Coloni israeliani in Gisgiordania si ribellano al governo di Begin di Giorgio Romano
Coloni israeliani in Gisgiordania si ribellano al governo di BeginLa decisione di spostare gli insediamenti Coloni israeliani in Gisgiordania si ribellano al governo di Begin NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Per la prima volta da trent'anni i giornali hanno usato un'espressione tabù per gli israeliani: -Guerra civile». E' accaduto a proposito della decisione presa dal governo di smantellare (secondo l'ingiunzione della Corte suprema) l'insediamento di Eilon Moreh, costituito presso Nablus su un terreno di proprietà privata e di trovare una località alternativa entro il 22 novembre. A questa decisione (presa con cautela in una seduta in cui ci sono stati scambi di contumelie tra i ministri) è seguita una vera insurrezione da parte degli attivisti di Gush Emulimi (gli organizzatori della colonizzazione ebraica in tutti i territori d'Israele), i quali hanno dichiarato che scenderanno in campo, convoche¬ ranno tutti i loro aderenti e risponderanno con la forza — e non solo con la resistenza passiva — se l'esercito sarà chiamato a rimuovere 1 coloni. Il ministro dell'Agricoltura, Ariel Sharon, che giovedì è uscito dalla riunione del governo non appena ha cominciato a parlare Weizman (il quale ha dichiarato che il governo è succubo della politica distruttrice di Gush Emunim e dei -ricatti di un ministro» ha concesso ieri due interviste ai giornali della sera. In esse ha dichiarato che non si dimetterà (due giorni prima aveva annunciato l'intenzione di abbandonare il governo) fino a che vedrà la possibilità di combattere e di essere utile alla causa degli insediamenti e ha definito i ribelli di Gush Emunim i soli patrioti d'oggi esprimendo la speranza che non si arrivi a una lotta fratricida. Il ministro dell'Educazione, Zevulun Hammer, pur non assumendo posizioni estremiste, ha criticato l'atteggiamento del governo che è quello di rimandare tutti 1 problemi e di non prendere posizione in un senso o nell'altro. Infatti giovedì il Con sigilo dei ministri, pur decidendo di rimuovere i coloni di Eilon Moreh ha rimandato di dieci giorni ogni decisione relativa alla fondazione di nuovi centri di colonizzazione Il ministro degli Interni Burg, che pur appartenendo all'ala intransigente cerca di minimizzare i dissidi, quando gli è stato chiesto se la seduta di giovedì e l'antagonismo tra i generali possa preludere a un conflitto maggiore, ha detto: -Credo che la decisione del governo sia stata giusta. Qui siamo una democrazia, siamo uno Stato di diritto e per l'ebraismo la legge, la morale e la coscienza sono la stessa cosa. Obbediremo all'ingiunzione della Corte suprema di cercare una località alternativa Spero che troveremo una soluzione soddisfacente ma il problema è duplice: quello di stabilire insediamenti in tutta la regione e quello dell'attitudine di Gush Emunim. Le due cose non sono uguali. Mi auguro che non ci sia una crisi di governo, non è possibile che l'uno o l'altro dei miei colleghi (Sharon e Weizman) sia scontento. Ritengo tuttavia che sia stata una decisione logica». Il problema di fondo è, come scriveva in un lungo editoriale Uzi Benzlman nell'autorevole Haarez che -oramai la vitalità di Begin è soggetta a fluttuazioni e in continua diminuzione. Egli non è piii ca pace di tenere in mano le redini del governo, né di prendere delle decisioni o dimostrare la propria presenza». Giorgio Romano
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