Tanto paga lo Stato
Tanto paga lo Stato Tanto paga lo Stato (Segue dalla l'pagina) la radio, nella corrispondenza dei lettori sui quotidiani, si vedano prospettate situazioni impossibili, od additati casi che sarebbero pietosi se non vi fosse una norma di legge che toglie chiaramente l'asserita iniquità: quanti ritengono ancora che si possa vendere un immobile senza atto scritto o credono nella validità delle ultime l'olontà espresse ad amici o parenti, ma senza che sia formato un testamento! In economia credo le cose vadano anche peggio. Tutti ci doliamo del rincaro della vita: ma tra i milioni d'italiani che godono del diritto di voto, quanti si rendono conto del perché? Anni fa. un etnologo mi diceva che andando indietro, verso i primitivi, si trovavano ancora tribù selvagge, che non avevano afferrato il rapporto tra l'amplesso e la nascita di un bambino: questi era il frutto della donna, come di una pianta. Quanti italiani si rendono conto di cosa sia l'inflazione? Quanti sono che ad ogni sciopero scongiurato con concessioni, ad ogni opera pubblica intrapresa senza necessità, dicono: bene, la spesa in un modo o nell'altro ricadrà in definitiva sullo Stato: vuol dire che ci saranno alcuni miliardi di lire emessi in più. che la lira perderà un po' del suo potere di acquisto, e le scarpe che oggi pago 50 mila lire le pagherò tra qualche mese 55 o 60? Constato questa sordità economica degl'italiani. Non affermo affatto che tutte le richieste accolte siano ingiuste, che gli uomini radar non aves¬ sero ragione di chiedere di essere retribuiti come chi nell'aeronautica ha responsabilità eguali alle loro, che posto il principio di non costruire altre autostrade, non si debba fare uno strappo per una che appaia assolutamente necessaria. E meno che mai critico gli uomini politici che cedono (se pur mi chieda quanto la già fievole voce dell'Italia nell'Alleanza atlantica resti indebolita dal far passare come una cosa da niente un ammutinamento militare che in nessun altro Paese della Nato si è verificato). Per resistere occorre la forza: e se non la si ha. meglio salvare la faccia, fingendo di non accorgersi che si subisce un ricatto, ed accettarlo come un'amichevole transazione. Sono contento io pure che gli autobus e i treni camminino, che la posta funzioni, e, se pure non voli, che gli aeroporti siano attivi: e ricordo sempre il monito di Einaudi, che l'economi''a non può dare spinte ai politici, solo avvertirli delle conseguenze economiche delle loro decisioni. Altro punto: a ogni rincaro, si sente anche parlare della esosità di produttori e di negozianti. Non sarò certo io a negare che in questo, come in tutti i periodi di crisi, ci siano speculatori, ci sia chi guadagna enormemente, e purtroppo, ostentando le sue ricchezze, contribuisce ad accrescere 10 stato d'irritazione generale. Peraltro occorre ricordare che 11 buon commerciante come il produttore che deve acquistare materie prime, non può tenere il medesimo comportamento in periodo di moneta stabile e in quello d'inflazione | continuata e crescente. Per ri¬ tornare alle scarpe, facendo un'analisi del prezzo e cioè di tutte le spese di personale, di oneri fiscali, di tassi bancari, ecc. che debbono ricadere per quota su ogni unità venduta, quelle 50 mila lire di prezzo lasciano un utile del 6 o 7% al commerciante, compenso non eccessivo all'impiego di capitale, ai rischi, alla sua attività. Ed in periodo di potere d'acquisto costante della moneta, ben si potrebbe rimproverarlo di avidità se aumentasse il prezzo. Ma in periodo d'inflazione crescente il commerciante deve tener conto di un altro fattore: quale sarà il prezzo che dovrà corrispondere al grossista (e questi al produttore) per acquistare uno stock di scarpe pari a quello che ha esaurito: nel prezzo afa tuale ci deve essere anche questa riserva. Queste nozioni elementari, dettate prima die dagli economisti, da quel buon senso ch'era comune nella civiltà contadina, vorrei divenissero generali, fossero assimilate anche dai più umili. Si paria spesso di educazione civica nei programmi scolastici; sovente però essa si riduce a un commento della Costituzione, e al ricordo dei diritti, assai più che dei doveri, dei cittadini. Ma certe nozioni elementari di diritto e di economia occorrerebbe cominciare a darle fin dalla quinta classe elementare, dovrebbero essere patrimonio di tutti. La sovranità popolare è ottima, desiderabilissima cosa: ma a patto che il popolo sappia, sia in grado di fare scelte; non dev'essere la sovranità dei non vedenti. A. C . .li-molo
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