Farmindustria sollecita il rincaro dei prodotti
Farmindustria sollecita il rincaro dei prodotti Farmindustria sollecita il rincaro dei prodotti DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Le case farmaceutiche sollecitano l'adeguamento del prezzo del medicinali (mediamente del 21,3 per cento): senza questo aumento molte industrie del settore rischiano di chiudere. Lo ha detto ieri il presidente della Farmindustria. Alberto Aleottl, precisando che l'associazione reclama un adeguamento «dovuto», in quanto previsto da una legge del 1977 che ne fissava l'entrata in vigore entro il 21 agosto scorso. E' questo il motivo che ha spinto 11 consiglio di amministrazione della Farmindustria e il presidente a dimettersi per protesta. Nonostante l'esistenza di una legge dello Stato e nonostante i richiami della Cee al governo italiano per un ritocco dei prezzi dei medicinali, inferiori in Italia a quelli degli altri Paesi comunitari, 11 Cip, ha osservato Aleottl, «non ha ancora provveduto a questo adempimento'. La giunta dell'organlzazione è convocata in seduta permanente. Aleottl ha ricordato che la Farmindustria ha prospettato a parlamentari, esponenti dei partiti, al ministro del Lavoro Scotti e a quello della Sanità Altissimo 1 termini di una situazione -che rischia dì rendere irreversibili i danni proditti al settore». Non è stato ancora possibile — ha aggiunto Aleottl — avere un colloquio con il ministro dell'Industria. Il presidente della Farmindustria ha osservato ancora che, venendo meno il presupposto dell'adeguamento dei prezzi dei farmaci, le aziende si trovano oggi a dover affrontare gli oneri derivanti da investimenti già programmati, ad esempio nella ricerca, senza avere la possibilità di remunerare nel breve termine, attraverso appunto la revisione dei prezzi, il capitale Investito. Ha rilevato Inoltre che le aziende in attivo diminuiscono (dalle 51 del 1978 a 32 nel 1979 in base ai bilanci preventivi) mentre quelle in passivo aumentano (da 120 a 139). Inoltre, 27 aziende farmaceutiche 'Sono in una situazione di tracollo e la loro crisi ha già coinvolto duemila lavoratori». Anche la situazione dell'interscambio con l'estero si è capovolta: da un attivo di bilancia commerciale pari a circa 68 miliardi di lire nel 1977 si è passati a un passivo di oltre tre miliardi di lire nel 1978. Aleottl ha concluso definendo -gravissime» le responsabilità del governo e ha affermato che 11 settore si sta avviando verso la paralisi completa.
Persone citate: Alberto Aleottl
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