Violenza e malavita nelle notti di Mosca di Livio Zanotti

Violenza e malavita nelle notti di Mosca AUMENTANO I FURTI, I DELITTI E LA CORRUZIONE: UN APPELLO DEL PCUS Violenza e malavita nelle notti di Mosca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — I tre stanno in piedi davanti al tribunale con lo sguardo ottuso del teppista trascinato al crimine dall'indifferenza più che dalla cupidigia o dall'odio. Confermano, annuendo, tutte le accuse. Per derubare un uomo lo hanno quasi ammazzato, accanendosi contro di lui con un tubo di ferro, con calci, sul petto e sulla faccia. Gli hanno sfilato il tre quarti di montone, il berretto di coniglio, una manciata di rubli e lo hanno abbandonato sulla strada, di notte, in mezzo alla neve. -Speravano di farla franca», ha raccontato la vittima, un giornalista cinquantenne, alto e robusto. Invece lui é riuscito a trascinarsi carponi per qualche decina di metri, fino a casa, semincosciente Non é salito al proprio appartamento, bensì a quello di un vicino: il capo della squadra mobile di Mosca. I delinquenti erano stati audaci ad agire nei pressi della sua abitazio¬ ne, sempre vigilata dalla polizia, nella quale non erano incappati per un caso. Il funzionario ha dato l'allarme e qualche ora più tardi i rapinatori stavano già in carcere. A giudicare dalle richieste dell'accusa ci resteranno una quindicina d'anni. Ad un alto dirigente governativo é toccato di essere strappato di peso dall'abitacolo della sua automobile, che stava mettendo in moto, ed essere scaraventato sull'asfalto. I ladri non gli hanno prestato attenzione, era la vettura che volevano. Ci sono saltati sopra in due. uno smilzo al volante e l'altro, gigantesco, accanto. Due colpi di gas e ria. Ma neanche essi hanno avuto fortuna, perché il derubato ha fatto intervenire l'intero dispositivo della polizia stradale, il Gai. I fuggiaschi sono stati acciuffati prontamente. Adesso anch'essi stanno davanti ai giudici e aspettano di sapere quanti anni di galera si troveranno sulle spalle. Notizie del genere ne appaiono tutti i giorni sulla cronaca nera di mezzo mondo: ma l'Unione Sovietica si trova nell'altra metà. Qui i giornali non sono giornali ma istituti pedagogici: «Noi ci rivolgiamo al meglio, non al peggio della vita», mi ha detto una volta il direttore della Pravda. Viktor Afanasiev. Dunque non pubblicano i fatti delittuosi: -Anche per non opprimere i lettori», dice ancora Viktor Afanasiev. Spulciando testi scientifici risulta che le violazioni dei beni privati e dell'ordine pubblico costituiscono nel Paese oltre il 60 per cento di tutti i delitti. Aumentano i crimini nell'ambito della «vita abituale»: basti dire che 7 omicidi ogni 10 vengono commessi in appartamenti. Aumentano anche ì reati commessi in stato di ubriachezza, che rappresentano ormai il 63 per cento del totale. Mentre diminuiscono quelli indotti più o meno consapevolmente da uno stato di acuto bisogno materiale. La re¬ pressione, cosi stando le cose a parere di molti criminologi sovietici non basta: ci vuole una adeguata opera di prevenzione. Ad insistere più di altri su questa esigenza è stato du-, rante lunghi anni il prof. S. Krilov. un sociologo di valore, ex viceministro degli Interni, poi responsabile dell'Accademia di pubblica sicurezza, dove vengono formati gli ufficiali di polizia. -L'esperienza, egli diceva, dimostra che l'aggravamento delle pene non garantisce alcun effetto decisivo-. Krilov diceva che la legge funziona solo se riesce a continuare oltre le aule dei tribunali, nella vita della società. Ma l'etica formalmente spartana dell'amministrazione statale (stipendi misurati con il contagocce, uffici spogli, controlli severi), se ha plasmato una società rigida, non ha assicurato una forte moralità pubblica. Il prof. Krilov se ne era reso conto prima di scomparire all'improvviso tragicamente. Le sue stesse proposte riformistiche hanno urtato contro gli scogli della routine burocratica, naufragandovi. E lui dietro ad esse. Ma ora anche il partito si rende conto del fenomeno, invita Stato e cittadini a mobilitarsi per fronteggiarlo. La Pravda ha pubblicato la risoluzione del Comitato centrale del pcus dedicata al • rafforzamento della lotta contro le infrazioni della legge». Dal testo si ricava un quadro allarmante. Non tanto per i casi che finiscono davanti ai tribunali, ma per gli innumerevoli altri che non vi arrivano perché sembrano appartenere a una pratica estesa e sommersa. E' la malattia che erode .la proprietà socialista-: il disinteresse che lascia marcire macchinari che costano miliardi nei magazzini, l'appropriazione spicciola ma continua di qualsiasi cosa possa risultare utile da parte di operai e responsabili di stabilimenti industriali. Livio Zanotti

Persone citate: Krilov, Viktor Afanasiev

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica