A Palazzo di giustizia c'è una «talpa» in contatto con gruppi di terroristi?

A Palazzo di giustizia c'è una «talpa» in contatto con gruppi di terroristi? Interrogativi senza risposta dopo il furto al Consiglio dell'Ordine forense A Palazzo di giustizia c'è una «talpa» in contatto con gruppi di terroristi? Una cosa è certa: i ladri si sono serviti di una chiave - A chi può interessare il dossier su tutti gli avvocati e procuratori della nostra città se non a qualche nucleo eversivo? Furto nella segreteria dell'ordine forense: i ladri sono entrati servendosi della chiave. Nessun segno di scasso sulla porta principale provvista di una serratura a pistoni, a cinque mandate, Inattaccabile con 11 grimaldello. Aperta la porta principale, è stato un giochetto forzare le altre. I ladri sono passati dalla parte dell'ala di palazzo giustizia che immette alla Procura generale e non hanno faticato per accedere agli uffici dell'ordine. Superato il primo sbarramento, sono entrati nella biblioteca, nel locale dove c'è una fotocopiatrice e da qui, forzando una porta abbastanza fragile, si sono trovati nella segreteria. Hanno trascurato l'ufficio del presidente Gianvittorio Gabri, dove vi sono alcuni oggetti preziosi, e l'anticamera della presidenza. Loro obiettivo, evidentemente, non erano soldi o cose di valore venale, bensì alcuni precisi documenti: i verbali delle sedute del consiglio dove sono annotati tutti gli interventi. Questi sono spariti in blocco; in essi c'è la storia del Consiglio dall'assassinio di Fulvio Croce in poi, con tutto quel che è successo in relazione ai difficili processi per terrorismo, alle scelte delle linee difensive concordate dagli avvocati d'ufficio, alle delibere sulle questioni professionali. Che i ladri non cercassero altro lo dimostra il fatto che hanno abbandonato sul pavimento, in mezzo a decine di documenti meno importanti, una busta con circa duecentomila lire. Non è difficile dare una matrice agli autori del furto: che siano per- sone collegate o appartenenti a gruppi terroristici appare abbastanza chiaro. Chi altri infatti avrebbe interesse a raccogliere verbali se non gente abituata a «scheda¬ re»? L'ordine forense torinese quindi è di nuovo un «obiettivo» del terrorismo? In processi anche recenti ad imputati accusati di appartenenza a banda armata, sono risuonate in aula mi- nacce contro i difensori d'ufficio: collegare quelle frasi rabbiose al furto dell'altra notte non è azzardato. C'è dell'altro. I ladri, abbiamo scritto, si sono serviti di una chiave. L'ipotesi inquietante è che a Palazzo di giustizia ci sia una «talpa». Le chiavi della porta sono sei, custodite da persone al di sopra di ogni sospetto. O è la talpa ad aver commesso 11 furto su commissione, oppure in qualche modo è riuscita a dare ad altri il duplicato di una delle sei chiavi. Lo scorso anno erano in corso lavori di restauro proprio in questi locali ed allora le chiavi giravano con facilità: individuare chi le ha usate in quel periodo, è l'unico spiraglio per una indagine concreta. Molti si domandano come mai non sono stati uditi rumori o viste le luci accese negli uffici. La risposta è disarmante e corale: -A Palazzo di giustizia si entra e si esce con troppa disinvoltura». Pattuglie notturne? Sono solo esterne. Ci sono i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria, ma il loro ufficio è distante.

Persone citate: Fulvio Croce, Gabri