Signora con Parroco a Santa Liberata

Signora con Parroco a Santa Liberata Signora con Parroco a Santa Liberata Mentre andava per le viuzze del vecchio centro portando il suo prezioso pacco all'inevitabile Celestini — l'unico a Torino che sapesse riattaccare come si deve il manico rotto di un'anfora Impero — la signora Guidi sentì all'improvviso un acuto odore di cera e vide, in una modesta rientranza fra neri e sfogliati palazzi, la facciata di una chiesa. Dal portone erano appena emerse due donne di mezza età. che ora stavano riponendo i veli nelle borsette. Perii. Pietro, s'informava intanto una in dialetto, s'era poi ripreso, era migliorato? Pà vaire. mica tanto, rispondeva l'altra crollando il capo. La signora Guidi esitò. Era saltuariamente devota, faceva la sua visita in chiesa ogni tanto, e poiché qui si trovava più o meno nel quartiere della Consolata, pensò per un momento di andarsi a sedere cinque minuti in quel solenne e scintillante santuario, al cui fascino era sempre stata sensibile. Ma avrebbe dovuto allungare la strada, sia pure di non molto, e dopo, oltre a Celestini, le restavano ancora varie commissioni. * * Le due donne si allontanarono in direzioni opposte, e la signora Guidi, reggendo il pacco con entrambe le mani e usando la spalla per spingere il battente, entrò nella chiesa, che le era ignota, e si trovò di colpo in una oscurità gelida e profonda, puntuata dalle fiammelle di innumerevoli candele. Un po' stupita da quel forte contrasto d'ombre e di fuoco, ma pensando vagamente che dipendesse da un guasto all'impianto elettrico o dalla necessità di risparmiare energia, la signora avanzò nella navata centrale e si sedette a caso in un banco sulla destra. La chiesa era quasi deserta, freddissima, spoglia, t laggiù, vicino all'altare, si distingueva una confusa struttura d'assi e di tubi, un'impalcatura che si perdeva nelle alte tenebre del soffitto. Ecco, vedi, un cantiere, pensò la signora Guidi, stanno riparando o rifacendo qualcosa. Era sul punto di posare il pacco accanto a sé e inginocchiarsi per unu breve preghiera, quando senti una grossa mano posarsi rudemente sulla sua spalla e una voce maschile, non alta ma molto sicura, autoritaria, che diceva non senza un'inflessione minacciosa: — Cosa fai tu qui? La signora si voltò e vide vicinissima, incombente, una testa mozzata. La sorpresa, lo spavento, l'assoluta irrealtà dell'apparizione. durarono un attimo: poi il cuore tornò a battere, il mondo tornò solido, la testa aveva un suo supporto bianco, un collare da prete, sotto c'era la tonaca, invisibile contro Io sfondo buio, e infine, cosa più rassicurante d'ogni altra, la sagoma scura emanava un odore fin troppo naturale, terreno, di corpo infrequentemente lavato. Segui quello che la signora Guidi, raccontandolo, avrebbe in seguito definito un dialogodel tutto insano. — Pregavo. — si giustificò lei. col respiro ancora un po' corto e nessuna disinvoltura. — ero entrata a pregare... — Prega, donna, prega.' — comandò il prete. — Ma va'al tuo posto, ognuno deve stare al suo posto, o vogliamo che il grande bordello ci travolga tutti? Senza aspettare la risposta, infilò la mano sotto l'ascella della signora, la quale si trovò in pochi secondi sollevata, sospinta, trascinata verso i banchi di sinistra da una presa di ferro. — Da questa parte le donne. — disse il prete. — da quella gli uomini! Se Dio avesse i-oluto confonderli li avrebbe fatti uguali! Giù. al tuo posto! E con un'ultima, energica pressione, la fece risedere come avrebbe abbassato un coperchio riottoso. Esterrefatta, la signora non reagì né si sognò di