"Non mi sento lottizzato,, di Lietta Tornabuoni

"Non mi sento lottizzato,, "Non mi sento lottizzato,, (Segue dalla 1* pagina) prima generica delusione». E la seconda? «E' specifica. Alcuni partiti tendono a considerare i Telegiornali come un proprio ufficio distaccato, come giornali di corte, e i direttori come propri vassalli. Nel Telegiornali vogliono essere presenti a tutti i costi, vogliono vedere le proprie facce, i propri convegni, anche irrilevanti, le proprie attività anche minime; i Telegiornali li vogliono piegati al disegno politico generale di una parte, che poi magari il disegno non ce l'ha eppure lo cambia spesso». Quando ha accettato di dirigere il Tg2 non le sapeva queste cose? «La politica pretende, il giornalismo può concedere oppure no, va bene. Ma personalmente io non sono stato né mi sento lottizzato. Nella prima lottizzazione della Rai-Tv, 11 nome concordato per la direzione del Tg2 era quello di Alberto Sensinl, che non è socialista e doveva rappresentare una vasta area laica. Non accettò, nominarono me: ho accettato pensando di iscrivere il Tg2 a una generica sinistra, non al psl. Nei principi della riforma, non esistevano diretti mandati partitici, né i Telegiornali dovevano piacere ai partiti. Non era questa la loro funzione istituzionale, e la nostra idea è rimasta differente: non ci consideriamo vassalli, ma addetti a un servizio pubblico. Con i comportamenti, con la tecnica, con il mestiere, abbiamo difeso una certa autonomia, salvando dall'invasione totalizzante dei partiti anche la Rai-Tv nel suo complesso. Sarebbe stato molto più comodo dire sempre di si: avremmo avuto tutti vita tranquilla e carriere felici, invece di insulti sui giornali, oblique minacce, attacchi del leaders politici, brutti voti sulle pagelline della commissione parlamentare, pressioni quotidiane». Capita spesso di dire di no? «Continuamente: 1 politici, In ogni momento, si vedono cosi importanti. Non fai certe cose, non dai tutto lo spazio che ti chiedono, non mandi la troupe all'aeroporto a ricevere 11 segretario d'un partito minore che torna da uno dei tanti convegni Internazionali, non elimini Emanuele Rocco che alcuni politici considerano un giornalista incomodo e odioso, non dal retta alle proteste contro gli editoriali domenicali di Giuseppe Fiori, se il ministro Ruffinl s'arrabbia per un servizio di Dossier non ci badi. Non appaghi la voglia del partiti d'essere onniscienti, onnipotenti e onnipresenti, di mettere bocca su tutto, di gestire tutto: cinema e co-' scienza pubblica, petrolio e informazione, amore e Cina. Confondono pluralismo con partitismo: ma oltre i partiti il pluralismo prevede che esistano nella società tante altre componenti, e prevede pure il diritto di criticare 1 partiti stessi». Tutti i partiti sono uguali? «In questo desiderio totalizzante, si: poi i comportamenti sono più o meno pressanti. La de, e in gran parte 11 pel, al Tg2 non hanno chiesto niente». E il partito socialista? «Da un anno leggo sui giornali dichiarazioni di importanti leaders socialisti contro il Tg2. Si aspettavano che, durante il caso Moro, il Tg2 abbracciasse più schiettamente la linea della trattativa del psi, che facesse la campagna: "Liberiamo Moro a tutti i costi". Beh, non abbiamo abbracciato niente, e mi conforta pensare che il socialista Pertini ha fatto lo stesso. Quanto di buono realizziamo viene sempre svalutato, agli occhi del psi, dal fatto che il Tg2 non è \'Avantit. Beh, non lo è: pazienza. Ma non è corretto mascherare la propria delusione con critiche professionali». E' d'accordo con il dirigente socialista Martelli quando dice che la capacità professionale d'un direttore televisivo si misura dall'indice d'ascolto, dal numero di spettatori che conquista? «Il valore d'un romanziere si misura dal numero di copie che vende? Liala è meglio di Tommaso Landolfi? Prendere l'indice di ascolto come metro di giudizio pro¬ fessionale è una pura corbelleria, chi lo dice è un incompetente o un furbacchione: gli indici di ascolto si costruiscono a tavolino, con quella "ingegneria del palinsesto" che è ormai una scienza esatta. L'indice di ascolto dipende dalla collocazione, dall'orario, dai programmi delle reti, dal film o dalla partita sull'altra rete, dalle trasmissioni precedenti o seguenti, da tante cose. Si sa che il secondo canale ha certe debolezze strutturali: sin dall'inizio era stabilito e chiaro per tutti che ai "laici" veniva assegnata una rete minoritaria. Non si può accettare questa posizione di svantaggio, e poi usarla come prova a carico. Ma, alla fine, i 10 milioni di spettatori quotidiani del Tg2 non sono pochi». Allora, come finirà? «Prima della riforma, di certe cose (Slndona. Crociani, roba cosi) i Telegiornali non parlavano affatto. Dopo la riforma c'è stato un grande salto di qualità, di libertà, d'informazione: abbiamo raccontato che cosa succedeva. Adesso dobbiamo fare un altro passo avanti: spiegare anche perché succedono le cose. Invece pare che 11 passo lo faremo all'indietro. Circola un'aria punitiva: arrivano i giustizieri, Ringo compare sulla porta dei saloon. Se 1 cambiamenti di persone significheranno la riappropriazione, da parte dei partiti, di quanto credono d'aver perso negli anni della riforma, per la Rai-Tv sarà un momentaccio. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Crociani, Emanuele Rocco, Giuseppe Fiori, Pertini, Tommaso Landolfi

Luoghi citati: Cina