Impazzito per un furto uccide moglie, suocera e una vicina

Impazzito per un furto uccide moglie, suocera e una vicina A fucilate, dopo dieci giorni d'angoscia, un carrozziere di Messina Impazzito per un furto uccide moglie, suocera e una vicina Voleva anche gettare dalla finestra il figlioletto - Una settimana fa gli avevano rubato un furgone avuto in prestito: temeva che lo ritenessero responsabile del fatto MESSINA — Tre fucilate e tre persone sono uccise freddamente. Cosi, sconvolto dalla certezza di esser ritenuto un ladro o complice di malfattori e dal timore di veder compromesso il lavoro, un uomo crede, con quei colpi, di cancellare i propri vroblemi e provoca questa tragedia che può apparire assurda. Antonino Rossi, 32 anni, di Messina, lattoniere e con i fratelli titolare di una carrozzeria, è l'assassino: ha ammazzato la moglie. Angela Morabito. 29 anni, la suocera, Maria Venuto, di 51. una vicina di casa. Giuseppa Sparto, trentasettenne, fornaio. Una famiglia non ricca ma neppure assillata da pesanti problemi. I Rossi abitano in via Vico Primo, a! «Villaggio Santo». Padre, madre e due figli, Jolanda. 7anni. Lina di 4. Artigiano esperto Rossi ha avviato una piccola azienda, il lavoro non manca: nel garage ci sono sempre le auto ammaccate di professionisti e commercianti, una clientela guadagnata poco alla volta. Ma Rossi non è sereno, talora appare scostante, crede che prima o poi gli venga a mancare il lavoro, anche se non ha motivi per temerlo. Una settiinana fa accade un episodio non inconsueto che. agli occhi dell'uomo, però, assume i contorni di un dramma: i ladri visitano l'officina, rubano un furgone dopo averlo caricato di pezzi di ricambio. Un danno sensibile, per Antonino Rossi, ma non irreparabile. Ma per l'uomo è il crollo. Si chiude sempre più in se stesso, i nervi gli saltano per un nonnulla, si convince che perderà la clientela, che dal colpo non riuscirà a sollevarsi. Il furgone rubato appartiene alla vicina, e la donna, quasi ogni giorno, passa dall'officina per chiedere notizie. Quelle visite, per Rossi, sono una tortura. In casa sono preoccupati, un fratello gli fa giornalmente iniezioni calmanti, ma la terapia non sembra felice. L'armonia in famiglia si spezza. Prima la moglie, poi il fratello lo avvertono: «O ti metti tran¬ quillo o ti facciamo ricoverare in manicomio. Cosi non puoi continuare». Sono giorni d'inferno. Poi. ieri mattina, si conclude il dramma. Rossi ha appena trascorso un'altra notte insonne da quando c'è stato il furto. Si alza alle quattro, ha un battibecco con la moglie. Dirà poi l'omicida: «Mi stuzzicava, mi diceva che ero buono soltanto per il manicomio». Un litigio che va avanti a lungo, tra frasi smozzicate e parole sibilate a mezza voce per non destare il figlioletto Jolanda: la piccola Lina è da amici. Sono le 7.30 quando arriva il fratello maggiore. Alberto, che è impiegato alle ferrovie: gli fa l'iniezione, gli raccomanda di star tranquillo: pochi minuti ancora e alla porta di casa bussa la vicina: Giuseppina Spartà. Chiede ancora notizie del furgone rubato. L'uomo si è ormai convinto che la fornaio Io considera responsabile del furto. Non sa che cosa rispondere, ma anche stavolta sembra dominarsi. Antonino Rossi ora è sicuro che la sua vita è ormai una tortura senza speranza. Così dall'armadio in camera prende il fucile da caccia cai. 12. regolarmente denunciato. Lo punta contro la moglie e spara, la donna crolla a terra senza un gemito. Dalla stanza accanto accorre la suocera ed è fulminata da una fucilata in pieno petto. Il lattoniere t> fuori di sé. Afferra per le braccia il figlioletto, spalanca la finestra deciso a scaraventare il bimbo in strada. Ma la gente ha udito i colpi, qualcuno grida di paura, qualche altro vedendo quel ragazzetto sospeso nel vuoto, urla all'uomo: «Lascialo, che cosa ti ha fatto?». Sembra tutto inutile, ma Antonino Rossi cambia idea. Scende in cortile, tenendo per mano il figlio, forse vuol fuggire, forse cerca qualcuno. All'improvviso si trova davanti la fornaio e in lei vede la persecutrice: imbraccia l'arma, spara e uccide per la terza volta. Poi scappa. In via del Santo blocca una 127: fa scendere il proprietario, il commerciante Andrea Vita. 49 anni, e la madre. Antonia Fama, di 82. che rientravano dal cimitero. Fugge, sempre trascinandosi dietro il figlio. Punta sull'autostrada Messina-Catania. La polizia lo blocca presso il casello di Cantaro. Quando l'uomo scorge la «volante» scende col fucile in mano, ma è disarmato dal tenente Messina e da due agenti. «Dovevo ammazzare tutti, lo dovevo fare» a. r. Una delle vittime, Giuseppa Sparta, vicina di casa

Luoghi citati: Catania, Messina