Chiesa e Stato trattano Il Parlamento vuol sapere

Chiesa e Stato trattano Il Parlamento vuol sapere Oggi nuovo incontro per il Concordato Chiesa e Stato trattano Il Parlamento vuol sapere Repubblicani e liberali chiedono di conoscere la bozza sulla quale discutono le due delegazioni - Si risponde che si tiene conto delle osservazioni espresse dal Senato ROMA — Per la seconda volta in 48 ore tornano oggi a riunirsi la delegazione della Santa Sede e quella del governo italiano, Incaricate di definire gli ultimi punti della progettata revisione del Concordato, in corso dall'autunno 1976. Le trattative erano state riprese martedì pomeriggio, dopo un anno di sospensione, nell'incontro svoltosi alla Nunziatura apostolica. I tre delegati vaticani monsignori SUvestrini, e Audrys Backis e il gesuita padre Lener e i tre delegati italiani Oonella, Jemolo e Ago hanno discusso per tre ore. La seduta è stata aperta da un saluto augurale del presidente Oonella, a nome della delegazione italiana, a mons. SUvestrini che guida la delegazione della Santa Sede, al posto di mons. Agostino Casaroli divenuto cardinale e segretario di Stato. Prima di separarsi, dopo le otto di sera, 1 sei delegati hanno deciso di rivedersi oggi. Le notizie contraddittorie, su quella prima riunione, nate probabilmente da un eccesso di riservatezza, hanno contribuito ad alimentare perplessità in ambienti parlamentari e politici circa la presunta volontà del governo di passare subito alla firma del nuovo testo, senza sottoporlo all'esame del Parlamento. Già il segretario del prl, Spadolini, ha chiesto che la «quinta bozza» (quella che nasce dalla trattativa) venga preventivamente illustrata almeno ai presidenti dei gruppi parlamentari, salvo successivo dibattito in aula. Identica richiesta è stata fatta ieri in una lettera a Cossiga da Zanone e Bozzi per i liberali: .In ambienti parlamentari e giornalistici—vi è detto — si va prospettando l'eventualità che il governo acceleri i tempi per la firma del Concordato. Ci auguriamo che tali voci non siano fondate. Ci sembra indispensabile, infatti, che dopo l'ultimo dibattito al Senato la nuova edizione dello schema concordatario ■ sia portata a conoscenza dei presidenti dei gruppi parlamentari, sema escludere un altro intervento delle Camere». Questa lettera si spiega con una nota dell'Opinione, organo liberale, In cui è dato per certo che papa Wojtyla e Pertini abbiano parlato «con franchezza del nuovo Concordato» nel lungo incontro conviviale di martedì 24 ottobre in Vaticano. .Nello scambio aperto di informazioni e punti di vista — rileva il giornale — si sarà certo tenuto conto della diversa "qualità" degli interlocutori: Wojtyla in grado di decidere e Pertini solo di riferire. Si è diffusa tuttavia la sensazione che possa scaturire dal colloquio un impulso ad accelerare i lavori delle due commissioni di revisione e addirittura a concludere la trattativa con la firma del nuovo testo'. Il giornale liberale osserva che «inviamo una fase di esagerato ossequio per i carismi e non solo per quelli del Po¬ uf fidale a Cossiga Ma una procedura del genere sembra impossibile, tanto più che ieri un esperto italiano ha precisato: «Si discute con la Santa Sede il progetto come è uscito dal Senato». La frase dovrebbe significare pa-, ma che .la tentazione dei gesti spettacolari è da esorcizzare, nella fattispecie, col paziente ulteriore approfondimento dei punti controversi. Mai come questa vol(a la fretta sarebbe cattiva consigliera». In sostanza, per l'organo del pll potrebbe esservi un qualche impegno italiano direttamente con Giovanni Paolo II e ciò spiegherebbe il sospetto che il governo punti a scavalcare il Parlamento ponendolo dinanzi a un testo già firmato. Di qui la richiesta { che la delegazione italiana tiene conto dei molti rilievi critici fatti da senatori laici e di sinistra alla «quarta bozza», da essi ritenuta peggiorativa rispetto alla precedente perché amplia il concetto di «ente ecclesiastico», con le relative esenzioni fiscali, estende alle scuole private cattoliche 1 finanziamenti previsti per le scuole pubbliche, mantiene l'obbligatorietà dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali, salvo richiesta di esonero. La Santa Sede è decisa a di feri dere sino in fondo queste sue richieste. Di conseguenza vi è chi parla di «trattative lunghe» diversamente da quanto alcuni delegati ritenevano martedì alla ripresa del negoziato. Lamberto Fumo

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