I giovani non hanno più interesse per il duro mestiere del muratore

I giovani non hanno più interesse per il duro mestiere del muratore Scarseggia ormai la forza lavoro nell'edilizia I giovani non hanno più interesse per il duro mestiere del muratore Secondo l'assessore regionale dell'Emilia Romagna il fenomeno è diffuso in tutta Italia - Ma le cause e i rimedi sono anche da ricercare^nellafoileincidenza(ilI30per cento) del «lavoro nero» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BOLOGNA — L'Emilia-Romagna manca di forza-lavoro nel settore edile. Forse è una carenza che ha riscontro anche a livello nazionale, tuttavia, in questa regione, secondo l'assessore regionale all'Industria, artigianato, cooperazione e problemi del lavoro, Silvano Armaroli (psi), ci sono «una diminuzione costante degli iscritti alle liste di collocamento disponibili per il settore edile» ed una -caduta dei lavoratori registrati presso le tre Casse edili». Inoltre «f giovani non sono attratti dal set-, tore, come testimoniano le liste speciali, si che gli addetti diminuiscono ed invecchiano, assestati come ormai sono su una età media intorno ai 50 anni». A fronte di questa carenza quantitativa, ma -soprattutto — secondo Armaroli — qualitativa dell'offerta», sta la prospettiva, emersa da un recente studio sindacale, di «una crescente attività edilizia per il triennio 1979-'81, specie in relazione all'ampliata iniziativa pubblica per venire in¬ contro alla domanda abitativa». La situazione è però più complessa. Una grossa fetta del settore (la Regione calcola un 25-30 per cento del numero ufficiale degli addetti) è in mano al cosiddetto lavoro nero. Negli ultimi anni — ha spiegato Armaroli rispondendo ad una interpellanza dei consiglieri regionali de Bianchi, Bondavalli e Siconolfi — l'edilizia ha avuto »il suo decentramento selvaggio, caratterizzato da una costante riduzione degli organici presso le grandi e medie aziende e da una continua dilatazione di artigiani e, spesso, pseudo artigiani, sub-appoltatori, cottimisti». Oltre a incrementare il lavoro nero, questo «decentramento selvaggio», lia •destabilizzato e disincentivato il mercato di lavoro regolare e inciso negativamente sul livello professionale». Insomma quello che formalmente dovrebbe essere un artigiano, in effetti, poi, molte volte non lo è, perché, alla prova dei fatti, gli manca la caratteristica che dovrebbe distinguerlo: quella di saper fare il suo mestiere perché non ha avuto modo di impararlo. In pratica risulta essere invece un operaio qualunque (che molte volte viene pagato ad ore anche se risulta un appaltatore) che presta un lavoro dipendente, ma risulta un professionista. La soluzione — per quel che riguarda anche la necessità di rispondere alla crescente domanda di nuove case — secondo la Regione bisogna trovarla agendo sull'assetto produttivo in due distinte direzioni: incrementando la produttività e migliorando le condizioni di lavoro e di vita degli addetti al settore. Un primo traguardo — sostiene Armaroli — è quello di «ridimensionare se non eliminare il lavoro nero». L'impegno coordinato dell'intervento pubblico, sindacale e privato, potrebbe dare buoni risultati. La Regione, gli enti pubblici territoriali e non, potrebbero, ad esempio, «considerare la possibilità di includere nelle concessioni e convenzioni disposizioni e clausole che favoriscano il lavoro regolare che costituisce l'ambiente migliore per mantenere, accrescere, valorizzare il contenuto professionale». In questo campo' molto dovranno fare anche le scuole edili che hanno attualmente una organizzazione provinciale ed il cui «sforzo generoso» non è, però, secondo l'assessore, ancora sufficiente. Che il divario tra l'offerta di forza lavoro e le crescenti necessità dell'edilizia si vada accentuando, non dovrebbe pero, .secondo Armaroli. scatenare nessuna «tensione drammatica». E' possibile, infatti, una maggiore utilizzazione della forza lavoro presente unitamente a «una più larga introduzione della tecnologia». Giuseppe Nobili

Persone citate: Armaroli, Bianchi, Silvano Armaroli

Luoghi citati: Bologna, Emilia, Emilia Romagna, Italia, Romagna