Difendiamo il calcio perché torni una festa
Difendiamo il calcio perché torni una festa Difendiamo il calcio perché torni una festa Da oltre trent'anni sono nel mondo del calcio, prima come giocatore e ora come dirigente, raramente ho vissuto un momento cosi amaro. La morte violenta dello spettatore. all'Olimpico, colpito da un'arma che non deve trovare posto in uno stadio, offende e amareggia profondamente. Proprio mentre i giocatori prendono sempre maggiore coscienza dei diritti e dei doveri della loro professione, mentre le società si battono per mantenere una conduzione seria, in linea con i bilanci, la violenza assurda e gratuita di una minoranza turba, crea apprensioni e reali pericoli. Ci dobbiamo battere per trovare rimedi, per educare ad una coscienza sportiva, ad una tolleranza reciproca. Intanto si sente una grande nostalgia per tempi in cui tutti i tifosi andavano allo stadio per divertirsi, con le famiglie. Era una festa, anche il derby più acceso finiva a sfottò, era circondato di scommesse fra amici, terminava spesso con una bevuta in compagnia magari dopo una «sana» scazzottata. E debbo dire che in campo la rivalità era forte, non ci siamo mai tirati indietro, noi giocatori. Ma lo spirito di chi ci guardava era diverso. Ora nello stadio entrano le contraddizioni e le tensioni della vita di ogni giorno. Dobbiamo reagire tutti insieme, dare l'esempio, per difendere il calcio e — soprattutto —i principi della convivenza civile. Giampiero Boniperti
Persone citate: Giampiero Boniperti
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