Una giornata di grandeur per Giscard a Berlino Ovest
Una giornata di grandeur per Giscard a Berlino Ovest Tricolore, Marsigliese, parata di truppe e carri francesi Una giornata di grandeur per Giscard a Berlino Ovest DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Un solo inno nazionale, la «Marsigliese», è stato suonato ieri mattina a Berlino occidentale per salutare Valéry Giscard d'Estaing. il primo presidente francese in visita all'ex capitale. E una sola bandiera — il tricolore — era issata sul jet dell'/tir France che ieri mattina ha portato Giscard da Parigi all'aeroporto di Tegel. base militare francese. E ad accogliere l'ospite non era un tedesco ma un francese, l'ambasciatore di Parigi a Bonn. Francois Brunet. Subito dopo hanno dato il benvenuto i comandanti delle guarnigioni alleate a Berlino — il francese, il britannico e l'americano — soltanto al quinto e sesto posto sono venuti il borgomastro della città Dietrich Stobbe e il presidente del Senato Peter Lorenz. Con questo protocollo, voluto dall'Eliseo e rigidamente rispettato. Parigi ha sottolineato dimostrativamente il significato che la Francia attribuisce alla propria presenza nella città divisa. Già prima di partire. Giscard aveva preparato l'opinione pubblica, dicendo che «questa visita è l'espressione di una responsabilità, di una solidarietà e di un impegno. Essa indica l'importama che il governo francese attribuisce alle responsabilità che gli incombono a Berlino e la sua volontà di rimanere fedele agli impegnn. Dodici ore è durata la permanenza di Giscard a Berli- no, e dal primo all'ultimo minuto, fin nei minimi particolari, ha voluto sottolineare il ruolo francese di potenza garante per l'ex capitale e l'assoluto rispetto degli accordi quadripartiti per la città, che le assegnano un ruolo particolare di «terza Germania». Cosi, per esempio, l'aereo del presidente francese non ha fatto tappa a Bonn ma è venuto direttamente da Parigi, il Cancelliere tedesco Helmut Schmidt è dovuto venire da Amburgo con un altro aereo (americano, perché i tedeschi occidentali non possono sorvolare la Ddr) e non ha «ricevuto- ma soltanto «accompagnato» l'ospite e mentre il ministro degli Esteri francese Jean Francois-Poncet era presente, il ministro degli Esteri tedesco Hans Dietrich Genscher è rimasto a Bonn; infine, da nessuna parte è stata mostrata una sola bandiera della Repubblica Federale di Germania. «A Berlino la Francia è a casa propria » aveva scritto sabato Le Monde. E ieri, con la Guardia Repubblicana tra¬ sportata da Parigi a Berlino, con le truppe e i carri armati francesi passati in rivista da Giscard e poi sfilati dinanzi a lui, un resto di grandeur si è effettivamente trasferito sulle rive alla Sprea. come se si fosse alla Martinica o a Réunion. Ma Helmut Schmidt, ridotto dal protocollo al ruolo di comprimario (secondo personaggio ufficiale dopo il borgomastro della città) e i berlineTito Sansa (Continua a pagina 2 in ottava colofma) Berlino. Il presidente francese Valéry Giscard d'Estaing davanti al «Muro»: una targa ricorda un uomo che fu ucciso durante un tentativo di fuga (Telefolo United Press Inicrn.iiion.il )
Persone citate: Francois Brunet, Giscard D'estaing, Hans Dietrich, Helmut Schmidt, Jean Francois, Peter Lorenz, Poncet, Sansa
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