Piccole aziende assumono 1500 persone se cambiano le norme sul collocamento

Piccole aziende assumono 1500 persone se cambiano le norme sul collocamento Illustrata a Torino un'indagine tra 500 imprese minori dell'Api Piccole aziende assumono 1500 persone se cambiano le norme sul collocamento La «chiamata numerica» dovrebbe essere sostituita da quella nominativa - «Non per discriminare, afferma il presidente Marengo, ma per adattare gli uomini al lavoro e viceversa» TORINO — Cinquecento piccole e medie aziende del Piemonte, con un totale di 18 mila lavoratori, hanno dichiarato che sarebbero disposte ad assumere immediatamente 1500 operai se si modificasse la legge sul collocamento nel senso di consentire la chiamata nominativa invece di quella numerica. Rispetto alla forza-lavoro già occupata i nuovi assunti rappresenterebbero un incremento dell'8,27 per cento. Singolarmente si tratta della stessa, percentuale dei disoccupati in Italia (su 20 milioni 687 mila occupati 1 senza lavoro sono un milione 880 mila, pari all'8,30 percento). Con ciò non si vuol dire che per cancellare la disoccupazione in Italia basterebbe modificare la legge sul collocamento. Però, almeno dalle risposte date dalle piccole e medie aziende piemontesi di questo «campione., è certo che «con una piccola legge, anche modificata in via transitoria e sperimentale, si potrebbero creare immediatamente migliaia di posti di lavoro, in un momento in cui il governo stanzia migliaia di miliardi per cercare di attivare nuove iniziative ed i sindacati aprono vertenze che durano mesi per ottenere qualche centinaio di assunzioni in. più nei grandi gruppi». Tutti questi dati, con relative considerazioni e affermazioni, sono stati forniti ieri dal presidente dell'Api piemontese, Aldo Marengo, in un incontro con i giornalisti. L'Associazione piccole industrie, è noto, organizza piccole e medie imprese al di fuori della Conflndustria e fa capo alla Confapi. «/risultati, sotto certi aspetti sorprendenti, della .nostra indagine — ha detto Marengo — li presenteremo nei prossimi giorni al presidente della Confapi, Spinella, per gli opportuni interventi in sede nazionale». I L'indagine dell'Api — che è stata curata dal segretario dell'associazione piemontese, Giuseppe Nebiolo — ha richiesto alcuni mesi di lavoro. La pubblicazione dei risultati viene però a coincidere con un momento nel quale il sistema del collocamento è al centro di vivaci polemiche, dopo la decisione assunta nel giorni scorsi dalla Fiat di bloccare temporaneamente le assunzioni. mll campione in esame — ha affermato Nebiolo — è tratto dalla realtà dell'industria minore e non può quindi pretendere di rappresentare alla virgola la realtà industriale nel suo complesso. Le grandi dimensioni operano con metodologie diverse sul mercato del lavoro. Però si tratta di un campione da osservare con particolare attenzione poiché rappresenta una realtà ramificatissima nel Paese (cioè la struttura delle piccole imprese) per sua natura capace di accogliere manodopera in quantità elevata». Nebiolo ha sottolineato un altro aspetto: «Le imprese piemontesi del "campione" appartengono ai vari settori industriali e si sono comportate, rispondendo al questionario, nella maniera classica che indica agli statistici la vicinanza del dato reale». Il presidente dell'Api, Aldo Marengo, entrando nel vivo della polemica sul collocamento ha detto: «C'è da risolvere il problema dell'anacronistico immobilismo imposto dalla rigida norma sull'assunzione numerica di operai ed impiegati d'ordine (se un'azienda chiede dieci operai gli mandano i primi dieci nella graduatoria dei disoccupati)». Marengo ha ricordato che la chiamata numerica «era dettata dal timore di discriminazioni politiche». *Oggi — ha aggiunto — questo timore o pericolo non esiste più;. - Il presidente dell'Api ha parlato di «una proposta di liberalizzazione del collocamento, intesa non come privatizzazione dell'avviamento della manodopera, ma come snellimento delle procedure burocratiche attraverso la possibilità di chiamate nominative dirette». »Tale proposta — ha proseguito Marengo — non cela intenti discriminatori o razzistici, ma tende ami a consentire un migliore adattamento fisico ed umano dell'uomo al posto di lavoro e viceversa, con eguale beneficio del prestatore e del da tore di lavoro». I dirigenti dell'Api hanno posto anche il problema della brevità del periodo di prova (in media due settimane): «/ periodi di prova attualmente previsti — ha affermato Marengo commentando i risultati dell'indagine campione —si rivelano spesso insufficienti a valutare attendibilmente la capacità e il rendimento di un individuo a medio termine. Quindi, a giudizio di molte aziende interpellate, la sola libertà di scegliere non si identificherebbe "nella certezza di scegliere bene, ma solo in una maggiore probabilità"». 1 Concludendo il presidente piemontese dell'Api ha di¬ chiarato: «Si è detto e scritto tanto sulla disoccupazione in Italia. Senza escludere l'importanza di ogni altro provvedimento adottato o allo studio, sarà bene che politici e sindacalisti valutino, con estrema attenzione, le risultanze dell'esperienza tecnica, confortate dai dati rilevati nella nostra indagine». Sergio Devecchi possano introdursi nelle aree interessate agli stabilimenti ,Fiat quelle modifiche procedurali nell'organizzazione del collocamento che talvolta costituiscono un nodo fondamentale da sciogliere». La frase dava credito a un'interpretazione singolare: una riforma dell'ufficio di collocamento soltanto 'nelle aree interessate agli stabilimenti Fiat». Era sembrato strano che si progettasse una riforma appositamente per il collocamento alla Fiat. Il ministro Scotti, accortosi dell'equivoco, ha voluto precisare che dal testo del suo intervento era saltato un «tra l'altro». Cioè le modifiche al collocamento (è in preparazione una bozza di riforma) saranno introdotte 'tra l'altro nelle aree interessate agli stabilimenti Fiat». E' stata un'omissione della dattilografa, che aveva battuto a macchlna 11 testo del discorso.

Persone citate: Aldo Marengo, Giuseppe Nebiolo, Nebiolo, Sergio Devecchi, Spinella

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino