Intervista a Lombardini di Natale Gilio

Intervista a Lombardini Intervista a Lombardini (Segue dalla l'pagina) aspettative al limite assurde, come l'idea di abbattere il la voro. Oggi accade che il sindacato non ha più la forza di recuperare queste frange, all'interno delle quali, poi, si possono inserire come cunei quelle componenti di violenza che tutti i giorni riscontriamo». Quindi, la non governabilità dell'impresa deriva dal contrasto esistente all'interno del sindacato? «JVon sarei così drastico. La non governabilità è la conseguenza, come dicevo all'inizio, dell'assenza di una politica economica coerente, capace di dare punti di riferimento. Se vuole, questa non governabilità è acuita dalla tragica alternativa di fronte alla quale il sindacato si trova: o fare il pompiere, soffocare ogni momento di tensione; oppure correre il rischio di essere catturato dalle frange più virulente. Alternativa pericolosa perché in nessun caso si garantisce la governabilità, a meno che non si vada a cambiamenti di regime. In tal caso saremmo veramente all'ultima spiaggia: Come se ne esce, allora? .Ripristinando le regole del gioco, fissando le competenze istituzionali di ognuno. Ma qui risaliamo ancora una volta alle cause: spetta alle forze politiche porre le premesse perché tutti osservino il ruolo che gli compete. Se non si sarà capaci di fare una politica economica diversa, determinando obiettivi, scadenze, compatibilità, il sistema continuerà ad avvitarsi verso il basso, lo scollamento sarà via via più grave. Non dimentichiamo quanto è accaduto in altri Paesi. Nel momento in cui si finisce in un sistema impostato sulla concorrenza tra settori corporativi, la spinta dall'esterno, degli emarginati, dei disoccupati, degli esclusi dai benefici, porta verso soluzioni autoritarie. Ilperonismo prima e la dittatura militare poi, in Argentina, sono nati COSÌ'. A livello di azienda, lasciando stare i fenomeni di violenza, la non governabilità come primo effetto a che cosa porta? mA quella che comunemente si definisce caduta di produttività. L'impresa, a costi crescenti, produce sempre meno e, tentando di recuperare attra-, verso il prezzo perde di competitività. Lentamente ma inesorabilmente si emargina dal mercato. Sollecitando soluzioni assistenziali'. I vertici sindacali l'hanno capito. Lama riconosce la necessità di incrementi di produttività. Aggiunge, però, che la produttività non è solo un affare dei padroni, facendo capire che parte della maggiore produttività deve andare a salario. Lei è d'accordo? «Certo, almeno sulla prima parte. Una delle condizioni per uscire dalla crisi è di recuperare in produttività, di lavorare di più, di aumentare l'utilizzo delle macchine. Sono meno d'accordo con lui sulla seconda parte. Io credo che il problema del salario debba essere risolto restituendo valore al momento della trattativa contrattuale di lavoro. Per il resto, certe enunciazioni confondono le idee. A parte che le imprese sono oggi sfiancate, che hanno bisogno come non mai di riequilibrarsi finanziariamente, è evidente che quanto si potrà realizzare con la maggiore produttività deve tradursi in accumulazione, da dove poi si ottiene il travaso verso gli investimenti e l'ampliamento della base occupazionale. Ragionare intermini diversi finisce per accentuare le sperequazioni di reddito all'interno della classe lavoratrice e demotivare ancor di più l'imprenditore. Non credo che Lama voglia questo». Natale Gilio

Persone citate: Lama, Lombardini

Luoghi citati: Argentina