche i più dubbiosi non escludono che questa temeraria anabasi tra giogaie ignote possa condurre a un clima più sano. Quali dottrine sono sopravvissute? Quasi nessuna: l'oro non è un fugace capriccio, né la panacea marxista né quella keynesiana curano tutto, disoccupazione e inflazione possono coesistere. In un universo ancora pieno di misteri economici, anche Maggie potrebbe aver ragione. Mario Ciriello

Persone citate: Margaret Thatcher, Thatcher