Scontro fra difensori al processo per lo scandalo a S. Stefano Mare

Scontro fra difensori al processo per lo scandalo a S. Stefano Mare La sentenza di Genova sarà forse emessa domani sera Scontro fra difensori al processo per lo scandalo a S. Stefano Mare DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — Ora. nel processo per lo scandalo della lottizzazione a Santo Stefano al Mare, si attende soltanto la sentenza, che potrebbe essere emessa la sera di venerdì o, al più tardi, sabato mattina. Ieri sono proseguite le arringhe dei difensori e gli avvocati si sono divisi su linee completamente opposte. Da una parte i legali dell'ex presidente del consiglio regionale Paolo Machiavelli e del suo segretario Alberto Renzi. Essi hanno ribadito i due puntichiave messi in luce dall'interrogatorio dei due imputati. Renzi e ring. Paolo Negroponte avrebbero ideato una sorta di truffa, millantando la loro possibilità di fare rapidamente risolvere lo scoglio della licenza edilizia alla società edile di Sanremo -Marysol.: l'azienda doveva realizzare la lottizzazione da 4 mila posti turistici a Santo Stefano al Mare, in provincia di Imperia. Paolo Machiavelli, invece, sempre secondo la tesi degli avvocati, sarebbe stato all'oscuro di tutto. I patroni di Renzi, Gilberto Gatteschi e Roberto Frank, hanno ribadito che Machiavelli non sapeva nulla della vicenda e aveva soltanto poche e imprecise informazioni. Hanno aggiunto che. proprio per la sua posizione politica, esclusivamente rappresentativa, non aveva il potere reale di determinare in un modo o nell'altro l'iter della pratica. I difensori di Paolo Negroponte e del suo ex socio, 11 geom. Cosimo Cusato, hanno sostenuto che i due professio- histi ebbero informazioni precise sull'esistenza della pratica e della possibilità di ottenere un cospicuo appalto proprio e direttamente da Machiavelli e da Renzi. Negroponte, secondo i suoi difensori, Renato Piccinino e Giovanni Scopesi, non avrebbe avuto neppure l'esatta impressione di avere a che fare con un caso di corruzione o concussione. L'ingegnere credeva soltanto di poter ottenere dei vantaggi professionali, grazie all'amicizia e all'interessamento di Paolo Machiavelli, da anni suo amico, compagno di partito e capocorrente. I legali hanno infine affermato che nella vicenda sarebbe anche da discutere l'esistenza reale della concussione, sulla base del fatti cosi come sono stati esposti. Infatti, il titolare della «Marysol», geom. Giuseppe Di Francisco, avrebbe registrato abusivamente le conversazioni degli incontri avuti con Renzi e con Negroponte. prima ancora che questi ultimi potessero in qualche modo fare accenno ad effettive richieste di denaro e di «bustarelle». Venerdì 2 novembre parlerà l'avvocato Ernesto Monteverde, difensore di Machiavelli. Il pm Barile aveva chiesto la condanna di Machiavelli e Renzi a cinque anni; di Negroponte a quattro e di Cusano a tre. tutti per concussione, p. 1,

Luoghi citati: Barile, Genova, Imperia, Sanremo, Santo Stefano Al Mare