Pugnalata nel sacco a pelo da un innamorato respinto di Liliana Madeo

Pugnalata nel sacco a pelo da un innamorato respinto Tragica fine a Roma di una povera emarginata Pugnalata nel sacco a pelo da un innamorato respinto La vittima, 32 anni,dormiva nell'androne del Campidoglio - Sposata con due figli non viveva più in famiglia - Arrestato il responsabile ROMA — Fame, elemosina, notti alladdiaccio. una solitudine senza tregua, un'autoemarginazione disperata, e infine le coltellate inferte a tradimento e la morte che sopraggiunge dopo una breve tenace resistenza: un'esistenza contrassegnata da tali tappe è venuta fuori ieri mattina quando le guardie addette al la sorveglianza del Campidoglio hanno scoperto, in un sacco a pelo, il corpo ormai irrigidito di Rossana Rici. di 32 anni, uccisa durante la notte nell'androne della Protomo teca, sotto il porticato del Vignola — luogo in cui barboni di varia età. quando gli uffici del Comune sono chiusi, vanno a cercare rifugio — e a poca distanza dalla statua di Marc'Aurelio. Rossana Rici aveva una famiglia alle spalle, e la sua condizione attuale era di totale isolamento. Fino ad alcuni anni fa. la Rici aveva condot to una vita comune a tante ragazze di borgata. Lei era cresciuta all'Alessandrino, con i genitori e i fratelli. Si era sposata presto, vedendo nel matrimonio quell'apertura alla libertà e alla migliore identità possibile per una donna. I figli erano venuti su bito. Oggi Daniela ha 13 anni e Livio 9. Era andata ad abita» re con il marito in un altro quartiere, nella zona di Casalotti, sempre nell'estrema periferia della città. Adesso, nella frettolosa ricostruzione degli anni della convivenza coniugale e della maternità, riesce difficile rintracciare il momento esatto in cui è avvenuto in lei il rifiuto della sua condizione. I fa¬ migliari dicono che a partire da un certo punto incominciò a cadere in «crisi depressive». Per Rossana Rici la soluzione è stata trovata nel ricovero nel manicomio. A «Santa Maria della Pietà» la giovane donna è stata ricoverata a più riprese. Non ne è uscita «guarita», ma si sono ulteriormente allentati i vincoli con i famigliari. E' stata ridotta praticamente al ruolo di «barbona». che per sfamarsi si rivolgeva a enti assistenziali, non rubava né faceva la prostituta, portava nella borsetta tutti i suoi averi (cibo, indumenti, documenti), viveva di rari scambi di parole con gli altri. Al Campidoglio i vigili notturni e urbani la conoscevano da alcuni mesi. La chiamavano Rossana e spesso chiudevano un occhio per permetterle di dormire tranquilla. La notte scorsa, verso le 23.30. Rossana si è rivolta a loro per dire che un uomo la infastidiva. Voleva dormire con lei. lei non voleva. L'uomo. Nicola Marino, di 28 anni, studente disoccupato, ha raccontato agli agenti che amava la donna, che quel rifiuto lo umiliava. Si è messo a piangere. I vigili, impietositi, lo hanno lasciato andare. Quando ieri mattina la donna è stata trovata uccisa — coltellate alla gola, al petto, allo stomaco, alla mano con cui doveva aver tentato di difendersi, e sangue su tutto il viso forse percosso dall'assassino — gli inquirenti sono partiti dalla testimonianza su questo episodio. Nella borsa che la donna aveva sotto il capo — l'assassino dopo averla sgozzata, ne ha ricomposto il corpo nel sacco a pelo — c'era un'agendina. Dai nomi e dai numeri trascritti, si è risaliti all'«innamorato- respinto. Nel pomeriggio l'uomo è stato rintracciato. Interrogato, è caduto in varie contraddizioni poi ha finito col confessare. Liliana Madeo

Persone citate: Casalotti, Nicola Marino, Vignola

Luoghi citati: Roma, Rossana