L'accusa ha chiesto 23 anni di carcere per il bandito che uccise il tredicenne

L'accusa ha chiesto 23 anni di carcere per il bandito che uccise il tredicenne In assise l'assalto al supermarket di via Lancia, nel novembre '77 L'accusa ha chiesto 23 anni di carcere per il bandito che uccise il tredicenne 20 e 21 anni per i due complici della tentata rapina • Ma il principale imputato sostiene: «Il colpo mi è partito mentre battevo con l'arma contro la porta. È stata una disgrazia» Omicidio volontario o disgrazia? Giorgio Appella. 13 anni, fu ucciso da un colpo partito accidentalmente dalla pistola di Mario Santoro, come hanno sostenuto l'imputato e i suoi difensori, oppure si trattò di un vero e proprio assassinio, come ha ribattuto la pubblica accusa? E' il nodo centrale del processo che si celebra alla seconda sezione d'assise (pres. Padovani, pm Bernardi, cane. Comodo) e che vede sul banco degli imputati Mario Santoro, 21 anni. Angelo Alosl, 19 anni, ritenuto la «spalla» del primo e Lino Potetti, 27 anni, considerato dall'accusa il «capo» del gruppo. Queste le richieste del pm Bernardi a conclusione della sua requisitoria: 23 anni e mezzo per Santoro. 20 per Alosi (all'epoca dei fatti minorenne), 21 anni per Poletti. Santoro e Alosi hanno ammesso di aver partecipato all'assalto al supermarket di via Lancia 87. la sera del 26 novembre di due anni fa anche se il primo giura che il colpo mortale parti accidentalmente dalla sua pistola. «Battevo contro ti vetro del negozio per farmi aprire e l'arma si è messa a sparare, ha detto ai giudici. Poletti. accusato di essere l'ideatore del colpo, nega qualsiasi partecipazione. Proprio il contrario di quanto ha affermato nella sua requisitoria il dott. Bernardi: «Esistono schiaccianti elementi di prova contro Poletti. I suoi amici cercano di scagionarlo ma lui è sempre presente sulla scena, prima, durante e dopo il fatto». Ila precisato il pm Bernardi: •Fu Poletti a ideare la rapina, a distribuire i ruoli, a disporre il sopralluogo in via Lancia intor¬ no al supermarket nel pomeriggio del 26 novembre, poche ore prima dell'assalto». Poi la ricostruzione dell'omicidio. «// perito medico legale — ha affermato sempre Bernardi — assicura che il colpo di pistola fu sparato a bruciapelo. Dalle testimonianze risulta che il Santoro si trovò davanti il tredicenne, lo spinse da parte, batté con il calcio dell'arma sul vetro per farsi aprire. Fallito l'assalto si girò e si ritrovò davanti il ragazzo che gli sbarrava la strada: allora fece fuoco». •La tesi del perito balistico, secondo il quale la versione di Santoro, e cioè quella di un colpo partito accidentalmente, poteva essere sostenuta — ha concluso Bernardi — non è utilizzabile in quanto l'esperto ha potuto fare soltanto delle ipotesi mancando l'arma del delitto che non è mai stata ritrovata». Nel pomeriggio hanno cominciato le arringhe 1 difensori: Morabito e Paroncllli per Santoro, Vighetti per Poletti, Ouldetti Serra e Pusari per Alosl. 1r Nuova perizia per il principale imputato e sopralluogo nella sede della ditta, la «Ansaldo e Barbero» di corso Vercelli, dove 11 15 aprile '76 l'impiegato Alessandro Castelli fu ucciso nel corso di una rapina. A processo concluso, ieri mattina, la corte d'assise ha emesso invece della sentenza un'ordinanza. L'istanza di una nuova e più completa perizia psichiatrica su Luciano Munari era stata avanzata dal difensori del latitante Caruso, avvocati Gabri e Albanese. -Nella perizia, oltre alla ricostruzione del fatto, peraltro noto alla corte, si riportano pedissequamente i vari ricoveri di Munari negli ospedali psichiatrici dall'età di 13 anni in poi. Ma nulla di preciso viene detto sulle condizioni psichiche dell'imputato al momento del fatto-, avevano sostenuto i due legali. Il sopralluogo nella ditta è stato deciso dalla corte per verificare un'affermazione dello stesso Munari che dice di aver sparato perché, •quando ormai stavo per abbandonare il posto, entrò un impiegato nella stanza, persi l'equilibrio e parti un colpo». Il pubblico ministero Marciarne non si è opposto a questa nuova verifica processuale. La corte ha disposto che il perito che dovrà esaminare il Munari, professor Fornari, giuri la mattina del 31 ottobre prossimo e ha deciso di compiere il sopralluogo 115 novembre.