La Childs e la sua danza post-moderna Si balla in tuta e con le scarpe da tennis di Luigi Rossi

La Childs e la sua danza post-moderna Si balla in tuta e con le scarpe da tennis A Milano l'ultimo spettacolo della rassegna americana La Childs e la sua danza post-moderna Si balla in tuta e con le scarpe da tennis MILANO — La rassegna internazionale di teatro-danza contemporaneo, all'ultimo appuntamento, al Teatro nazionale, è giunta con progressione geometrica allo stile di Lucinda Childs. definito -post-modern-. Come dire danza del futuro o addirittura ritorno alle origini. E infatti questo modo di muoversi sembra alla portata di tutti, almeno di coloro che abbiano fiato per reggere a un'ora e quaranta minuti di salti, giri e traversate diagonali del palcoscenico. Nove danzatori in tuta bianca e scarpe da tennis (compresa la stessa Childs) eseguono all'infinito pochissime ed elementari figurazioni, spesso su una musica altrettanto semplice ed iterativa di Philips Glass, esponente della -musica minimale-, corrispettivo della -minimal art- dello scenografo Sol Ewìtt di cui erano annunciate le proiezioni, poi insipiegabilmente mancate. La musica è fondata sulla ripetizione continua di figure armoniche e si riallaccia a modelli sonori orientali, in particolare al raga indiano. Ma nei suoni dell'organo elet¬ trico e del sintetizzatore sembrava spesso di avvertire banali echi di una fisarmonica che accompagna il ballo liscio. L'unico episodio, il quarto dei cinque nei quali è articolata la serata, in cui l'organo raggiungeva suggestioni «colte(nella fattispecie gli echi di una fuga bachiana) era anche quello che rivelava un più evidente scollamento tra musica e danza. Lucinda Childs proviene dall'orbita di Bob Wilson con lui ha collaborato nello spettacolo più noto del caposcuola dell'avanguardia americana Einstein on the beach. E' già apparsa in Italia proprio con Wilson, ma mai autonomamente con la propria compagnia di danza. Il suo spettacolo si intitola semplicemente «dance- ed ha per sottotitolo -An evening lenght ballet-. Serata evidentemente troppo lunga anche se le locandine lo avvertivano. Gli spettatori che gremivano il teatro hanno cominciato presto a dar segni di impazienza, non appena si sono resi conto che la tecnica ripetitiva era alla base di tutto. Ci sono stati fischi e ulula¬ ti in mezzo ad applausi polemici. La fatica dello spettatore è stata accresciuta dall'impianto di amplificazione della musica, tenuto a volume talmente elevato da mettere in pericolo i timpani, particolarmente degli ascoltatori vicini agli altoparlanti. Lo spettacolo è proseguito comunque, sema intervallo, per circa cento minuti. Ma poteva indifferentemente durare dieci o mille. Il concetto di Wilson dell'allargamento del tempo teatrale può infatti portare a qualsiasi misura. Purché lo spettatore resista. Luigi Rossi

Persone citate: Bob Wilson, Childs, Einstein, Glass, Lucinda Childs

Luoghi citati: Italia, Milano