Disperata e gelosa ferì l'amica che la respingeva: condannata
Disperata e gelosa ferì l'amica che la respingeva: condannata Rievocata in corte d'assise la sanguinosa vicenda di Moncalieri Disperata e gelosa ferì l'amica che la respingeva: condannata A sei anni (due anni condonati) -11 pm aveva chiesto 9 anni per tentato omicidio - L'imputata era stata costretta a lasciare il paese emigrando al Nord a causa della sua «diversità» Teresa Iati è una ragazza di 24 anni, operaia, che una domenica di febbraio dello scorso anno a Moncalieri. sotto casa, spara per gelosia e rabbia all'amica più cara con la quale credeva di poter condividere la propria «diversità-. Ed ecco ieri Teresa Iati in gabbia, accusata di tentato omicidio, processata dai giudici della seconda sezione d'assise che l'hanno condannata a una mite pena. 6 anni e 4 mesi di reclusione (pres. Padovani, p.m. Pepino). La vittima: Antonietta Princi. 20 anni adesso, bruna, carina, anche lei operaia e vicina di casa della Iati, una ragazza «normale, ossia eterosessuale che scatena la reazione dell'amica appena accetta la corte di un giovane incontrato a", ballo. Fumettone? Niente affatto: un dramma autentico, che ha lontane origini, una storia umanissima da leggere con pudore, storia di una donna che ad un certo momento della sua vita scopre con «vergogna, (cosi dirà ai giudici incaricati dell'inchiesta) di «non essere come le altre- e per realizzarsi accetta di emigrare dai suo paese, di andarsene lontano. Teresa Iati nasce in provincia di Catanzaro, cresce in una famiglia numerosa dove tutti hanno poche ma chiare idee: la donna deve far la maglia, soltanto gli uomini portano i calzoni. Il costume, la morale, i ruoli seguono le regole antiche: uscirne equivale a una condanna: emarginazione. Figurarsi allora la piccola Teresa che fa i giochi da maschietto, che allontana la bambola e detesta le gonnelle. Figurarsi la ragazzina che va a scuola indossando i pantaloni e che rifiuta il cibo quando il fratello maggiore, per •farle cambiare idea-, le taglia le brache e i giubbotti per indurla a .vestire da donna». Non c'è nulla di cromosomico nella «diversità, di Teresa (cosi afferma- no gli psicologi) ma un naturale atteggiamento psicologico che la porta a preferire la compagnia femminile e a detestare la vicinanza del maschio. Laggiù però è proibito, perché scandaloso. Allora, da sola. Teresa viene a Torino. E' timida, chiusa. La scoperta dell'omosessualità l'ha sconvolta, fa di tutto per nascondere a se stessa e In particolare agli altri gli «sconvenienti, impulsi. Fin che può. Va ad abitare a Moncalieri. Vicino alloggia Antonietta Princi. compaesana. Le due si frequentano. Teresa dice che l'amica sapeva e contraccambiava. Antonietta nega: -Quando me ne sono accorta, ho provato schifo-. Può darsi che sia cosi. Il dramma prorompe quando Antonietta innesca sulla profferta d'amore rifiutata il pettegolezzo ed il ridicolo. Teresa a questo punto è lacerata dalla gelosia e dalla vergogna per lo scandalo, gli sguardi delle amiche che ormai sanno la feriscono. Prende la pistola, cerca Antonietta, l'implora di «fare pace., l'amica respinge l'invito. Non importa se 11 ci sono altre persone: Teresa spara tre colpi, poi scappa. Succede alle 20 del 5 febbraio '78. Antonietta, ferita, se la cava presto. Tentato omicidio, comunque. Premeditato? L'accusa dice si e ieri il p.m. Pepino nella sua requisitoria esemplare per serietà e delicatezza ha chiesto la condanna dell'imputata a 9 anni (al reato più grave vanno aggiunti il porto e la detenzione illecita dell'arma). La tesi del delitto d'impeto è stata invece sostenuta dal difensore avv. Maggi: lunga la sua arringa e appassionata per offrire ai giudici un quadro completo della personalità della Iati e le motivazioni che l'hanno spinta a sparare accecata più dalla disperazione che dall'odio. Alle 20 la sentenza: 6 anni di reclusione, di cui due condonati. P- P- b. I eresa lati, aspettando la sentenza, parla con il suo avvocato
Persone citate: Antonietta Princi, Maggi, Padovani
Luoghi citati: Catanzaro, Moncalieri, Torino
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