Venezia: polemiche per r«equo canone»
Venezia: polemiche per r«equo canone» Venezia: polemiche per r«equo canone» Il Comune, dopo la presa di posizione dei liberali, ha alzato il coefficiente di alcune zone DAL NOSTRO CORRISPONDENTE VENEZIA — La «linea dura» del Comune di Venezia sul problema dell'equo canone si è notevolmente ammorbidita. La vicenda è cominciata esattamente un anno fa, quando il consiglio comunale di Venezia ha approvato un provvedimento secondo il quale tutto il centro storico di Venezia doveva essere considerato «zona di degrado» e pertanto gli si doveva attribuire il coefficiente di ubicazione dello 0,90 (anziché 1,30 o 1,20 come avviene nei centri storici delle altre città). La decisione aveva suscitato una selva di polemiche, culminate nella presentazione di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale da parte di dodici cittadini, sostenuti moralmente e giuridicamente dal partito liberale. Una prima udienza del processo (forse anche l'ultima) si è svolta l'altro ieri, e ora si attende la decisione del giudice, che potrà pronunciare la sentenza o «entrare nel merito» della questione (il che comporterebbe altre udienze). Prima di comparire davanti al giudice amministrativo, però, esattamente due giorni prima, la giunta comunale aveva approvato una delibera con la quale si ponevano degli importanti e significativi «distinguo». Secondo il Comune, infatti, nel centro storico di' Venezia si possono individuare una «zona vincolata a restauro e risanamento conser-, vativo» classificabile come «zona centro storico» (parametro 1,30) e una zona «compresa tra centro storico e periferia» (1,20), nella quale rientrano quelle aree «vincolate a tutela ambientale e controllo pubblico delle trasformazioni». Ma neppure il resto della città è condannato a rimanere in eterno «zona di degrado», perché la delibera del Comune precisa che si procederà annualmente «con deliberazione del consiglio comunale, alla eliminazione della campitura di zona di degrado dai comparti previsti nei piani particolareggiati di intervento della legge speciale o nei programmi di attuazione non¬ ché su istanza dei proprietari-. La straordinaria tempestività della delibera, che ha consentito al Comune di presentarsi in tribunale in una posizione ben diversa da quella originarla, ha fatto si che il pli, prima ancora della sentenza del Tar, si consideri in qualche modo vincitore: -Il partito liberale — ha dichiarato Roberto Ceccon, segretario provinciale del pli di Venezia — può con grande soddisfazione prendere atto che solo l'azione giudiziaria prombssa"ita dato come risultato la revisione di una scelta amministrativa assurda e infondata. Nonostante ciò esprimiamo la più viva preoccupazione per il modo in cui la giunta ha affrontato tale problema che, pur parzialmente modificato, rimane aperto specialmente per quelle zone di Mestre (anch'esse "bollate" dallo 0,90) che, forse perché non degne di attenzione da parte degli amministratori, sono state completamente ignorate nella delibera-. » ^
Persone citate: Roberto Ceccon
Luoghi citati: Comune Di Venezia, Venezia
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