Mercoledì primi incontri per la «grande riforma»»
Mercoledì primi incontri per la «grande riforma»» Tra la de e i partiti costituzionali Mercoledì primi incontri per la «grande riforma»» ROMA — Primi incontri tra la de e gli altri partiti per affrontare il problema della 'grande riforma» costituzionale e ultimi convegni di alcune correnti democristiane in vista di un Congresso nazionale dall'esito più che mai incerto: sono questi, salvo sorprese clamorose, gli avvenimenti più significativi della settimana politica che si apre oggi. Gli incontri per la riforma cominceranno mercoledì. La delegazione democristiana guidata da Zaccagnini riceverà subito i socialisti; quindi i liberali. Con Craxi, almeno su questo tema, tutto dovrebbe filar liscio. Al massimo, per ora potrebbe nascere tra de e psi un piccolo conflitto su chi, per primo, ha avuto l'idea di lanciare la proposta, un tempo considerata tabù, di una riforma della Costituzione. La questione fu sollevata' da Piccoli durante la campagna elettorale; Craxi ha poi avuto il merito di rilanciarla in un momento in cui nessuno più ci pensava, proprio quando gli uomini del •palazzo» sembravano nuovamente invischiati sino alla paralisi nelle tradizionali schermaglie di schieramen-to, quasi tutte sema contenuti concreti. Il colloquio tra Zaccagnini e i liberali dovrebbe filare meno liscio e i motivi sono intuibili. Una riforma istituzionale tra i tanti temi (man¬ dato presidenziale, bicameralismo, poteri del governo) dovrebbe anche trattare un argomento molto gradito ad alcuni partiti forti e, per ragioni esattamente inverse, sgraditissimo a quelli che hanno meno rappresentanti in Parlamento. E' il 'ritocco» del sistema elettorale, che, in sostanza, premierébbe i partiti più forti e darebbe un duro colpo ai gruppi con meno del 5 per cento dei voti. La tesi dei liberali è ovviamente condivisa dai repubblicani («Meglio il patto sociale che la riforma della Costituzione», dice Spadolini) e dai socialdemocratici (il loro leader, Longo, teme finisca per fare il gioco soprattutto del pei). Zaccagnini, comunque, vedrà tutti i partiti, pei compreso, entro la fine della settimana. Dalla 'grande riforma» alle 'grandi manovre» de, ieri si è chiuso a Catania un convegno organizzato dal ministro della Ricerca scientifica, Scalia, uno dei leaders del gruppo di «Proposta». Oggi, tocca agli amici dell'ex presidente del Consiglio, Colombo. A fine settimana, si riuniscono, a Fiuggi, i fanfaniani. Sono tutte correnti decisamente anti-Zaccagnini. A Catania, il presidente dei deputati, Gerardo Bianco, ha detto: «La de deve tentare una nuova sìntesi popolare nazionale per caratterizzare la propria autonoma presenza nel panorama politico italiano». A Potema, feudo incontrastato di Colombo, uno degli amici del leader ha dichiarato: «Da molti mesi la gestione del nostro partito appare sempre più sbiadi-, ta, confusa e incerta a causa di una palese inadeguatezza' del gruppo dirigente cui non' è bastato catturare il nome di Zaccagnini». A Varese, il presidente dei senatori de, Bartolomei, vicinissimo a Fanfani, ha chiesto ufficialmente una nuova maggioranza nel partito, «finalizzata all'urgente creazione di un nuovo, autorevole e omogeneo centro di iniziativa politica che restituisca al Paese una de forte». |, g.
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