Folle uccide padre e figlio poi si spara al viso: morto

Folle uccide padre e figlio poi si spara al viso: morto Tragedia a Gambasca sulle colline del Cuneese Folle uccide padre e figlio poi si spara al viso: morto Le vittime avevano 49 e 19 anni; l'assassino 50 - Sfuggita alla strage una ragazza - La tragedia per contrasti tra vicini di casa CUNEO — Ha ammazzato padre e figlio sparando da pochi passi, mentre raccoglievano castagne nel loro bosco. Poi ha ricaricato l'arma, un vecchio fucile da caccia, l'ha rivolta contro di sé e ha fatto fuoco. 1300 abitanti del piccolo Comune di Gambasca, contadini e pendolari, hanno vissuto ieri la loro più cupa giornata dal dopoguerra. Unica superstite della tragedia, una ragazza di 16 anni riuscita a fuggire dopo che il folle le aveva uccfso padre e fratello. Causa del grave fatto di sangue, banali contrasti tra vicini di casa e un improvviso •raptus» di follia che ha sconvolto il cervello dell'assassino, sofferente da tempo di esaurimento nervoso. A cadere sotto i colpi di fucile sono stati due contadini, Mario Borghino, 49 anni, consigliere comunale eletto in una lista civica a Gambasca e il figlio Bruno. 19 anni. L'omicida-suiclda è Giovanni Nari, 50 anni, operalo, originario di Gambasca, dal '54 emigrato a Moncalieri dove viveva con la famiglia. Ma nel piccolo paese della Valle Po, Giovanni Nari ha mantenuto la vecchia casa ereditala dal padre. Un cascinale in frazione Comba Nari, a 600 metri, in mezzo a piante secolari di noci e castagne. A pochi passi c'è un'altra casupola, abitata dal fratello e subito dopo la cascina della famiglia Borghino, Mario, la moglie Caterina Martino, 46 anni, e i sei figli. Mirella, 26, sposata, Vittorina, 21, Bruno. 19, Wilma, 16. Franca, 15 e Daniela 9. Una famiglia-modello, la descrivono in paese, brava gente, sempre pronta ad aiutare i vicini. Hanno un po' di terreno in collina, nella parte alta, coltivarlo è duro, da spaccarsi la schiena. La loro non è certo una vita facile ma dignitosa si con i figli più grandi che alternano il lavoro sulla terra con quello in fabbrica. Appartengono a quel mondo che non s'è dato ancora per vinto, non ha voluto abbandonare la terra dei propri cari. Ad oscurare negli ultimi tempi questo clima sereno sono sopraggiunti i primi screzi con un vicino di casa, Giovanni Nari. Ogni tanto l'uomo tornava nella sua casetta, trasformata in seconda abitazione, ideale per le vacanze. Giovanni Nari ha cominciato a lamentarsi perché i figli del Borghino facevano chiasso di notte, mentre lui riposava. Lo infastidiva il passaggio di auto dei giovani che la sera accompagnavano a casa le fidanzate. Mario Borghino, un omone buono come 11 pane, pacifico, cercava di calmare il vicino di casa. «Afa dai, Giovanni — gli diceva sempre — sono giovani, esuberanti. Vedrai che si calmeranno, glielo dico sempre di non disturbare troppo la sera*. Ma un po' alla volta, quei rumori per il Nari, già malato di nervi, sono diventati un'ossessione. Dieci giorni fa il primo scontro feroce fra l'uomo e la famiglia Borghino. «Se non la smettete — aveva gridato — io vi ammazzo tutti*. E aveva accompagnato le minacce mostrando un fucile. Ancora una volta Mario Borghino fece da paciere, le acque si calmarono. Ma il consigliere comunale ritenne opportuno informare i carabinieri dell'episodio. E Giovanni Nari ricevette la visita dei militari di Revello. Quando uscirono di casa, l'uomo aveva le manette, arrestato perché trovato in possesso di un fucile non denunciato. Pochi giorni di carcere, ma domenica scorsa il Nari era ancora nella sua casa a Gambasca, ad inveire contro 1 Borghino per 1 soliti rumori. Altre sfuriate, altre minacce. Ieri mattina la tragedia. Alle 11, Mario Borghino con 1 figli Bruno e Wilma scendono per raccogliere castagne. Hanno quasi riempito due gerle. Improvvisamente si trovano davanti il vicino di casa, più arrabbiato del solito, il fucile in spalla. I tre non gli danno retta, continuano il loro lavoro. Il Nari imbraccia l'arma, fa fuoco prima contro Mario Borghino poi contro Bruno. Due esplosioni in faccia, a bruciapelo. S'accasciano, il volto orribilmente sfigurato. L'assassino non vorrebbe risparmiare la ragazza che ha assistito terrorizzata alla scena. Fugge mentre il folle estrae le due cartucce dal fucile e ne inserisce altre due. Qualche istante dopo, Wilma sente un'altra esplosione. Si gira e vede accasciato a terra col volto devastato lo sparatore. Nel giro di pochi minuti è un accorrere di gente, familiari, parenti, vicini. L'incredulità si mischia ai pianti, alle grida, all'orrore. Poi un intero paese si stringe attorno a sei donne disperate, vittime anch'esse di una tragedia inspiegabile. Guido J. Paglia Wilma Borghino, scampala alla strage (C. Pellegrino)

Luoghi citati: Gambasca, Moncalieri, Revello