Traversie dei pc di Scandinavia

Traversie dei pc di Scandinavia OSSERVATORIO Traversie dei pc di Scandinavia Non avendo raggiunto il quorum del 2 per cento nelle elezioni di martedì scorso, per la prima volta da. ventanni a questa parte i comunisti danesi non saranno rappresentati al Parlamento di Copenaghen. Il partito di Jensen. che nella passata legislatura disponeva di sette seggi, deve la sconfitta principalmente ad una campagna elettorale sbagliata, avendo voluto insistere su una serie di rivendicazioni salariali che in un Paese afflitto da una grave crisi economica sono apparse semplicemente grottesche. Ma la perdita di simpatie, dal 3.7 per cento del 1977 all'1,9 di martedì, è dovuta anche alla spaccatura avvenuta alla base la scorsa primavera e che aveva portato alla formazione del «partito comunista dei lavoratori» guidato da Benito Scocozza. un professore di storia all'Università di Copenaghen con idee e programmi assai vicini a quelli del partito comunista sovietico. Anche se lo 0.3 per cento di Scocozza sommato all'i.9 dì Jensen avrebbe permesso almeno un paio di mandati, rimane evidente che i comunisti danesi, .quelli del malcontento», sono ora decisamente in crisi. La vicenda del comunismo danese, pertanto, appare oggi uguale a quella svedese e norvegese: comincia negli anni delle invasioni dell'Ungheria e della Cecoslovacchia, quando in Danimarca esisteva un solo partito comunista, assai fedele a Mosca. Le repressioni sovietiche nell'Europa orientale portarono ad una rivolta degli intellettuali del partito, che riuscirono ad allontanare abbastanza rapidamente la vecchia guardia da ogni incarico direttivo, imboccando la strada di una politica strettamente nazionale, tendente unicamente alla realizzazione delle rivendicazioni della classe operaia. Quando però il partito ha cominciato a perdere forza, sono tornati alla risalta gli amici di Mosca ?he. dopo avere inutilmente chiesto una svolta verso sinistra, se ne sono andati per proprio conto, non riuscendo in ogni caso a raccogliere che limitatissime simpatie. La stessa cosa è accaduta in Svezia: rinnovo del partito dopo il '56 ungherese e il '68 di Praga, e buona ripresa di quota: la ripresa si è mantenuta, tanto che nelle elezioni di settembre i comunisti di Werner hanno ottenuto il 5.6 per cento dei voti e ben venti seggi. Ma l'anno scorso, quando Werner è apparso in difficoltà, si è avuto il distacco di una falange di scontenti che si è presentata alle eleziono con il nome di «partito comunista dei lavoratori», ottenendo, sotto la guida di Lowenborg. soltanto lo 0.6 per cento dei voti. La forza dei comunisti svedesi (che gli altri pc scandinavi non hanno) sono le maestranze delle miniere del Nord che. pur avendo oggi salari e ambienti di lavoro eccellenti, continueranno a votare comunista per tradizione, assicurando al loro partito il Quorum del 4 per cento necessario per andare alla Camera unica. Anche in Norvegia, infine, i comunisti, politicamente insignificanti, hanno subito lo^ stesso travaglio: mutamenti interni dopo Ungheria e Cecoslovacchia, lieve aumento di quota e. infine, due anni fa. la creazione di un nuovo raggruppamento che si è denominato «partito comunista dei lavoratori», guidato dalla signora Steigam. che riesce a raccogliere attorno a sé solo 2500 simpatizzanti, contro i circa 15 mila (lo 0.37 per cento dei votanti), del grande nemico Knudsen. In Scandinavia, quindi, soltanto i comunisti svedesi hanno saputo superare le crisi degli ultimi anni e contano qualcosa: gli altri rappresentano poco o nulla nella vita politica dei rispettivi Paesi. Walter Rosboch Cnpi'iiiiclieii. Il socialdemocratico Jorgensen esulta: la vittoria è rafforzata dalla scomparsa in Parlamento del pc

Persone citate: Benito Scocozza, Jensen, Jorgensen, Walter Rosboch