La ricerca dell'uranio verrà spostata in un'altra zona delle Alpi Marittime di Marco Neirotti

La ricerca dell'uranio verrà spostata in un'altra zona delle Alpi Marittime Con la decisione dei francesi di abbandonare la Valle delle Meraviglie La ricerca dell'uranio verrà spostata in un'altra zona delle Alpi Marittime La società appaltatrice intende proseguire l'attività su Cima del Diavolo e Monte Giraud DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENTIMIGLIA — Non si estrarrà uranio nella Valle delle Meraviglie. I lavori saranno indirizzati su altri territori delle Alpi Marittime. La battaglia contro le miniere che stavano per essere aperte nella zona del Monte Bego è arrivata a una tregua. Il pericolo di distruzione delle migliaia di incisioni rupestri e il timore di inquinamento delle acque del fiume Roja (che presto servirà l'intero bacino idrico compreso fra Montone e Diano Marina) sono stati spenti o. forse, solo addormentati, dall'annuncio della società francese Co.Ge.Ma.: •Anche in seguito alle proteste di associazioni archeologiche e gruppi protezionistici, la Valle delle Meraviglie verrà esclusa dal piano di ricerca.. La Co.Ge.Ma.. pero, nello stesso documento, ribadisce la decisione di proseguire l'attività spostandosi verso la Cima del Diavolo e il Monte Giraud. Il problema potrebbe essere riaperto in un domani. Se gli scavi saranno spostati a sud. infatti, la paura dell'in¬ quinamento si riproporrà per il fiume Bevera che. nei pressi di Ventimiglia, si getta nel Roja. Tutto potrebbe ricominciare daccapo. Queste, in sintesi, le tappe della vicenda. Il 2 novembre 1978 la Gazzetta Ufficiale francese pubblica la richiesta della concessione per estrarre uranio a cielo aperto nelle zone di Monte Bego e Monte Giraud. Il timore di danni al patrimonio archeologico e di inquinamento del Roja provoca un'ondata di reazioni. Da parte italiana intervengono l'assessore all'Ambiente, Fernanda Pedemonte, l'allora presidente della Regione Liguria Angelo Carossino (pei) e il suo successore Armando Magliotto (pei), che chiedono al ministro dell'Interno, Forlani, di rivolgersi al governo francese per ottenere chiarimenti. Manfredo Manfredi, de, a sua volta presenta un'interpellanza in Parlamento. Ma le richieste dei politici sembrano non dar frutti. Nel frattempo nasce un Comitato di lotta composto da enti e associazioni italiani e francesi. Si organizzano convegni e dibattiti. Ma, commenta sconsolato il sindaco di Bordighera, Giorgio Laura (psdi): «Tutto ciò non servirà a molto finché si tratterà di manifestazioni spontanee, non sorrette da un intervento concreto del governo». Il gesto più clamoroso è il «Raduno della vita», a fine giugno, sul colle del Raus. a 2000 metri di altezza, dove tra canti e balli 5000 persone bruciano manichini che impersonano lo spettro dell'uranio. Poco dopo un'altra protesta è inscenata contemporaneamente a Breil, Cuneo e Ventimiglia per l'inaugurazione della ferrovia Cuneo-Nizza. Già ad agosto si era affacciata un'occasione di cauto ottimismo. Il decreto che istituiva il Parco nazionale del' Mercantour vietava, al punto 5 dell'articolo 42. «ogni attività dannosa al patrimonio archeologico» dei territori compresi nel Parco. Ma un altro articolo, il 35, poneva una deroga per le cave e le miniere, attribuendo al direttore del Parco la facoltà di decidere in merito e chiedere misure precauzionali. Ora la Co.Ge.Ma. comunica la sua rinuncia e ribadisce la decisione di scavare più a sud. Per adesso, almeno sul fronte italiano, è tregua. Restano invece preoccupati i francesi. Spiega il professor Enzo Bernardini, di «Italia Nostra» : «A questo punto non avremo più voce in capitolo per ciò che avverrà senza ripercussioni per il nostro territorio. E le organizzazioni d'oltre confine temono questa defezione involontaria». Un rappresentante degli «Amici della terra» attacca duramente: «Cercano di dividerci». Una via d'uscita comunque resta anche per eventuali nuovi timori futuri. Secondo il trattato di pace firmato dopo la seconda guerra mondiale ogni decisione sulle acque di confine deve essere presa di comune accordo. In caso di contestazioni ci si potrà perciò rivolgere al Parlamento europeo, come già in questa occasione alcuni politici avevano iniziato a fare. Marco Neirotti

Luoghi citati: Bordighera, Diano Marina, Italia, Liguria, Montone, Nizza, Ventimiglia