protestare. — Non lo sapevo. — balbettò paralizza ta. La spiegazione le venne in un lampo di terrore. Solo a me. pensò istericamente, solo a me poteva capitare una cosa simile, entrare in una chiesa mai vista nel preciso momento in cui il parroco ha una crisi di follia. Si guardò intorno in cerca di aiuto. Forse era un pazzo travestito da prete, e se lei si metteva a urlare il parroco vero sarebbe... Il suo pacco, rimasto sull'altro banco, la salvò da una scena ancora più assurda. — Il mio pacco! — gridò puntando il dito, più per aggrapparsi a qualcosa di comprensibile e familiare che per distogliere l'attenzione del mentecatto. Il prete si girò a guardare, poi la sua faccia si torse in una specie di ammicco, la sua mano imparti una strizzatina amichevole alla spalla della signora, la sua indistinta sagoma frusciò via. Un momento dopo era di nuovo li. alto. nero, incredibile. — Non aver paura. — disse porgendole il pacco. — la Casa di Dio è il rifugio più sicuro. — Grazie mille. — si sentì rispondere la signora Guidi. — Sei nuova? — disse il prete, l'occhio alla pelliccia di Breitschwanz con risvolti di lontra. —Non ti ho mai vista. — Sono di un'altra parrocchia, — si sentì dire la signora Guidi come uno straniero sotto la mira dello sceriffo in un film ivestern. — Sei entrata senza segnarti con l'acqua benedetta, — disse il prete. — Ti ho vista. * * — E' che avevo il pacco, — si sentì spiegare la signora Guidi nel puro delirio della situazione. — Vai a bagnarti le dita. — disse severamente il prete. — La carne, non i guanti! La signora Guidi, completamente smarrita, gli rimise in mano il pacco e trovò chissà come la forza di alzarsi in piedi e di camminare un passo dopo l'altro fino all'acquasantiera. Si sfilò remissiva il guanto e solo allora si rese conto che a tre metri da lei c'era l'uscita, la strada, la ragione. Ma non ne fece niente. Il suo angelo custode, come raccontò più tardi, le venne in soccorso con un incongruo ricordo turistico, col volto rozzo e la voce aggressiva di un padrone di ristorante parigino. Jean o Jules o Franqois. che anni prima aveva avuto uno strepitoso successo mettendosi a bistrattare, svillaneggiare e insultare i suoi gongolanti clienti. Ecco cos'era questo prete! Tutte le paure di quei pochi minuti da fine del mondo si sciolsero in un moto quasi di simpatia. Un prete di campagna abbaiante e tonante, sempre pronto allo scopone, al mezzo litro, allo scherzo ruvido e un po' troppo prolungato con le spose e le ragazze del natio borgo. Lo stile era quello, anche se lei dubitava che potesse funzionare in città, specialmente oggi. Ma magari, con certi tipi di persone... La signora Guidi scopri a quel punto che con la lucidità le era tornata l'indignazione. Furibonda, e felice di esserlo, marciò verso l'inaudito cafone, che infatti aveva avuto nel frattempo la faccia tosta di aprire il pacco per curiosarci dentro. — Ma cosa fa! — gli soffiò, e aggiunse velenosamente: — Non si vergogna? Ha già bevuto a quest'ora? Ma il prete non sorrise, non si difese, non disse che era stato tutto ano scherzo. Estrasse dal pacco l'anfora dorata d'oro zecchino, la rigirò calmissimo tra le mani poderose. — Oro. — mormorò. Poi guardò fisso la signora Guidi e le disse: — Sei ricca, ma sarai povera. Ricacciò il vaso nella carta, lo riconsegnò alla proprietaria e se ne andò tra i cavernosi blocchi di buio. La signora Guidi usci dimenticando di farsi il segno di croce, con o senza acqua santa, e poco dopo si sfogava, già però divertita dalla cosa, col Celestini (Dal Capitolo primo)

Persone citate: Celestini, Guidi

Luoghi citati: Torino