E' «Nuvola blu» il fiore che piace agli ecologisti

E' «Nuvola blu» il fiore che piace agli ecologisti Quando la natura supera l'alta tecnologia E' «Nuvola blu» il fiore che piace agli ecologisti Esposto al Salone della Tecnica un giacinto tropicale che depura sia acque inquinate da scorie nucleari, sia scarichi delle stalle TORINO — Sarà una pianta a fornirci i mezzi per ripulire questo mondo inquinato? E' probabile, secondo quanto affermano gli esperti del Cnen, il Comitato nazionale per l'energia nucleare che espone al Salone della Tecnica di Torino — aperto fino a domenica sera — questo miracolo della natura: VEichhornia crassipes, detto volgarmente Giacinto d'acqua. Sono stati per primi i tecnici della Nasa, l'Ente spaziale americano, a scoprire alcune qualità insolite di questa pianta; essi comunicarono le loro osservazioni a una équipe di entomologi, botanici, patologi e chimici i quali notarono che. attraverso le sue grosse radici, venivano assorbiti, oltre le sostanze nutritive contenute nell'acqua, anche molti elementi inquinanti, o comunque dannosi alla salute dell'uomo e degli animali: azoto, fosforo, unità patogene di vario genere. La Nasa fece piantare alcuni esemplari di Giacinto nelle acque di scarico delle centrali nucleari, che ben presto tornarono pulite. E' stato il Cnen a sviluppare gli studi su questa straordinaria pianta tropicale, originaria pare dal Brasile dove è considerata una pericolosa infestante. Al Cnen si sono chiesti: va bene depurare le acque delle centrali nucleari, ma per ora in Italia ne esistono poche, quindi, perché non provare anche a ripulire con il Giacinto d'acqua gli scarichi delle stalle e delle porcilaie? Il sistema sperimentato alla Casaccia, presso Roma, dove vi sono i laboratori del Comitato nazionale per l'energia nucleare, è semplice. Tutti gli scarichi vengono avviati verso lagune con bassi fondali o vasche coperte, per mantenere la temperatura necessaria alla vegetazione (da 18" a 21" centigradi). In questi ambienti caldo-umidi si «inietta» una pianta di Giacinto, che in breve tempo si moltiplica velocemente e restituisce pure le acque putride. Questo sistema di depurazione, denominato «lagunaggio verde», poteva già soddisfare i ricercatori del Cnen, che tuttavia sono andati oltre, inserendo la Eichhornia Crassipes nel -Progetto per l'uti'izzaziore di biomasse a scopi energetici», il che significa ricerca industriale di tecnologie e impianti per produrre sostanze vegetali da trasformare poi in foraggi combustibili, fertilizzanti. L attenzione — ci spiega un tecnico del Cnen al Salone di Torino — è rivolta alle piante acquatiche di origine tropicale (come appunto VEichhornia crassipes. ma nn solo ad essa), le quali, ili condizioni favorevoli di temperatura, possono utilizzare la radiazione solare per produrre molto in fretta zuccheri, amidi, proteine, grassi. L'interesse per il Giacinto d'acqua è dovuto non soltanto al fatto che possiede poteri disinquinanti, ma anche alla sua eccezionale capacità riproduttiva, alla sua adattabilità alle più diverse condizioni di coltura, al suo valore industriale come fonte di biogas, al suo possibile valore alimentare, soprattutto come fonte di proteine ad alto tenore nutritivo. Che cosa si può fare, in sostanza, con il Giacinto d'acqua oltre che disinquinare le acque? Negli allevamenti bovini o suini, dopo aver utilizzato la pianta contro gli scarichi liquidi, si potrà usare il Giacinto, fresco o essiccato, per nutrire i vitelli e i suini. E', in pratica, un sistema a ciclo chiuso: le deiezioni degli animali nutrono il Giacinto, il quale ritorna agli animali sotto forma di foraggio. In una sola stagione vegetativa, che dura circa sei mesi, si possono ricavare circa mille quintali in peso secco di giacinti d'acqua per ettato, con un tenore medio di proteine non inferiore al 25-27 per cento. Cioè, da un ettaro si ottiene una produzione di 225 quintali di proteine, mentre da una identica superificie di erba medica si ricavano circa 16 quintali di proteine che costano molto più care. Ciò significa che, con lo stesso ettaro di superficie, mentre prima si poteva allevare una vacca, con il giacinto se ne possono allevare venti. Quando 11 giacinto è usato per disinquinare le centrali atomiche non può essere dato in pasto agli animali, ma lo si adopera ugualmente: messo a fermentare in un contenitore con speciali batteri, produce biogas, cioè metano e anidride carbonica. Un chilo di giacinto dà 300 litri di gas; il che significa che da un ettaro di questa coltura si possono ricavare 27 milioni di litri di un gas che può sostituire il gasolio in tutti i suoi impieghi. I pregi della Eichhornia crassipes non finiscono qui: la pianta dà un bellissimo fiore (molti fiorai lo vendono anche in Italia), dal colore azzurro intenso; alla Nasa hanno dato il poetico nome di «nuvola blu» alle vasche fiorite di Giacinti d'acqua nelle centrali nucleari. Livio Burato

Persone citate: Casaccia, Livio Burato

Luoghi citati: Brasile, Italia, Roma, Torino