Gli sciacalli svuotano l'alloggio dei due fratelli che si sono uccisi

Gli sciacalli svuotano l'alloggio dei due fratelli che si sono uccisi Crudele epilogo al silenzioso dramma di Margherita e Mario Bassino Gli sciacalli svuotano l'alloggio dei due fratelli che si sono uccisi Non una camera o un mobile sono stati risparmiati: hanno messo tutto a soqquadro per impadronirsi di pochi oggetti - Domani, nella parrocchia della Crocetta, i funerali La casa è disabitata perché i proprietari si sono suicidati e subito gli «sciacalli» sono andati a rubare nell'appartamento. Tranquilli ed indisturbati hanno fatto man bassa di soprammobili e di quanto, pur di minimo valore, contenevano cassetti ed armadi. Poi si sono allontanati lasciandosi dietro un gran disordine. Hanno approfittato della penosa fine di due persone anziane per mettere insieme un bottino che di certo non li renderà ricchi: l'illusione di poter trafugare oggetti di pregio ha cancellato il più elementare sentimento di pietà. n furto è stato compiuto nell'alloggio dei fratelli Margherita e Mario Bassino che, tormentati dall'ossessione di un futuro di solitudine e malattia, si sono uccisi il pomeriggio di domenica asfissiandosi con i gas di scarico della loro «127» posteggiata nel box. I ladri non hanno perduto' tempo. L'altra notte sono entrati nel palazzo di via Cristoforo Colombo 25, sono saliti al secondo plano, quasi interamente occupato dai Bassino: con un cric hanno divelto le sbarre che difendono la finestrella di lato all'uscio d'ingresso ed hanno segato il vetro smerigliato. Un complice si è Introdotto attraverso lo stretto passaggio nell'appartamento ed ha aperto ai complici. Non una camera o un mobile sono stati trascurati dai ladri. Tutti i cassetti sono stati ispezionati ed il contenuto sparpagliato per terra. La banda ha razziato quanto le era possibile. Ha portato via anche quadretti, orologini. lampade, suppellettili di ridotte dimensioni. Sul tavolo della cucina i fratelli Bassino avevano lasciato in una busta sigillata il proprio testamento (ora e nelle mani del pretore) e un altro testamento «spicciolo» ove erano stati con meticolosa cura specificati vari piccoli lasciti. Avevano ad esempio scritto: «Questo cofanetto lo doniamo alla signora... che sempre ci è stata amica cara», «il quadro del salotto va al nostro vicino... che ci ha più volte aiutato». Una lunga lista di eredità che gli «sciacalli» non hanno trascurato. Hanno trafugato parecchie cose, ma non dovrebbero aver però messo le mani su gioielli o denaro: pare che la settimana scorsa i Bassino avessero depositato in cassetta di sicurezza gli oggetti più preziosi. L'incursione dei ladri è stata scoperta ieri mattina dalla portinaia dello stabile, Maddalena Balocco. Margherita e Mario Bassino abitavano da oltre 40 anni in via Colombo, erano conosciuti un po' da tutti alla Crocetta. E tutti ne parlano con affetto. «Due persone per bene — dicono alcune anziane signore — riservate. Se chiedevi loro un favore, face- vano di tutto per aiutarti». Una vicina: «Erano ricchissimi, si erano fatti dal niente. Io ho conosciuto anche il Bassino padre: un semplice carpentiere che tra le due guerre si era costruito una fortuna. Aveva fondato un'impresa edile che in borgo S. Salvarlo ha edificato decine e decine di palazzi. I figli hanno sempre lavorato con lui. La povera Margherita era maestra, non ha mai insegnato, curava la contabilità dell'impresa; il fratello, che il padre aveva voluto si laureasse in ingegneria, passava le sue giornate nei cantieri. Ricordo che una volta mi confidò che faceva un lavoro che non gli piaceva granché, che il suo sogno fin da ragazzo era stato quello di diventare ingegnere ferroviario. Da tempo Margherita era sofferente, lavorava solo più Mario». I funerali saranno celebrati domani alle 14,30 nella parrocchia della Crocetta. ★ Pistola in pugno, il volto coperto da passamontagna, due giovani hanno rapinato ieri sera, verso le 18,30, una macelleria di corso Cadore 19. Nel negozio, con il titolare Michele Cavotto, 38 anni, Pino Torinese, via Ticino 1, c'erano due clienti: Carmela Mancino e Rosa Battaglia, di 45 anni. I banditi si sono fatti consegnare l'incasso dal Cavotto (circa 700 mila lire), poi hanno anche rapinato della borsetta le due donne (circa 40 mila lire). Sono fuggiti su una «A 112. verde, al volante della quale li attendeva un complice. Una pattuglia dei vigili urbani, che passava per il corso, ha tentato di inseguire i banditi che però, per il traffico intenso sono riusciti a scomparire abbandonando poco dopo l'auto.