Il sindacato sostiene: «L'Olivetti ha infranto l'accordo del 1977»

Il sindacato sostiene: «L'Olivetti ha infranto l'accordo del 1977» Stamane dovrebbero essere decise nuove agitazioni nel Gruppo Il sindacato sostiene: «L'Olivetti ha infranto l'accordo del 1977» Le intese prevedevano «iniziative di diversificazione produttiva» per evitare licenziamenti - Sarebbe invece venuta a mancare la spinta nei diversi settori della progettazione TORINO — -La denuncia di eccedenza di manodopera alla Olivetti è un atto di resa del gruppo dirigente e costituisce una rottura del patto politico contenuto nell'accordo con il sindacato del 1977». Questo il giudizio che la delegazione sindacale — guidata dal segretario nazionale della Fini. Paparella — ha dato ieri sera, dopo che i dirigenti della Olivetti avevano finito di esporre i piani dell'azienda, che prevedono, com'è noto, l'allontanamento di 4500 persone, in due anni nell'area del Canavese. I sindacalisti hanno annunciato che stamane si riunisce, nella sede torinese della Firn, il coordinamento nazionale del gruppo per definire un ulteriore pacchetto di agitazioni. Le otto ore di sciopero che erano programmate entro il 26 ottobre sono già state utilizzate in parte: la rimanenza di 2-3 ore. a seconda degli stabilimenti, «sarà utilizzata per manifestazioni di zona», che si svolgeranno venerdì prossimo. I dirigenti della Olivetti, ie¬ ri, hanno completato l'informazione ai sindacati illustrando l'andamento delle consociate italiane del gruppo: Olivetti accessori, Synthesis e Tecnost. create il 1 dicembre 1978. e Mae, creata il 1 gennaio 1977. -L'anda- mento di queste aziende — hanno affermato i responsabili della Olivetti — conferma la giustezza delle scelte fatte. La ììiaggiore autonomia e l'accresciuta flessibilità hanno consentito una presenza più incisiva sul mercato. In concreto la Olivetti accessori è oggi in grado di assorbire 50 dipendenti di quelli in supero e la Mae (te assorbirà 120». Nel tardo pomeriggio, dopo un giorno e mezzo di esposizione dell'azienda, è cominciata la replica sindacale, riassunta in un documento di dodici cartelle che analizza i vari settori. Nel capitolo conclusivo, «Giudizio sulla situazione attuale», il sindacato dopo aver definito, come abbiamo detto, «atto di resa» l'eccedenza di manodopera, spiega questa affermazione. -L'accordo del 1977 — dice il testo — riconosceva la necessità e la possibilità di superare le quote di inattività di manodopera, dovute al passaggio dalla tecnologia meccanica a quella elettronica, attraverso adeguate iniziative di diversificazione produttiva, con uno sforzo nell'attività di ricerca, di tempestiva attività di progettazione, di impegno alla collocazione di volumi crescenti di prodotti sia tramite il potenziamento qualitativo della rete commerciale che delle attività di marketing». A giudizio del sindacato -tale impegno, purtroppo, è stato in larga misura disatteso, con conseguenze che già oggi registriamo ma che ancor più registreremo in futuro». In particolare i sindacalisti sostengono che è mancata una spinta nei settori della progettazione -per cui oggi l'azienda ricorre alla commercializzazione o alla acquisizione di interi progetti, per garantire la copertura di determinate fasce di mercato». Nel documento della Firn si riconosce che - la nuova situazione finanziaria dell'azienda è radicalmente migliorata, con una nuova credibilità a livello internazionale», ma si aggiunge che questo dato positivo -rende ancora più grave l'atto di resa» anche perché, a giudizio del sindacato, esìstono altri fattori positivi: O-La presenza di strumenti di sostegno pubblico finalizzato per i settori in cui l'azienda è presente, con disponibilità di risorse ingenti». -L'avvio della finalizzazione della domanda pubblica nei settori nei quali l'azienda opera». La crescita impetuosa della domanda privata, per tutti i settori in cui l'azienda opera; domanda che si mantiene a ritmi sostenuti indipendentemente dalla congiuntura». Sergio Devecchi

Persone citate: Paparella, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Torino