Inter forte? Noi possiamo batterla

Inter forte? Noi possiamo batterla L'allenatore del Milan fiducioso per il derby dei seicento milioni Inter forte? Noi possiamo batterla Giacomini non ha problemi, ha addirittura anticipato le marcature - «Non siamo di certo inferiori anche se ci manca Bigon» MILANO — E' tornato un derby milionario, come ai bei tempi di Moratti, di «paron» Rocco e di Altafini. Su San Siro, futuro stadio Peppino Meazza. si accendono i riflettori della retorica sportiva. E' di nuovo >La Scala del calcio». La città è tornata a muoversi col suo frenetico e convulso ritmo europeo e di riflesso anche il calcio, sua tradizionale espressione sportiva, ha ripreso slancio. Si gioca il derby ed oltre 600 milioni si spostano dalle tasche dei tifosi a quelle delle due società. Inter e Milan di¬ vidono fraternamente. Sono finiti i tempi delle rivalità cosi accese da impedire il dialogo fra i massimi esponenti. L'azione ormai è comune perché se calano le quotazioni di un club, automaticamente anche l'altro, prima o poi, ne risente. Meglio dunque un derby al¬ l'insegna del bagarinaggio e con un doppio record: uno economico, l'altro tecnico. Chi vince insiste (o va) al comando. Tocca al Milan muovere guerra ai cugini che a loro volta chiedono la restituzione del «maltolto» della preceden- te stagione. A Bersellini, nell'accennare agli ultimi due derby, si drizzano tremuli i pochi capelli rimasti in testa: Giacomini è alla sua prima esperienza ma cerca di dare l'impressione di considerare la sfida con l'Inter come una gara qualunque. Afferma addirittura di non avere visto in tv la sintesi della prestazione dei nerazzurri contro il Borussia. Da tredici derby a questa parte il Milan non perde e questo induce qualche dirigente a commenti guardinghi : «Loro — ha detto Sandro Vitali — non vincono da troppo tempo, la legge dei numeri stavolta potrebbe esserci... fatale-. In effetti, fra i rossoneri, c'è soltanto un giocatore che ha conosciuto la sconfitta in questo confronto ed è capitan Maldera. Capitano perché manca Bigon, costretto a soffrire in tribuna assieme "a Rivera. Dice Giacomini: «JJ Milan non è il Borussia, andiamoci piano prima di seppellirci. E' vero die l'Inter parte favorita ma noi la conosciamo bene e possiamo contenerla proprio nei settori in cui è più forte. Noi conosciamo i cugini, loro conoscono noi. dunque... è vero e lo riconosco che partono favoriti per via del punto in più in classifica e per l'immancabile "carica" che avrà dato loro il pareggio conquistato in Germania. Siccome noi non siamo affatto inferiori, ne consegue che la gara è aperta ad ogni risultato per cui potremmo bellissimo continuare nella nostra serie favorevole' . L'allenatore rossonero è cosi tranquillo da anticipare quelle che saranno le «ineuitabili marcature^ —cosi le de-^| finisce — del derby. Vale a dire che Maldera agirà nella zona di Pasinato, mentre Buriani sarà portato ad affrontarsi con Oriali. Novellino, considerata la sua posizione, avrà la guardia di Baresi mentre De Vecchi spazierà su Beccalossi. Bet e Collovati ovviamente agiranno sul tandem offensivo nerazzurro, si tratti di Ambu-Muraro oppure di Altobelli-Muraro. 'Ad ogni modo — ha continuato Giacomini — non dobbiamo dare a questa gara un'importanza che vada oltre le sue caratteristiche di derby. I due punti in palio sono uguali agli altri: certo, un sucesso potrebbe dare una spinta importante sul morale, ma qualunque risultato possa offrire, la gara non sarà determinante nella lotta per lo scudetto. Sono d'accordo che un'Inter in fuga può fare paura ma non dimentichiamo che, subito dopo i nerazzurri dovranno superare altri ostacoli non indifferenti-. «Con Maldera e Antonelfi quasi a posto — ha concluso — nonostante l'assenza di una pedina fondamentale come Bigon, possiamo continuare sulla strada iniziata subito dopo l'eliminazione dalla coppa e che ha coinciso, come punto di partenza, col successo sulla Juventus. Un bis. ora. non stonerebbe-. Giorgio Gandolfi

Luoghi citati: Germania, Milano